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Comunismo

Cina. Un avvocato cristiano in carcere da sette anni

 

Arrestato per il suo impegno in difesa delle minoranze, da allora il governo rifiuta di dare sue notizie ai famigliari

Gao Zhisheng è un avvocato cinese che per dieci anni, a partire dal 1996, si è distinto per il suo impegno in difesa di persone appartenenti a gruppi vulnerabili, in particolare minoranze religiose come i cristiani, di cui ha assunto spesso la difesa legale gratuitamente. In seguito alla raccolta di un dossier sulle persecuzioni inflitte ai cristiani non ufficiali, Gao Zhisheng si è avvicinato alla religione cristiana e poi l’ha abbracciata. Ma, proprio per il suo impegno in favore di persone ingiustamente perseguite, nel 2006 è stato arrestato e condannato a tre anni di carcere con l’accusa di “incitamento alla sovversione del potere statale”. Uscito dal carcere, tra il 2007 e il 2011 è stato di nuovo più volte arrestato e torturato dalla polizia. Ha poi trascorso altri tre anni in carcere tra il 2011 e il 2014, anno in cui è stato messo agli arresti domiciliari a casa del fratello. Lì è stato prelevato il 13 agosto 2017 e da allora di lui si sa che è in carcere, ma non si hanno notizie. Non si sa dove è detenuto e, in effetti, neanche se sia ancora vivo. Da sette anni la moglie Geng He e i suoi famigliari lanciano invano appelli al governo cinese affinché dia informazioni su di lui. La risposta è sempre stata un rifiuto e un assoluto silenzio. Nei giorni scorsi, in occasione del suo compleanno che cade il 20 aprile, Geng He ha reiterato la richiesta di informazioni e in una lettera indirizzata alle autorità ne ha chiesto il rilascio. “La sua vicenda – spiega l’agenzia di stampa AsiaNews nel dare la notizia – è fra i casi più celebri e documentati di sparizione forzata e prolungata, in cui il governo cinese viola apertamente il diritto internazionale”. Fra quanti seguono da tempo la vicenda, l’ong ChinaAid si è unita all’appello della moglie chiedendo che sia rilasciato “per il principio basilare riguardante il rispetto per i diritti umani”, che sia consentito alla moglie e agli altri membri della famiglia di fargli visita o di comunicare con lui tramite video chat e che vengano fornite informazioni dettagliate sulle sue condizioni di salute. Nel 2005 Gao Zhisheng aveva deciso di non rinnovare la tessera del Partito comunista cinese: “Il partito ha utilizzato i metodi più selvaggi, immorali ed illegali per torturare le nostre madri, le nostre mogli, i nostri figli, fratelli e sorelle – aveva dichiarato – oggi io, Gao Zhisheng, recedo ufficialmente da questo partito disumano, ingiusto e malvagio. Oggi è il giorno in cui sono più orgoglioso di me stesso”. Nel 2008 era stato candidato al Premio Nobel per la Pace.