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C'è del buono in Europa: premio Sakharov agli oppositori venezuelani

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Il premio Sakharov agli oppositori venezuelani Maria Corina Machado ed Edmundo Gonzalez Urrutia, sono un buon segno. Per altri voti si è formata una coalizione ad hoc fra tutte le destre. Qualcosa sta cambiando in Ue.

Politica 26_10_2024
Machado (a sinistra) e Gonzalez Urrutia, premio Sakharov 2024 (La Presse)

Aria nuova in Europa? L’approvazione dell’emendamento per il finanziamento del muro alla frontiera europea e lo sviluppo dei centri esterni di espulsione e rimpatrio, votato da Patrioti, Sovranisti, Popolari e Conservatori e l’attribuzione del “Premio Sakharov” ai due leader politici del Venezuela Maria Corina Machado e Edmundo Gonzalez Urrutia che «rappresentano il popolo venezuelano che lotta per ripristinare la libertà e la democrazia», indicati da Popolari e Conservatori, invece della preferenza di Socialisti e Liberali per le donne israelo-palestinesi, sono due segnali chiari inviati dai Popolari alla vecchia maggioranza “Ursula”.

Indizi importanti che dimostrano chiaramente che è possibile una maggioranza ampia che includa i Conservatori e i Patrioti, talvolta anche i Sovranisti di destra, sui temi più sensibili per la maggioranza dell’elettorato europeo e, allo stesso, tempo, è un chiaro avvertimento a Socialisti, Sinistre, Verdi e Liberali che i ricatti non possono aver più alcun effetto. Se questi indizi verranno confermati anche nelle audizioni che si svolgeranno dal 4 novembre in poi, gli effetti deleteri che tutti noi abbiamo subito dagli schiamazzi irresponsabili e dalla rincorsa ad ideologie folli degli ultimi anni saranno evitati.

Il 23 ottobre, una ampia maggioranza di parlamentari europei ha chiesto alla Commissione di finanziare la costruzione di «barriere fisiche» ai confini esterni dell’Unione Europea e a «esplorare l'idea di sviluppare hub di rimpatrio [centri di espulsione] al di fuori dell'UE», approvando un emendamento nella risoluzione sul bilancio comune del prossimo anno e provocando una reazione stizzita da parte dei liberali, dei socialisti e di altri gruppi di sinistra. Il Partito popolare europeo (PPE) ha sostenuto la richiesta presentata dai legislatori Alexander Jungbluth (Germania) e Stanisław Tyszka (Polonia), entrambi del gruppo “Europa delle Nazioni Sovrane” (ESN). «Il Parlamento europeo chiede finanziamenti adeguati per la costruzione di barriere fisiche esterne alle frontiere dell'Unione», si legge nell'emendamento, incluso in una risoluzione allegata alla posizione del Parlamento europeo sul bilancio dell'UE per il 2025.

L'emendamento, come accennato in precedenza, ha ottenuto il sostegno di 329 membri del Parlamento europeo, tra cui tutti i gruppi di centrodestra: PPE, Patrioti per l'Europa, Conservatori e Riformisti europei ed ESN. Addirittura, con un comunicato stampa del PPE si celebra anche il fatto che il Parlamento abbia votato per aumentare i finanziamenti per la gestione delle frontiere e i visti. La compattezza del PPE per contrastare l’immigrazione incontrollata e restringere le maglie dell’entrata indiscriminata dei migranti irregolari, è certamente dovuta da tre fattori: la paura di nuove emorragie elettorali in vista delle elezioni in Germania il prossimo anno a favore della destra; la stretta decisa del governo Tusk in Polonia, ormai sulle stesse posizioni dei conservatori e fortemente contrario al “Patto sulle Migrazioni” approvato negli scorsi mesi e promosso dalla Commissione, nonostante 27 parlamentari della sinistra abbiano deciso di uscire dal proprio partito e valutare se proseguire nel sostegno alla coalizione governo; il timore che le prossime elezioni in Bulgaria (domenica 27 ottobre) e in Romania (1 dicembre) possano far crescere le destre a scapito dei moderati conservatori.  

Lo scorso 19 settembre, i Gruppi parlamentari al parlamento europeo avevano presentato i loro candidati per il Premio Sakharov, per la libertà di pensiero, che è il più alto tributo dell'Unione europea al lavoro per i diritti umani. María Corina Machado in qualità di leader delle forze democratiche in Venezuela e il Presidente eletto Edmundo González Urrutia, sono stati premiati in rappresentanza di tutti i venezuelani all'interno e all'esterno del paese che «lottano per il ripristino della libertà e della democrazia», erano stati nominati dal gruppo PPE e dai Conservatori di ECR; le due associazioni per la pace israelo-palestinesi (“Women Wage Peace” e “Women of the Sun”) Yael Admi e Reem Hajajreh, erano le candidate di Socialisti (S&D) e Liberali (Renew); Elon Musk era proposto dal gruppo dei Patrioti e da quello dei Sovranisti mentre i Verdi avevano proposto un dissidente azero e la Sinistra alcuni giornalisti palestinesi.

Già nel 2017 gli oppositori di Maduro ed i prigionieri politici del regime avevano ricevuto lo stesso premio, a dimostrazione come accondiscendenza e mollezza europea verso il tiranno comunista non portino a nulla di buono per il popolo, né per la democrazia. In ogni caso, l’ennesima verifica di come e quanto possano incidere le maggioranze flessibili di centro destra, l’avremo nelle audizioni, nelle competenti Commissioni, dei candidati commissari che si svolgeranno dal 4 al 12 novembre, i tempi di parola assegnati a ciascun gruppo vedono i partiti di centrodestra nettamente in vantaggio, ma tutto può succedere. Un bel segno della croce e…allacciate le cinture di sicurezza!