Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
statalismo

Bacco&tabacco, anche i rincari servono a “educare” il popolo

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A ogni manovra di destra e sinistra si ripete il copione: aumentare il prezzo delle sigarette per racimolare denari in nome della salute pubblica. Un retaggio giacobino ereditato da governi e amministratori di ogni colore politico.

Attualità 18_11_2025
UFFICIO IMAGOECONOMICA

Quando un governo, di qualsiasi colore, si accinge alla c.d. Finanziaria si scatena il consueto assalto alla diligenza. E ogni volta il grido è: tagliare! Sì, ma cosa? Ogni ministro difende il suo orto e siamo daccapo. Aumentare le tasse? Coro di no, come sempre. Allora che si fa? Diamo addosso alle sigarette. Di solito l'accoppiata è tabacco-benzina, ma a quest'ultima hanno già pensato gli Usa con la guerra a Putin. Così, dàlli ai tabacchi, che tutti sono d'accordo che fanno male alla salute.

Direte: ma perché spendere denari su denari (del popolo) in elezioni, ballottaggi, addetti-stampa, campagne, portaborse e così via per, alla fine, fare una cosa che sono buoni tutti? Accise e fumo. Anche Nonna Papera sarebbe capace. E con miglior successo, dal momento che manda avanti da sempre una fattoria. Macché, giù con gli aumenti e giù coi divieti da parte dei sindaci verdi o semplicemente idioti. Ma il fumo è un vizio, gridano. Solo che chi odia i vizi odia l'uomo, come è stato autorevolmente detto. Qualcuno ha mai fatto i conti della serva su quanto costa la lotta al contrabbando? Non ci vuole Bertoldo per sapere che più rincari le sigarette e più ne incrementi lo smercio furtivo. Lo sanno tutti che il proibizionismo negli Usa tramutò l'America in un inferno, il quale cessò quando lo Zio Sam smise di voler imporre la virtù per legge.

Oggi non si parla più di virtù, la quale, anzi, è sconsigliata e combattuta fin dall'asilo. Ma di salute. La salute obbligatoria. Solo che aumentando allo spasimo il prezzo delle sigarette il disincentivo all'acquisto va tutto sul groppone dei poveri, perché ai ricchi fa un baffo. E toglie ai poveri forse l'unico sfizio rimasto loro. Risulta, tuttavia, che nei centri-accoglienza-migranti il pacchetto di bionde venga fornito gratis dallo Stato. Cioè, dal popolo. Ora, complici tutti quei plagiati che fanno da braccio piazzaiolo agli -ismi, a poco a poco gli abitanti delle democrazie liberali si stanno vietando tutto e rinchiudendo in una serie di trappole ordite ed escogitate per loro dai c.d. rappresentanti politici, a loro volta esecutori di anonime entità che scuciono conquibus, tipo Soros per intenderci. Tutto ciò è, tanto per cambiare, giacobino: la democrazia totalitaria è per certe teste d'uovo una tentazione irresistibile. È infatti prettamente giacobina la pervicacia di troppi amministratori (di ogni colore, ripetiamo) nel voler “educare” il popolo onde veicolarlo nell'“uomo nuovo” di robespierriana memoria.

Mi si consenta un aneddoto personale circa l'anzidetto. Nella frazione infinitesima in cui anni fa comprai una villetta, trovai un obbligo di “raccolta differenziata rifiuti” al cardiopalmo. E a calendario: il lunedì il vetro, il martedì l'umido, e così via. Ciascun tipo di rifiuto in apposito contenitore. Data la zona di villette, il rifiuto vegetale vi abbondava, ma il contenitore apposito costava non poco, così che il cittadino doveva precipitarsi a ritirare il vuoto prima che qualcuno lo rubasse. Una volta trovai che non solo non l'avevano ritirato ma ci avevano messo sopra una scritta adesiva: “Eccede il peso”. Ah. Dovevo comprarmi anche una bilancia? A quel punto andai a protestare col sindaco, allegando le seguenti domande: a) se la differenziazione deve farla il cittadino, perché la tassa sui rifiuti non cala in proporzione? b) in un luogo in prevalenza di pensionati, perché ossessionare le vecchiette caricandole di istruzioni? c) non ci sono torme di immigrati e rom nullafacenti che potrebbero utilmente differenziare? d) essendo là, molte, villette da weekend, l'umido uno se lo deve portare via quando torna in città? La risposta, in perfetto burocratese, cominciava con “...onde educare il cittadino...”. Replicai che ero un laureato e non avevo bisogno di essere educato da nessuno, specialmente da una precaria fascia tricolore.

Purtroppo anche la destra italiana è statalista. Chissà se si ricorda che il duce il prezzo delle sigarette lo teneva bassissimo. Ma tassava la prostituzione. Già: della triade classica bacco-tabacco-venere, solo dei primi due lo Stato repubblicano detiene il monopolio. Chissà perché...



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