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Attacchi a chiese: il triste primato della presidenza Biden

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Il Family Research Council ha monitorato la crescita esponenziale degli attacchi ai cristiani dopo la legge che esclude l'aborto come diritto costituzionale: nel corso della presidenza di Joe Biden, sono stati compiuti almeno 1196 atti violenti contro chiese e esercizio della libertà religiosa. 

Libertà religiosa 16_08_2025

Una macabra scoperta dell’acqua calda: durante l’amministrazione del “cattolico fluido” Joe Biden, gli assalti e gli atti di violenza contro edifici di culto cristiani sono moltiplicati paurosamente e anche negli stati a guida Democratica. Eppure Joe Biden e la sua amministrazione USA sono stati considerati in Vaticano, a torto, paladini esemplari dell’impegno dei cattolici in politica.

L'ostilità nei confronti delle chiese negli Stati Uniti rimane allarmante, secondo un nuovo studio che ha monitorato tali incidenti dal 2018, nel suo rapporto annuale "Hostility Against Churches" (Ostilità contro le chiese), pubblicato lunedì 11 agosto, il “Family Research Council” ha documentato, in una decina di pagine, almeno 415 atti ostili che hanno preso di mira 383 chiese in 43 Stati nel 2024.

Nonostante un calo rispetto ai 485 incidenti verificatisi nel 2023, siamo di fronte comunque a centinaia di incidenti in più rispetto al 2022 (198), al 2021 (98) e agli anni precedenti. La ricerca si basa su dati pubblicamente disponibili e ha rilevato un totale di 1.384 atti di ostilità contro le chiese da gennaio 2018 a dicembre 2024 anche se il numero di atti vandalici e violenti potrebbe essere molto superiore, a causa di casi non segnalati alle forze dell'ordine o ai media. 

Travis Weber, il vicepresidente per le politiche e gli affari governativi del “Family Research Council”, una delle più importanti e significative ONG americane che difendono in tutto il mondo la libertà religiosa, la vita nascente, la famiglia fondata sul matrimonio, ha commentato i risultati dell’indagine, rimarcando come «in Occidente e negli Stati Uniti tendiamo a considerarci sicuri e amanti della libertà, tolleranti e protettivi della libertà religiosa, inclusa la libertà religiosa di praticare il cristianesimo», tuttavia, «è molto significativo che negli USA nel 2024 si siano registrati più di 400 incidenti e attentati di varia natura contro tale fondamentale esercizio della libertà religiosa». 

Il vandalismo è stato il principale reato contro le chiese (284), seguito da incendi dolosi (55), incidenti legati alle armi da fuoco (28), minacce di bombe (14) e altri episodi di aggressione, minacce o interruzioni delle celebrazioni religiose (47). In media, nel 2024 si sono verificati 35 attacchi al mese contro le chiese cristiane negli USA. 

Gli atti di violenza per ribadire il sosegno all’aborto sono diminuiti da 59 nel 2022 a soli due nel 2024. E’ utile ricordare come proprio dalla Sentenza 19-1392 del 24 giugno 2022, Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization e altri, che stabilì definitivamente come l’aborto non fosse un diritto costituzionalmente garantito e che spettasse ai singoli stati decidere sulla materia, si è registrata una crescita significativa degli attentati agli edifici di culto e alle organizzazioni cristiane pro life. Tutti fatti da noi illustrati più volte su queste pagine, così come abbiamo dovuto annotare l’assoluta omissione da parte dell’allora Dipartimento di Stato di una qualsivoglia attività investigativa per scovare gli attentatori e per perseguirli, come invece ahimè si è anche recentemente mostrato, l’amministrazione Biden si sia impegnata a fondo per spiare e classificare come terroristi i cattolici e crisitiani fedeli e praticanti la propria fede senza fluidi compromessi. 

Gli attacchi si sono rivelati più comuni negli stati più popolosi a guida dei Democratici, come California (40), Pennsylvania (29), New York (25), mentre in alcuni stati non molto popolosi, non si sono registrati attacchi né atti vandalici significativi (Hawaii, Idaho, Montana, Nevada, Utah, Wisconsin e Wyoming). E’ ben triste ricordare come l’assoluta pavidità e compiacenza che ha caratterizzato l’intero mandato alla presidenza di Joe Biden e la sua amministrazione nei confronti degli attentati e attentatori violenti contro edifici di culto e organizzazioni cristiane, grazie al report pubblicato nei giorni scorsi, si dimostri in tutta la sua terribile gravità. Tra il 20 gennaio 2021 e il 20 gennaio 2025, presidenza di Joe Biden, sono stati compiuti almeno 1196 atti violenti contro chiese e esercizio della libertà religiosa nel paese sul totale di 1.384 atti di ostilità da gennaio 2018 a dicembre 2024, ben più del 90%. 

Numeri da far rabbrividire ed indurre a mea culpa pubblici e definitivi ritiri in appartati luoghi di preghiera, decine di funzionari vaticani e porpore che per anni hanno proclamato l’esemplarità della fede e dell’impegno politico di Joe Biden. E’ forse utile ricordare a molti chierici tutt’ora saldamente ancorati alle loro poltrone, come San Giovanni Paolo II, già nella “Redemptoris Missio” al n.39, affermava che la libertà religiosa, fondamento di tutte le altre libertà, è un’esigenza irrinunciabile della dignità di ogni uomo. Non è un diritto tra gli altri ma costituisce «la garanzia di tutte le libertà che assicurano il bene comune delle persone e dei popoli». Trump non è un santo. Ma basti ricordare che sin dal 6 febbraio 2025, il neo presidente ha emesso l’ordine esecutivo n.14202 ("Sradicare i pregiudizi anticristiani") e creato una task force per indagare e bloccare la discriminazione contro i cristiani da parte del governo federale a tutti i livelli, così come anche le recentissime decisioni di FBI e Dipartimento di Giustizia hanno dimostrato.