Grumpy, il gatto brontolone che ci assomiglia troppo
Grumpy Cat è il nome finto di una gatta che ha 2 anni e mezzo e vive in Arizona. Non è più un felino, ma un grande business che ha già fatturato quasi 100 milioni di euro. Star di internet, ha fatto un film e "scritto" un libro. Il segreto del suo successo? Grumpy fa tutto quello che noi vorremmo fare ma non possiamo.
Cristiani iracheni: "Abbiamo bisogno che ci portiate da Gesù"
«La vostra resistenza è martirio, rugiada che feconda. Vi piegate con dolore, ma avete la forza di portare avanti la vostra fede, che per noi è testimonianza» (Papa Francesco ai cristiani iracheni).
L'Europa pagherà la sua folle politica in Medio Oriente
La politica estera dell’Unione Europea è visibilmente allo sbando anche sul conflitto israelo-palestinese. Con la differenza che mentre di fronte al conflitto russo-ucraino si giustifica con l'impossibilità di una posizione univoca, ostenta invece una gara senza briglie nel riconoscimento dello Stato palestinese.
Guerra al Califfato, grandi coalizioni e magri risultati
Al quarto mese di operazioni militari contro lo Stato Islamico, è tempo di fare bilanci. I primi buoni risultati, annunciati da John Kerry, sono in realtà molto magri. Inoltre resta l'ambiguità strategica del conflitto siriano, dove Assad combatte contro l'Isis, ma sarà, probabilmente, il prossimo bersaglio.
Crimea, la persecuzione silenziosa
Di Crimea si parla poco. Eppure, dopo la sua annessione (di fatto, ma non di diritto) alla Federazione Russa, questa regione è diventata un laboratorio, unico nel suo genere, di russificazione forzata. Anche da un punto di vista religioso. Alla fine di questo mese, infatti, tutti i religiosi che non sono ortodossi del Patriarcato di Mosca, rischiano l'espulsione
Afghanistan, bilancio di 13 anni di guerra
Afghanistan, dopo 13 anni di guerra, 3400 morti fra le forze internazionali e 10.000 fra quelle afgane, quasi 20.000 morti fra i civili e un numero ancora imprecisato di talebani e terroristi di Al Qaeda, la missione Isaf finisce. Fallimento o successo? E quale sarà il futuro del nuovo Afghanistan così duramente provato?
Lotta contro l'Isis, si prepara il piano d'azione
A Bruxelles si sono riuniti ieri i ministri degli Esteri dei Paesi che fanno parte della coalizione internazionale contro l'Isis. La Nato garantisce appoggio per la ricostruzione dell'esercito nazionale iracheno, ormai completamente sbandato. Kerry annuncia le prossime mosse in Siria e Iraq. E non sono sempre buone.
L'Africa si arma invece che nutrirsi
L'Africa è il continente più povero, eppure è proprio quello che spende di più (in proporzione al suo magrissimo Pil) in programmi militari. In tutto il continente nero, l'aumento della spesa per la difesa è del 65% negli ultimi dieci anni. L'unico ruolo che i militari africani svolgono veramente è la protezione dei loro leader politici.
I talebani stressati si stendono sul lettino di Freud
Terrorizzare stanca, aumenta l’ansia e moltiplica le nevrosi. Al talebano, sull’orlo di una crisi di nervi, ora viene in soccorso il lettino dell'analista. Ce lo racconta La Repubblica, con l'intervista al dottor Nader Alemi, psichiatra dei talebani. Nel suo studio ne sono passati a centinaia, in preda all'angoscia e alla depressione.
Danimarca, fare il jihadista col sussidio di Stato
Schizofrenia politica: la Danimarca manda i suoi aerei in Medio Oriente per bombardare il Califfato, ma al tempo stesso accoglie a braccia aperte gli jihadisti che tornano dal fronte, li cura e li "riabilita". E paga loro i sussidi di disoccupazione, come a qualunque altro immigrato.
Sanzioni, la Russia accusa il colpo
Dopo averlo negato per mesi, il Cremlino, per bocca del ministro delle Finanze Anton Silouanov, ammette le sue perdite: 40 miliardi di dollari, 90-100 miliardi per il calo del prezzo del greggio. E il gigante del petrolio Rosnef ha bisogno di aiuti per altri 40 miliardi di dollari.
Hagel licenziato, ultimo bluff di Obama
Barack Obama licenzia il segretario alla Difesa Chuck Hagel, ritenuto responsabile dei mancati successi militari contro il Califfato. Ma la politica di Obama sembra celare un bluff: ritirarsi dal mondo e disinteressarsi della stabilità nelle aree strategiche, per conservare un vantaggio economico.