Srebrenica, la vergogna mondiale non è stata cancellata
Sono passati 20 anni da quel 11 luglio 1995 a Srebrenica dove i militari serbo bosniaci entrarono nella zona protetta dalle truppe olandesi e dell'Onu. Morirono 8372 musulmani. Emergono nuove responsabilità di Usa, Francia e Gran Bretagna, che non impedirono il massacro per non rompere le relazioni con i serbi.
Quante contraddizioni nei "Movimenti Popolari"
La visita del Papa in Bolivia passa anche dal II Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari, una galassia eterogenea di movimenti che si battono contro molteplici forme di emarginazione sociale. Evo Morales si presenta come la loro guida politica. Ma è un presidente autoritario. Mille contraddizioni spiegate da un giornalista boliviano: Oscar Diaz Arnau.
Sud Sudan un anniversario nel sangue
Quattro anni fa nasceva lo Stato più giovane del mondo: il Sud Sudan. Dopo guerra civile e il genocidio (scatenato dal Nord islamico), il Sud, prevalentemente cristiano e animista, credeva di aver trovato la pace nell'indipendenza. E invece: dal 2013, si combatte una guerra civile violentissima.
Ad attendere il Papa una Bolivia "agitata"
Diversi gruppi hanno annunciato che scenderanno in piazza durante la presenza del Pontefice in Bolivia. E anche la Chiesa, vessata dal regime di Evo Morales, si aspetta un miglioramento delle relazioni.
I generali del Pentagono studino Lawrence d'Arabia
Imporre all’esercito iracheno i modelli e l’organizzazione delle forze armate occidentali è uno sforzo inutile e sbagliato. Il Pentagonio dovrebbe studiare bene le strategie militari di Lawrence d'Arabia. Lo afferma generale in congedo Robert H. Scales, autorità in campo militare, ex comandante dell’Army War College.
Quelle emergenze che l'Europa non vuole vedere
La crisi greca è, diciamolo ancora una volta, un temporale mascherato da uragano. Come ogni temporale esige qualche precauzione, ma non è di certo un grave problema. I problemi urgenti e gravi dell’Europa di oggi sono altri, sono quelli di cui si parla poco o nulla. Dall’Ucraina al Vicino Oriente.
Siamo in troppi: così Kissinger diede l'ordine
Sul numero di giugno del mensile Il Timone, la giornalista Raffaella Frullone ha intervistato l’economista e demografo Gérard-François Dumont, che nel 1991 pubblicò il celebre saggio Il festino di Crono in cui prevedeva il suicidio demografico europeo. Conseguenza del Rapporto di Henry Kissinger del 1974.
Ecco perché terroristi e jihadisti paiono invincibili
A Sousse la polizia ha tardato a intervenire. Lo ha dichiarato il primo ministro tunisino Habib Essid presenziando alla cerimonia per commemorare le vittime dell’attentato del 26 giugno. L’attacco è durato quasi 35 minuti durante i quali il terrorista ha avuto il tempo di uccidere decine di turisti prima di venire ucciso.
Quando la lotta al razzismo è appesa a una bandiera
Negli Stati Uniti impazza da giorni l’ennesima buffonata. Si vuole a tutti i costi bandire per sempre la bandiera che durante la Guerra di secessione fu della Confederazione “sudista”. Amazon e Wal-Mart che non la venderanno più, e siti Internet che, seguendo il consiglio di Google, la rimuoveranno per sempre.
L'alleanza jihadista fra Isis e Uck minaccia l'Italia
Lo scenario jihadista albanese conferma i suoi stretti legami con l'Italia. Lo attestano gli ultimi arresti, eseguiti a Milano, Bergamo e Grosseto. Si tratta della punta dell'iceberg di un movimento più vasto, in Albania, dove le ex milizie indipendentiste dell'Uck stringono legami con i neo-arrivati dell'Isis.
L'offensiva dell'Isis nel Sinai
Lo Stato Islamico si palesa in un altro pezzo di mondo arabo: la penisola del Sinai. Pressoché fuori controllo dal 2011, questa regione strategica dell'Egitto, al confine con Israele, è stata oggetto di una vasta offensiva di jihadisti, forti di 300 miliziani ben armati e addestrati. Hanno attaccato nell'anniversario della deposizione di Morsi.
Donne decapitate. Non è una specialità solo dell'Isis
Ha destato molto scalpore la notizia della decapitazione di due donne siriane, accusate dall'Isis del reato di “stregoneria”. Ma la decapitazione delle due presunte “streghe” non può però essere considerata un atto bellico: è invece legato alla più consolidata tradizione wahabita e dell’Islam più ortodosso.