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SCUOLE PARITARIE

Un corso per salvare la libertà di educazione

La crisi economica colpisce in modo particolare le scuole paritarie, scarsamente aiutate dallo Stato. Eppure se oggi chiudessero, crollerebbe il sistema educativo in Italia. Intanto parte un corso su "la gestione delle scuole cattoliche in tempo di crisi".

Educazione 09_06_2013
Scuola

La situazione è questa: le famiglie italiane che mandano i figli alle scuole paritarie sostengono lo Stato con 6 miliardi di euro l’anno. A dirlo è Suor Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia (Federazione Istituti di Attività Educative). Com’è possibile? “Se le scuole paritarie chiudessero ci sarebbe un collasso del sistema welfare italiano. – spiega Suor Anna Monia – Alla scuola statale un allievo costa dagli 8 ai 10 mila euro l’anno. Contando gli allievi iscritti alle scuole paritarie, in totale lo Stato risparmia 6 miliardi di euro all’anno. E le famiglie con i figli alle paritarie pagano anche le tasse”.

Una situazione paradossale, che certamente non può durare per sempre. “L’Italia e la Grecia sono gli unici paesi europei in cui non è garantita la libertà di scelta educativa – prosegue Suor Anna Monia – e continuando così si rischia di annientarla per il futuro. Il problema non è che la scuola statale non sia buona, il problema è dare alle famiglie la possibilità di scegliere l’educazione dei propri figli, come è loro diritto da costituzione. Senza contare che se le scuole paritarie chiudessero, 200.000 persone rimarrebbero senza lavoro”.

La crisi riguarda le due sponde: quella del gestore della scuola e quella delle famiglie, che faticano a pagare la retta. In questo momento le strade battute per la sopravvivenza sono due, come spiega la presidente di Fidae: “Per riuscire a rimanere aperte le scuole paritarie non aumentano la retta e si stanno indebitando. Gli insegnanti inoltre si riducono lo stipendio con i contratti di solidarietà, pur di conservare il posto di lavoro. Dal canto loro le famiglie, che tengono a scegliere liberamente l’educazione dei propri figli, fanno delle rinunce per riuscire a pagare la retta”.

Ci si potrebbe chiedere dove si possono trovare le risorse per dare la possibilità di libera scelta tra scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria. “I soldi si trovano dalla riorganizzazione e da una buona concorrenza tra le scuole, con lo Stato che faccia da garante e controllore. – spiega Suor Anna Monia – La buona gestione fa ridurre i costi dell’allievo e la parità non solo è giusta, ma è anche conveniente economicamente!”.

Per tutelare le famiglie, la libertà di scelta e coloro che lavorano nella scuole paritarie, Fidae Lombardia ha organizzato con l’Altis (alta scuola impresa e società, Università Cattolica del Sacro Cuore) il corso di formazione: “La gestione delle scuole cattoliche in periodo di crisi”. Obiettivo del corso è aiutare le organizzazioni scolastiche ad andare oltre la crisi in atto, realizzando graduali processi di riorganizzazione e innovazione gestionale. Il percorso formativo, a cui possono partecipare religiosi e laici coinvolti nelle scuole paritarie e che parte a luglio, prevede cinque giornate di lavoro per affrontare i diversi temi. “Si affronterà ad esempio l’attività di fund raising – racconta Suor Anna Monia – la gestione dei costi e dei ricavi, la suddivisione delle rette per fasce di reddito, le forme di agevolazione per le famiglie che non riescono a pagare, anche grazie a quelle famiglie in grado di dare una mano che si fanno carico anche di parte della retta degli altri. Questo è possibile anche creando un forte senso di appartenenza all’istituto e un senso si solidarietà”.

Da ultimo Suor Anna Monia ci tiene a sfatare un mito: “le scuole paritarie e le scuole statali non sono una contro l’altra, ma devono agire insieme per il bene delle famiglie!”