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ATTACCO ALLA FAMIGLIA

Un altro referendum in Irlanda per colpire donna e matrimonio

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Al voto l’8 marzo per togliere dalla Costituzione il diritto della donna a rimanere a casa per badare alla famiglia e l’unicità della famiglia naturale.

Famiglia 28_02_2024
Leo Varadkar, premier irlandese (foto ImagoEconomica)

L'8 marzo l'Irlanda è chiamata a un referendum per votare su degli emendamenti alla Costituzione irlandese che mirano a eliminare i riferimenti alla madre e alla casa e a ridurre il matrimonio allo stesso livello di «relazioni durature» non definite. Queste “relazioni” potrebbero teoricamente includere rapporti come i matrimoni poligami e le “unioni a tre”. Se verranno approvati, sarà l'ultimo di una serie di atti che negli ultimi 30 anni hanno demolito in modo democratico il documento che è alla base dello Stato irlandese.

La Costituzione irlandese è stata redatta nel 1937, appena 15 anni dopo l'indipendenza dell'Irlanda, e si apre con questa frase: «Nel nome della Santissima Trinità, da cui proviene ogni autorità e a cui, come fine ultimo, devono essere riferite tutte le azioni sia degli uomini che degli Stati». È un'apertura profonda, che radica le leggi dell'Irlanda in Dio e nella legge naturale. Il resto del documento non è meno impressionante, in quanto offre una protezione significativa a tutta una serie di diritti naturali che sono fondamentali per una società sana, in particolare per quanto riguarda le famiglie, le madri e i bambini.

Poiché la Costituzione è così importante, gli emendamenti possono essere approvati democraticamente solo attraverso un referendum. Negli ultimi 30 anni, abbiamo sistematicamente strappato il cuore della Costituzione irlandese proprio attraverso queste votazioni. Nel 1995, il popolo irlandese ha votato a favore della legalizzazione del divorzio, seppure con margine risicato; poi, nel 2015, ha legalizzato il matrimonio gay, sempre tramite referendum; e, cosa tristemente nota, nel 2018 l'Irlanda è diventata il primo Paese al mondo a legalizzare l'omicidio di un bambino nel grembo materno tramite voto popolare.

Tutto questo è stato fatto in nome del “progresso”. L'Irlanda del XX secolo, secondo la narrazione popolare, era una teocrazia cattolica repressiva. La Costituzione ne sarebbe un altro esempio, con i suoi riferimenti a Dio e alle credenze arretrate sul matrimonio tra uomo e donna.

Ora, la nostra epoca progressista ha due nuovi bersagli: la cosiddetta clausola della “donna in casa”, l'articolo 41.2 della Costituzione irlandese, e una clausola che riconosce il matrimonio come fondante per le famiglie e che offre speciali protezioni a queste ultime, l'articolo 41.3.1.

La clausola “donna in casa” (41.2) impegna lo Stato a cercare di proteggere le madri dall'essere costrette a lasciare la casa per necessità economiche. La clausola riconosce che «con la sua vita all'interno della casa, la donna dà allo Stato un sostegno senza il quale il bene comune non può essere raggiunto». Ora il governo vuole sostituirla con una formulazione generica che non menziona la casa, né le madri, né cerca di proteggere le madri dalla necessità di andare a lavorare.

La nuova formulazione, se approvata, impegnerà lo Stato ad adoperarsi per sostenere i caregiver familiari, non le madri – o almeno i genitori – nello specifico. Questo emendamento ha ricevuto maggiore spazio sulla tv in Irlanda. Il governo sta spingendo perché venga approvato, sostenendo che la Costituzione afferma che il posto della donna è in casa, mentre le cose chiaramente non stanno così. Tuttavia, è preoccupato perché l'opposizione è trasversale a tutto lo spettro politico. Nonostante la pretesa secondo cui per essere “progressisti” si deve votare “sì”, molti riconoscono che rimuovere dalla Costituzione gli unici riferimenti diretti alle madri e alla casa costituirebbe un passo indietro. Come dimostra un recente sondaggio del think tank cristiano Iona Institute, la maggioranza delle madri vuole stare a casa, è solo perché la società ha fallito che sono costrette a lavorare.

Il secondo emendamento, tuttavia, è probabilmente più significativo, poiché minaccia di minare l'istituzione del matrimonio e della famiglia in Irlanda. Va tuttavia premesso che, introducendo il divorzio e il matrimonio gay, è già evidente il disprezzo che c'è per entrambi nella pratica, se non nella retorica.

Attualmente la Costituzione riconosce ufficialmente una sola famiglia, quella fondata sul matrimonio. Ma questo referendum sulla cosiddetta “uguaglianza familiare” sostiene che il riconoscimento costituzionale di una sola forma di famiglia sia una forma di discriminazione. Pertanto, il governo sta spingendo per un emendamento che dia riconoscimento alla famiglia basata sul matrimonio o su «altre relazioni durature».

Ma, come sottolinea il commentatore conservatore David Quinn su The Irish Catholic, nessuno sembra sapere come si possa definire una «relazione duratura». Il governo dice di avere in mente le coppie conviventi, i nonni con un nipote o i genitori single con un figlio. Ma un ex ministro della Giustizia, il senatore Michael McDowell, prevede numerose conseguenze per l'emendamento del governo, ad esempio sulla divisione dei redditi, delle case, delle aziende e delle fattorie, sul diritto pensionistico, sul diritto fiscale, sul diritto delle successioni e sul diritto dell'immigrazione.

Gli esperti legali e i politici avvertono tutti che il governo non ha alcun controllo su cosa sia una relazione duratura. Qualsiasi sia la promessa, potrà essere interpretata in qualsiasi modo, comprese le relazioni poligame e poliamorose, i partner conviventi, le fidanzate e i fidanzati a lungo termine. Spetterà in larga misura ai tribunali stabilirne il significato caso per caso.

Un'altra possibilità, delineata da uno studioso di diritto, è che i tribunali prendano spunto dal governo. Se, per ipotesi, l'emendamento venisse approvato, la prossima volta che il governo approverà una legge sull'immigrazione e definirà quali relazioni dovranno essere incluse, i tribunali ne terranno conto nelle loro sentenze. Ma questo significa che voteremo sul significato di “relazione duratura” da qui all'eternità. Ogni voto per un nuovo governo potrebbe significare una nuova definizione.

In ogni caso, il fatto di dare alle relazioni durature gli stessi diritti del matrimonio minaccia di svuotare la nostra concezione del matrimonio e della sua posizione speciale nella Costituzione. Questo cambiamento è un altro segno del fatto che l'impegno dell'Irlanda moderna per il progresso ha la meglio sulla ragione e su un'autentica cura per il bene comune. Senza dubbio aggraverà il calo delle nascite, la crescente disgregazione delle famiglie e il degrado sociale, attaccando i valori e le leggi fondamentali dello Stato irlandese.

*The Irish Catholic



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