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FRONTEX E DINTORNI

Ue, sull'immigrazione che disastro

L’esplosione dell’immigrazione illegale è una taciuta evidenza. L’Italia resta il paese europeo più esposto agli sbarchi perché è l’unico a non avere adottato contromisure idonee a scoraggiarli. Noi non possiamo fare alcun muro nel Mediterraneo ma dobbiamo tornare ad occuparci del "Mare Nostrum", dello sviluppo dei paesi rivieraschi e subsahariani e, con o senza Frontex, fare una barriera navale, oggi più che mai legittima.

Editoriali 24_10_2022

L’esplosione dell’immigrazione illegale è uno dei tanti problemi che, volenti o nolenti, la Guerra in Ucraina, ha cancellato dal dibattito mass mediatico, ma non per questo, è stato affrontato e  risolto in sede europea. L’ultimo rapporto di Frontex del 13 ottobre, l’agenzia europea che dovrebbe, con i singoli paesi, proteggere i confini del continente, non lascia spazio ad alcun dubbio: gli immigrati illegali nell’Ue sono stati 228.240, facendo segnare un + 70% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Le rotte preferite dai mercanti di esseri umani sono: la rotta balcanica con un +170% (106 mila), seguita da quella del Mediterraneo dell’est tra Grecia e Turchia che segna un +118% (più di 28 mila) e la nostra direttissima rotta del centro mediterraneo, con partenza dai porti di Tunisia, Algeria, Libia per sbarchi nelle regioni del meridione di Italia con il 42% (circa 65 mila). Un interessante analisi di questi dati, fatta dal centro studi strategici “Analisi Difesa”, evidenzia che “l’Italia resta il paese europeo più esposto agli sbarchi dal mare perché è l’unico a non avere adottato contromisure idonee a scoraggiare gli sbarchi.

L’Italia continua ad accogliere chiunque paghi criminali per raggiungerla e spalanca i porti (unica nazione a farlo) a tutte le navi delle Ong impegnate nel Mediterraneo”. Si precisa, a scanso di ogni equivoco che “dei clandestini sbarcati in Italia nessuno fugge da guerre”, essendo principalmente di nazionalità egiziana, tunisina e bengalese. Facciamoci una domanda sul funzionamento di Frontex e come dovrebbe agire l’Italia. Frontex innanzi tutto. L’agenzia che ha sede a Varsavia, già questo la dice lunga, è nel pieno della bufera un rapporto dell’OLAF (agenzia antifrode europea) per i mancati controlli svolti nel mar Egeo nel 2020, le connivenze problematiche con le autorità greche e per irregolarità diffuse tra funzionari e che hanno portato alle dimissioni, lo scorso aprile, del Presidente francese della agenzia Fabrice Leggeri.

Ora al governo della struttura ci sono due funzionari dei paesi baltici (Aija Kalnaja e Uku Särekanno) e un ex poliziotto tedesco (Lars Gerdes). I giorni scorsi, 18 ottobre, il Parlamento EU ha rifiutato di approvare gli stanziamenti di bilancio per il 2022, ennesimo schiaffo. Ad inizio dello scorso settembre, il Parlamento europeo, insieme ai rappresentanti permanenti di alcuni paesi che si alternano alla presidenza del Consiglio Europeo (Repubblica Ceca, Svezia, Spagna, Belgio e Francia), avevano approvato un ‘Patto sulla migrazione e l'asilo’ con l’impegno di portarlo in approvazione del Consiglio e farlo entrare in vigore entro febbraio 2024, per prima delle prossime elezioni europee del maggio 2024. Per raggiungere un accordo operativo prima del febbraio 2024, i negoziati dovrebbero iniziare entro la fine del 2022.

Il sistema attualmente in vigore non funziona: la soluzione prospettata nel 2020 dalla Commissione di ricollocamento obbligatorio ( o quote di reinsediamento) non ha convinto i governi europei; il "meccanismo di solidarietà volontaria" proposto dalla Francia nelle prime settimane del suo semestre di presidenza europea provenienti dagli Stati meridionali, ha portato al trasferimento di soli 8000 immigrati. Tuttavia, molti Paesi dell'UE dalla Danimarca alla Grecia, dai paesi centro europei alla Grecia stanno proponendo un percorso più severo nella politica migratoria chiedendo una più seria protezione delle frontiere esterne dell'UE, per prevenire la "migrazione illegale", e una politica di rimpatrio più restrittiva e comune.

La scorsa settimana, la Repubblica Ceca come presidente di turno, ha proposto una nuova bozza di intesa ai governi, nella quale si parla di "responsabilità flessibile" e non solo di “Solidarietà flessibile” come propone la Commissione per risolvere i problemi della riforma migratoria dell'UE. “La solidarietà flessibile è stata discussa a lungo, ma esiste anche una responsabilità flessibile. Ciò significa che gli Stati che si trovano sotto una pressione migratoria davvero forte, dovrebbero essere autorizzati a semplificare alcune procedure...un compromesso equilibrato che sia accettabile per i Paesi di Visegrad e gli Stati meridionali", ha spiegato il ministro dell'Interno ceco Vít Rakušan. La proposta, ancora secretata nei suoi particolari, dovrebbe essere definitivamente discussa alla prossima riunione dei 27 ministri degli Interni europei dell’8-9 dicembre.

Vedremo che succederà, certamente i nuovi governi di centro destra svedese ed italiano dovranno far pendere la bilancia verso la ragione, la difesa dei confini ed una immigrazione eventualmente ‘a chiamata’, piuttosto che proseguire con l’attuale sistema di favoreggiamento culturale del multiculturalismo e mercanteggiamento globale di esseri umani. Diversamente, visto che moltissime competenze sulla immigrazione sono nazionali, è bene attrezzarci e presto. Senza disturbare le politiche dei paesi centro europei ed i nuovi accordi tra Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca  e Ungheria, si sfidi Letta&Co. sul modello restrittivo della socialista Danimarca (che porta alta occupazione dei pochi nuovi migranti e deportazione degli irregolari in altri paesi) o sulle nuove proposte di Macron (meno visti, più espulsioni e, se c’è lavoro, più integrazione).

Noi non possiamo fare alcun muro nel Mediterraneo ma dobbiamo tornare ad occuparci del ‘Mare Nostrum’, dello sviluppo dei paesi rivieraschi e sub shariani africani e, con o senza Frontex, fare una barriera navale, oggi più che mai legittima, visto che anche la socialista Sanna Marin e la sua Finlandia ne stanno costruendo uno per fermare i migranti (senza alcuna opposizione europea).