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PROFILO

Tagle, il cardinale che ama i casinò

Il nome del cardinale filippino è tra i più gettonati tra i papabili: parla molto dei poveri (e si commuove a ogni discorso) ma frequenta volentieri i miliardari che controllano i casinò del Pacifico, e diverse fonti concordano nel dire che lui stesso gioca regolarmente nei casinò di Macao.

Ecclesia 06_05_2025

Tra i nomi dei papabili che circolano va messo in rilievo quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, 67 anni, prelato in vista nella Curia romana ma con un blocco di cardinali asiatici che, dal 1963, sono passati da 2 a ben 23; di questi, 20 sono stati nominati da papa Francesco, anche per piccolissime diocesi con 1500 anime (Mongolia).

Nominato arcivescovo di Manila da Benedetto XVI, Tagle fu poi chiamato a Roma nel 2019 da papa Francesco come Prefetto della Congregazione per la Evangelizzazione dei popoli, per sostituire il cardinale Fernando Filoni, “promosso” a Gran Maestro dei Cavalieri del Santo Sepolcro quando gli mancavano tre anni per finire il suo mandato di prefetto. Probabilmente Filoni pagava le riserve espresse sull’accordo tra Vaticano e Cina per la nomina dei vescovi, mentre Tagle si era sempre mostrato entusiasta. Con la riforma della Curia nel 2022 e la creazione del Dicastero per l’evangelizzazione sotto la guida di papa Francesco, Tagle è diventato pro-prefetto, mantenendo la supervisione su Asia, Africa e Oceania, e molte diocesi dell’America Latina, per un totale di quasi 1200 diocesi, più di un terzo del totale delle diocesi nel mondo. La nomina dei nuovi vescovi o cardinali nelle zone del Dicastero per la Evangelizzazione dipende in gran parte dal pro-prefetto Tagle. In conclusione, 68 cardinali - più della metà di quelli in conclave – provengono da Asia (23), America latina (23), Oceania (4) e Africa (18), e quasi tutti hanno a che vedere con Tagle. È quindi molto probabile che nelle prime votazioni il cardinale Tagle sarà un forte candidato.

Ma chi è Tagle? È nota la sua formazione alla “scuola di Bologna”, che interpreta il Concilio Vaticano II come una “rottura”, un nuovo inizio nella storia della Chiesa; nuovo inizio che, in questa prospettiva, è stato bloccato e tradito da San Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI.

 Secondo Tagle, con la elezione di Francesco questa fonte di rinnovamento è stata riaperta (vedi il suo articolo “Black Week at Vatican II”, nella voluminosa Storia del Concilio Vaticano II). Tagle non si è mai discostato dalle posizioni più estreme di Francesco e la conferenza episcopale delle Filippine – unica tra le conferenze episcopali di tutto il mondo – non a caso ha interpretato Amoris Laetitia come un via libera generalizzato per dare la comunione alle coppie irregolari.

Ascoltando diversi discorsi di Tagle si può vedere un filo conduttore: Tagle piange quasi in ogni suo discorso, ma piange sempre per le sofferenze provocate da condizioni materiali: violenza, mancanza di lavoro o di soldi, abbandoni, ingiustizie. Certo le condizioni materiali provocano grandi sofferenze, e la Chiesa cerca di alleviarle, ma questo non è il fine della Chiesa; la missione propria della Chiesa è quella di annunciare la buona notizia che libera il cuore dell’uomo dall’egoismo e aprire il cielo, sperimentare già il Regno dei cieli, scoprire l’amore e la Provvidenza di Dio anche in mezzo alle sofferenze.

L’approccio marxista non capisce che le sofferenze più grandi non sono quelle materiali ma quelle dello spirito, sperimentare il non senso o l’assurdo anche se hai lo stomaco pieno e il futuro assicurato: per questo nelle poverissime Filippine ci sono tre suicidi per centomila persone mentre nel ricco Giappone ce ne sono otto volte tanti, e nella ricchissima Corea del Sud dieci volte tanto.  

Tagle però non parla della sofferenza dell’anima ma piange sulle sofferenze materiali. A un intervistatore che gli chiedeva chi fossero stati i suoi veri “maestri” Tagle ha fatto proprio il nome dei teologi latinoamericani della liberazione: Boff, Gutiérrez, e Segundo Galilea; e tra le donne, le tre teologhe femministe più estreme: Elizabeth Johnson, Elisabeth Schüssler Fiorenza, e Rosemary Ruether, che predicano la rabbia e il risentimento.  

Ma mentre si commuove per la povertà materiale, le sue amicizie rivelano un'altra verità. Una amicizia chiave per comprenderlo è quella con mons. James Benavente, molto noto nell’isola di Guam e rettore della cattedrale. Benavente è noto per il lusso di cui si circonda, tra cui automobili, case (tre acquistate per sé) e un intero complesso residenziale per la sua famiglia, ristoranti costosi e feste esclusive in resort e hotel a cinque stelle come il Saipan World Center e il Makati Shangri-La a Manila. È stato sottoposto a diverse indagini per frodi finanziarie e il dossier su di lui al Dicastero per la Evangelizzazione – a detta del Cardinal Filoni – è così nutrito che nonostante l’appoggio di Tagle non è mai stato nominato vescovo di Guam. Tagle e Benavente sono stati entrambi fatti Cavalieri del Santo Sepolcro a Manila nello stesso giorno nel 2010 dal governatore generale dell’ordine venuto apposta dall’Europa.

Benavente è molto vicino alla famiglia milionaria dei Calvo, che sono i principali benefattori della cattedrale di Guam. I Calvo sono proprietari del Bank of Saipan, il principale investitore per la costruzione dei casinò a Saipan (Isole Marianne). Una investigazione dell’FBI scoprì che l’Imperial Pacific, il casinò di Saipan costruito da imprenditori cinesi con il finanziamento dei Calvo, aveva raccolto dai tavoli da gioco in sei mesi nel 2017 più denaro di quello raccolto da tutti i casinò di Macao. Se si considera che il giro di denaro a Macao è molto superiore a quello di Las Vegas, si comincia ad avere una idea della dimensione di affari di cui stiamo parlando. L’FBI fece chiudere il casinò con l’accusa di riciclaggio di denaro.

Benavente, grazie alla sua amicizia con i Calvo, introdusse a Tagle le due grandi famiglie cino-fililippine che controllano gran parte dell’industria dei casinò nel Pacifico e per i quali l’accesso a Guam e a Saipan significa la porta di ingresso negli Stati Uniti, così come Macao rappresenta la porta di ingresso alla Cina: la Famiglia Sy e la famiglia Tan. In particolare, Teresita Sy-Coson, una miliardaria filippina al nono posto nella lista di Forbes, e sua madre, Felicita Tan, grande benefattrice della diocesi di Imus (prima diocesi dove Tagle divenne vescovo) e della diocesi di Manila. Teresita è vicepresidente della SM Investment Corporation, proprietaria attraverso la Belle Corporation di casinò in tutto il Pacifico e, attraverso la Melco Corporation, di casinò a Macao. Stiamo parlando di giri di miliardi e miliardi di dollari che riguardano una industria in enorme e costante crescita in Cina e negli Stati Uniti.

Non è solo questione di amicizie e conoscenze: ci sono almeno 5 fonti, che vogliono restare nell’anonimato, – di cui tre da Macao – concordi nel testimoniare che il cardinal Tagle gioca regolarmente nei casinò di Macao attraverso un proxy o un avatar che fa le giocate per lui. Se si tratti di vizio del gioco o di altro non è dato sapere, ma è certo che Tagle è inserito in una rete di miliardari che hanno tutti a che vedere con lo sviluppo dei casinò nel Pacifico.

E viene spontaneo pensare che questa sia anche la fonte finanziaria dei brevi e lunghi filmati (produzioni costose) che da un mese stanno inondando tutti i media e i social, da YouTube a Tiktok, per sponsorizzare Tagle come prossimo papa, esaltandone la sua straordinaria capacità, la sua compassione, le sue origini di immigrato (il nonno).

 



SCENARI

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10_12_2019 Nico Spuntoni

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