Ritorno alle Langhe, alla scoperta di Pavese
L’idea del viaggio, di una vita in cui si prende consapevolezza di sé e della realtà, è centrale in tutta la produzione di Pavese. Come ad esempio nel suo ultimo romanzo, La luna e i falò, dove il protagonista fa ritorno al suo paese natìo, ossia Santo Stefano Belbo.
Pavese, la comunione con l’altro come chiave di vita
Raggiunto l’apice del successo, a 42 anni non ancora compiuti, Cesare Pavese si suicidò. La vittoria (Premio Strega) era stata la conferma dell’inutilità di ogni sforzo dell’uomo di darsi da solo la felicità. L’adesione al Comunismo aveva mostrato l’inconsistenza dell’ideologia e si era risolta in solitudine esistenziale. Eppure lui aveva intuito, anni prima, in cosa consiste «la compagnia che non falla».
L'ESERCITAZIONE
Per Pavese "ogni guerra è una guerra civile"
Davanti alla contraddizone della guerra Cesare Pavese capisce che nulla può giustificare la violenza. Ma se la maturità dell’uomo è per lui accettazione della vita e del destino che incombe, quando non si tramuta in amore, lascia solo tristezza e malinconia.