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Strickland sveglia i confratelli: fermare padre Martin

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La cresima di un noto omosessuale e il compagno come padrino, con l'intoccabile gesuita arcobaleno. A sollevare il caso è il vescovo emerito di Tyler ricordando all'assemblea dei vescovi USA che è ora di frenare l'attivismo LGBT nella Chiesa. Ma c'è chi preferisce restare a guardare.
- Coakley a capo dei vescovi USA, effetto Cupich non pervenutodi Nico Spuntoni

Ecclesia 14_11_2025

Questa settimana, l'assemblea autunnale della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) è stata scossa di nuovo dall'intervento del vescovo Joseph Strickland, che ha chiesto di agire contro la diffusione dell'ideologia LGBT nella Chiesa. Il 12 novembre, i membri della conferenza episcopale stavano discutendo le direttive per le scuole cattoliche, quando il vescovo emerito di Tyler, Strickland, si è alzato in piedi per un intervento non previsto. Dato che siamo in materia di dottrina», ha esordito, «un sacerdote e altre persone si sono riuniti per celebrare la cresima di un uomo che vive apertamente con un altro uomo... è necessario affrontare la questione. Ancora una volta è coinvolto padre James Martin». 


L'incidente a cui Strickland si riferiva erano la cresima e l'accoglienza nella Chiesa cattolica, avvenute l'8 novembre, del conduttore televisivo della ABC Gio Benitez, apertamente omosessuale. Il “marito” dell'uomo ha fatto da padrino alla cresima. Martin era uno dei tre sacerdoti concelebranti, poiché Benitez gli attribuisce il merito della sua “conversione”. Sia Benitez che suo “marito” hanno poi ricevuto la Santa Comunione durante la Messa che è seguita, nella chiesa di St. Paul the Apostle a Manhattan, nota per la sua attività a favore della comunità LGBT.  

Le linee guida dell'arcidiocesi di New York per l'accoglienza degli adulti nella Chiesa stabiliscono che i candidati devono dimostrare di vivere in conformità con gli insegnamenti della Chiesa. Data l'immutabile proibizione della Chiesa di accettare qualsiasi stile di vita omosessuale, il fatto che Benitez si presenti come ancora “sposato” con un uomo dimostra che non ha soddisfatto in alcun modo i criteri richiesti. «Qui stiamo parlando di dottrina», ha detto Strickland mercoledì. «Ho solo pensato che fosse necessario sollevare la questione; so che non fa parte di nessun ordine del giorno, ma questo organismo si è riunito e dobbiamo affrontarla». 

L'attivismo LGBT di Martin è ben documentato e, grazie all'amicizia e al patrocinio di cui ha goduto da parte di papa Francesco, tale attività è cresciuta senza controllo negli ultimi anni. Il sostegno papale alle sue conferenze annuali LGBT ha fatto sì che l'attività di Martin assumesse un nuovo livello di intoccabilità.
L'indignazione per la cerimonia di Benitez si è diffusa tra molti cattolici online, poiché il filmato è diventato rapidamente virale mercoledì pomeriggio. Tuttavia, la risposta ufficiale dell'USCCB non è stata solo silenziosa, ma inesistente. Strickland è stato ringraziato dal presidente dell'assemblea e la conversazione è proseguita secondo i programmi.  

Questo fatto ha diviso i cattolici statunitensi. Alcuni – in particolare i precedenti critici di Strickland – lo hanno accusato di aver fatto uno spettacolo inutile per ottenere notorietà o addirittura per attirare clic, sostenendo che avrebbe dovuto sapere che quella non era la sede adatta per la sua osservazione. Strickland ha esordito ammettendo che il suo intervento era fuori tema rispetto alla discussione in corso, ma ha aggiunto che era comunque pertinente poiché i vescovi stavano discutendo di dottrina. Anche il contesto è fondamentale, poiché ha sollevato la questione alla prima occasione che gli è stata data dopo aver visto il filmato online proprio quel giorno. 

Tale divisione evidenzia l'insensibilità di molti al riguardo, compresa la USCCB. Colui che è stato dipinto come un cattivo è Strickland, poiché ha interrotto il programma della giornata. Martin, invece, sembra essere sfuggito senza alcuna censura o rimprovero pubblico. 
Sebbene le riunioni dell'USCCB possano rivelare alcune interessanti dinamiche e politiche ecclesiali, il giorno in cui l'episcopato statunitense nel suo insieme sarà più sollecito dell'agenda quotidiana che di un grave sacrilegio pubblico, sarà il giorno in cui l'USCCB dovrebbe cessare di esistere.  

In effetti, l'USCCB è da tempo a disagio con quel genere di verità che Strickland ha il coraggio di sollevare. Durante la riunione dei vescovi statunitensi del novembre 2018, Strickland ha contestato ai suoi confratelli prelati la mancanza di azione riguardo al male dell'omosessualità e ha chiesto perché a Martin fosse permesso di viaggiare liberamente e promuovere un rifiuto de facto dell'insegnamento cattolico sull'omosessualità.  
Rimosso da Francesco dalla sua sede nel novembre 2023, Strickland ha da allora fatto riferimento al suo discorso del 2018 come a un episodio chiave che ha irritato la gerarchia statunitense.  
Infatti, come ha osservato Strickland in quell'anno, il problema dell'omosessualità rimane cruciale per la crisi che la Chiesa in America ha subito, soprattutto sulla scia dello scandalo McCarrick. L'insegnamento della Chiesa non è cambiato, ma pochi vescovi sono disposti a proclamarlo senza vergogna nella sfera pubblica.  

Se a ciò si aggiunge il sostegno papale di cui godono persone come padre Martin, ne consegue che la Chiesa sembra aver effettivamente cambiato la propria posizione sui temi LGBT. Allo stesso tempo, l'enfasi dottrinale è stata sacrificata a favore di polemiche sociali, come quella sull'immigrazione.  I vescovi che lanciano appelli appassionati affinché i funzionari di frontiera rispettino la dignità dell'uomo sembrano aver dimenticato la più ampia realtà spirituale di tale affermazione.

Nel 1975 il documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, Persona humana, osservava, in merito alla più ampia questione dell'omosessualità, che «non può esserci vera promozione della dignità dell'uomo se non si rispetta l'ordine essenziale della sua natura». La lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede ai vescovi, del 1986, Sulla cura pastorale delle persone omosessuali  affermava che «un atteggiamento veramente pastorale includerà la necessità di evitare alle persone omosessuali le occasioni prossime di peccato». Aggiungeva che i vescovi dovevano assicurarsi che qualsiasi «programma pastorale» nelle diocesi stabilisse «chiaramente che l'attività omosessuale è immorale». 

L'intervento di Strickland di mercoledì sarà stato fuori tema rispetto al programma, ma era pienamente in linea con quelle che dovrebbero essere le priorità spirituali dell'episcopato statunitense.