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LA POLEMICA

Roccella tocca un nervo scoperto: l'antisemitismo è a sinistra

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Eugenia Roccella parla di Shoah e viene linciata dalla sinistra. Ma ha ragione: le visite ai campi di sterminio non servono, se poi chi partecipa aderisce alla nuova ondata di antisemitismo. Che è un'ondata di sinistra. 

Editoriali 14_10_2025
Eugenia Roccella (La Presse)

Nel bel mezzo della festa per la tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani, scoppia la polemica, tutta italiana, sulla memoria della Shoah. Protagonista è Eugenia Roccella, solitamente presa di mira dalle femministe di “Non una di meno” perché è contro l’aborto. Ma in questo caso, è diventata bersaglio di tutta la sinistra e anche della senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah e a sua volta vittima di insulti e minacce da quando è scoppiata la guerra mediorientale.

Parlare di Shoah è sempre molto pericoloso, come camminare in bilico su un cavo dell’alta tensione, una trappola letale per ogni comunicatore pubblico e politico. Il genocidio più letale del Novecento (6 milioni di morti, in appena tre anni e mezzo, la comunità ebraica europea quasi del tutto sterminata) non permette leggerezze e fa i conti con la memoria e le esperienze dei sopravvissuti e dei loro figli e nipoti. Ma cosa ha detto il ministro della Famiglia? «L’antisemitismo ha trovato nell'ultima fase del conflitto israelo-palestinese una giustificazione per riemergere ed essere rilegittimato. Il gusto con cui si usa la parola genocidio, ributtandola in faccia a chi del genocidio ha un’esperienza storica molto documentata e precisa, è davvero sconvolgente. Non si è fatto i conti fino in fondo con l’antisemitismo nel nostro Paese. Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? Sono servite, secondo me, sono state incoraggiate e valorizzate, perché servivano effettivamente all’inverso. Ovvero servivano a dirci che l'antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo. Le gite ad Auschwitz secondo me sono state un modo per ribadire che l'antisemitismo era una questione fascista e basta».

Per queste parole, la Roccella è stata contestata da tutta la sinistra. Ma la diretta interessata difende la posizione: «Ho toccato un nervo scoperto, ho detto la verità. Ho detto che sono gite? Sono gite se poi vediamo studenti nelle piazze che urlano slogan antisemiti e insultato Segre. Quanti in quelle piazze avevano fatto quei viaggi?».

Ed effettivamente è così, a dimostrarlo sono episodi anche recentissimi e i numeri: in Occidente l’antisemitismo si è trasferito a sinistra e non è mai morto nel mondo islamico. Chi ha aggredito turisti ebrei a Venezia, l’estate scorsa? Dei musulmani nordafricani. Chi ha aggredito un ebreo francese e suo figlio in un Autogrill fuori Milano? Altri musulmani, di origine palestinese. Chi ha sfilato a Roma, lo scorso 4 ottobre, sotto lo striscione che inneggiava al pogrom del 7 ottobre ("Giorno della Resistenza palestinese")? Sempre estremisti di sinistra. Chi ha manifestato, senza autorizzazione, per la Palestina, proprio il 7 ottobre? Sempre organizzazioni di estrema sinistra e i Giovani Palestinesi Italiani. Chi ha discriminato gli ebrei nelle università, in America e in Europa, da tutto il 2024? I collettivi studenteschi di sinistra. E la prima organizzazione che ha distribuito volantini che inneggiavano al 7 ottobre? Black Lives Matter, estrema sinistra. Per il sindaco di Londra, Sadiq Khan, lo slogan ricorrente delle manifestazioni pro-Pal "Dal fiume al mare, la Palestina sarà libera", non è uno slogan antisemita. Ma implica la distruzione dello Stato che attualmente si estende dal fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo): Israele, dove vivono 7,2 milioni di ebrei. 

Proprio ieri, 13 ottobre, mentre infuriava la polemica sulla Roccella, la scrittrice Cecilia Parodi veniva condannata a un anno e sei mesi. Il processo vedeva al centro un video, pubblicato su Instagram, nel quale l’autrice aveva affermato, tra le altre cose, «Odio tutti gli ebrei, odio tutti gli israeliani, dal primo all’ultimo, odio tutti quelli che li difendono, tutti tutti, tutti i giornalisti, tutti i politici, tutti i paraculi. Vi odio perché mi avete rovinato la vita, la fiducia, la speranza». E aggiungeva: «Spero di vederli tutti impiccati! Giuro che sarò la prima della fila a sputargli addosso!».  Cecilia Parodi, che si è distinta anche per la sua apologia del defunto capo di Hamas, Yahya Sinwar, mente del 7 ottobre, non è un’estremista di destra. È una scrittrice stimata dalla sinistra italiana, ospitata non solo dai massimalisti del Carc (marxisti leninisti), ma anche dai Giovani del Pd, nel febbraio 2024 per un convegno su “Palestina e apartheid”. 

Non si tratta di casi isolati, i numeri sono lì a dimostrarlo. Secondo l’ultimo rapporto Cdec (Centro Documentazione Ebraica Contemporanea), in Italia sono «877 gli episodi di antisemitismo selezionati come tali dall’Osservatorio nel corso del 2024. Di questi, 600 riguardano l’antisemitismo in rete e 277 si compongono di atti accaduti materialmente». Antisemitismo non è "critica alla guerra di Israele" e neppure "odio contro il governo Netanyahu", qui, per antisemitismo, si intende proprio l'odio contro gli ebrei, in quanto tali. Che cosa spinge l’antisemitismo, in questi anni? «Le matrici ideologiche spesso si mescolano e la classificazione viene fatta in base al tema preminente». L’osservatorio rileva che l’8,3% degli atti antisemiti è di matrice neo-fascista o neo-nazista. Il 2,6% è anti-giudaismo (religioso). Il 3,4% deriva da teorie cospirative. Il 12,9% è generico, ideologicamente non classificabile. Ma il 72,7% è "antisemitismo legato ad Israele". Ed è una caratteristica sia della sinistra, sia degli islamisti. Sono dunque queste le principali matrici del nuovo antisemitismo.

L’Osservatorio constata che «“Sionista” (con molteplici variazioni lessicali: nazi-sionista, sionazi, sionisti suprematisti, ecc…) è il termine maggiormente usato per identificare gli ebrei, evita l’accusa di antisemitismo e conferisce ai pregiudizi afflati democratici e antirazzisti. Al “sionista” è possibile attribuire senza remore le accuse più tetre dell’archivio antigiudaico (odio verso il genere umano, esclusivismo, assassinio e cannibalismo rituale, deicidio, ecc…)».

L’antisionista di sinistra non ha alcun problema a contraddirsi: oggi visita Auschwitz e domani può riempire il web o le strade di insulti contro i “sionazi” e affermare di odiare “tutti gli ebrei”. Eugenia Roccella ha constatato quel che è sotto gli occhi di tutti, ormai: la sinistra solidarizza solo con gli ebrei morti. E neppure tutti, perché gli ebrei vittime dei pogrom arabi (quasi un milione gli ebrei fuggiti dai paesi a maggioranza islamica dagli anni ‘40 agli anni ‘70) sono stati dimenticati, seppure migliaia di essi abbiano trovato rifugio in Italia.