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IL GRANDE ORIENTE FRANCESE

Ridefinire la natura, la nuova sfida della Massoneria

"Oggi la Massoneria si occupa soprattutto dei problemi sociali. E’ stata per esempio molto presente nei dibattiti sulla bioetica". La prefazione del libro di Angela Pellicciari "I Papi e la Massoneria" mostra il rapporto inscindibile tra la Repubblica francese e il Grande Oriente. 

Ecclesia 03_05_2017
Francois Hollande

Pubblichiamo la prefazione al libro I papi e la Massoneria di Angela Pellicciari, uscito in questi giorni in edizione aggiornata per Ares. 

Nel gennaio 2012, candidato alla Presidenza della Repubblica, François Hollande in visita al Grande Oriente di Francia, afferma: “Se si crede, come nel mio caso, nella Repubblica, a un certo punto bisogna passare per la Massoneria”. Il 27 febbraio 2017, Presidente della Repubblica, François Hollande torna a rue Cadet, sede del Grande Oriente, per esprimere la riconoscenza che la Repubblica deve ai massoni: “La mia presenza è in riconoscenza di quanto avete fatto per la Repubblica”. I legami fra repubblica e massoneria sono talmente stretti che, assicura Hollande, l’una difenderà l’altra: “La Repubblica è consapevole di quello che vi deve e voi sarete sempre pronti a difenderla”; “Chi vuole attaccare la Massoneria attacca la Repubblica”.

Hollande stabilisce un rapporto biunivoco, esclusivo, fra ordine libero muratorio e repubblica francese. Non c’è l’una (“a un certo punto bisogna passare per la Massoneria”) senza l’altra. In un’intervista comparsa su Le Monde il 28 febbraio 2017, Pierre Mollier, responsabile del Museo della Massoneria e membro del Grande Oriente, andando a ritroso nel tempo, racconta come la Massoneria abbia costituito l’anima della terza repubblica: “Tra il 1880 e il 1914 la maggioranza delle più importanti leggi che sono alla base della nostra società democratica moderna (libertà di stampa, libertà di associazione, inizi della protezione sociale, scuola laica e gratuita, etc.) sono ideate e quindi promosse dalle logge”.

Fra le conquiste legislative della terza repubblica ce n’è una che le compendia tutte e che pure, curiosamente, Mollier non menziona: la legge del 9 dicembre 1905 sulla separazione delle Chiese dallo Stato, legge che ancora oggi costituisce l’architrave ideologico cui rendono un omaggio di tipo quasi sacrale tutti gli esponenti della Francia repubblicana.

A questa legge si arriva per tappe, dopo aver visto “laicizzare le scuole e gli ospedali; strappare i chierici ai loro studi e alla disciplina ecclesiastica per costringerli al servizio militare; disperdere e spogliare le congregazioni religiose e ridurre la maggior parte dei loro membri all'estrema miseria”; “bandito dai tribunali, dalle scuole, dall'armata, dalla marina, infine da tutte le istituzioni pubbliche, ogni atto o simbolo che potesse in qualche modo ricordare la religione”. Così scrive Pio X nell’accorata protesta contenuta nell’enciclica Vehementer nos indirizzata l’11 febbraio 1906 a vescovi, clero e tutta la popolazione francese.

La legge di separazione stato-chiesa è frutto dello “odio” contro la chiesa proprio delle “empie sètte che curvano le vostre teste sotto il loro giogo” nell’intento dichiarato di “decattolicizzare la Francia”. Papa Sarto non nomina i massoni ma che si riferisca alla loro associazione non ci sono dubbi.

“La violenza dei nemici della religione” abolisce il Concordato firmato con Napoleone nel 1801 (“se il governo francese ha assunto nel Concordato l'incarico di assicurare ai membri del clero un trattamento che permettesse loro di provvedere convenientemente al loro mantenimento e a quello del culto religioso, non ha fatto certo tutto questo a titolo di gratuita concessione: vi si obbligò per risarcire almeno in parte i beni della Chiesa, dei quali lo Stato si era appropriato durante la prima Rivoluzione”) venendo meno “alla fede giurata”, senza nemmeno informare la Santa Sede della volontà di farlo (“La grande ingiuria inflitta alla Sede Apostolica con l'abrogazione del Concordato, aumenta ancora, e in modo eccezionale, se si considera la forma con la quale lo Stato ha operata l'abrogazione”). 

In nome della libertà il governo francese non solo “priva la chiesa dei mezzi necessari alla sua esistenza e al compimento della sua missione”, ma, in aperta violazione del diritto di proprietà, espropria “tutti gli edifici ecclesiastici anteriori al Concordato” sottraendo al “corpo gerarchico divinamente istituito dal Signore” la tutela e l’amministrazione del culto pubblico, affidato ad un’associazione di laici (“a questa associazione spetterà l'uso dei templi e degli edifici sacri e il possesso di tutti i beni ecclesiastici mobiliari e immobiliari; disporrà, per quanto in modo solo temporale, dei vescovati, dei presbiteri e dei seminari; amministrerà i beni, regolerà le questue e riceverà le elemosine e i legati destinati al culto religioso”).

“Con la più viva angoscia” il papa ripetutamente constata come una simile ingiustizia perpetrata nei confronti dei cattolici, “pacifici cittadini, che formano tuttora la grande maggioranza in Francia”, non potrà che avere conseguenze disastrose sulla vita dell’intera nazione: “al di fuori dei danni che porta agli interessi della Chiesa, la nuova legge sarà anche molto funesta al vostro Paese. Non c'è da dubitare infatti ch'essa rovina dolorosamente l'unione e la concordia delle anime senza la quale unione e concordia nessuna nazione può vivere e prosperare”.

Nel maggio del 1940 la Francia cede di schianto all’avanzata tedesca con Hitler che arriva a Bayonne in 21 giorni. La seconda guerra mondiale non è una “drôle de guerre” (una strana guerra), è una guerra che spazza via la Francia repubblicana.

Il tentativo di distruggere la fede ha portato buoni frutti?

Nell’intervista a Le Monde Mollier così definisce quale è, oggi, il principale campo d’azione della massoneria: “Oggi la Massoneria si occupa soprattutto dei problemi sociali. E’ stata per esempio molto presente nei dibattiti sulla bioetica. Per un felice concorso di circostanze, il Grande Oriente vanta fra i suoi membri scienziati molto preparati su questi problemi”. C’è da augurarsi che l’idolatria della ragione unita al disprezzo per la rivelazione non continui la sua marcia distruttiva verso una nuova definizione di natura umana.