Polonia, i liberal tentano il colpo di mano accusando Nawrocki di brogli
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Partita una campagna di delegittimazione verso la vittoria del conservatore Karol Nawrocki alle presidenziali polacche: Trzaskowski e compagni lo accusano di irregolarità, ignorando il ruolo della Corte Suprema e il rapporto degli osservatori dell’Osce. Come in Romania, c’è il rischio di un altro colpo di mano da parte dell’establishment liberal-socialista.

Perse le elezioni presidenziali, stavolta in Polonia, l'establishment liberal-socialista pensa di compiere l’ennesimo “colpo di Stato”. Già, perché questo pericolo è alle porte, quando le elezioni le perdono i liberal-socialisti, le lobby gay e abortiste. Lo abbiamo visto alle elezioni europee dello scorso anno e, ancor più recentemente, in Romania. Ora ne stiamo vedendo le premesse in Polonia, dopo che la maggioranza degli elettori ha sostenuto il candidato dei conservatori, di area cattolica, Karol Nawrocki, contro tutto il potere massmediatico e burocratico della nazione, come confermato dall’ex premier Mateusz Morawiecki.
Nawrocki ha ricevuto 369.591 voti in più di Trzaskowski tra i 20.844.163 voti legalmente espressi. L'affluenza alle urne, pari al 71,6%, è stata un record per un'elezione presidenziale in Polonia. Lunedì 2 giugno, dopo l'annuncio dei risultati ufficiali da parte della Commissione elettorale nazionale (PKW), Trzaskowski ha ammesso la sconfitta e si è congratulato con Nawrocki per la sua vittoria.
Nei giorni scorsi invece è partita la campagna di delegittimazione e si stanno diffondendo sui social media accuse di brogli contro i conservatori riguardo al secondo turno delle elezioni presidenziali (domenica 1 giugno). Le insinuazioni di frode riguardano molte delle commissioni elettorali distrettuali, perché i risultati del voto al secondo turno non corrisponderebbero a quelli del primo turno e, in alcuni casi, si sarebbe registrato un aumento del 400% dei voti per Nawrocki e una diminuzione per Trzaskowski. Tuttavia, molto spesso è stata verificata una sostanziale coincidenza tra il maggior numero dei voti raccolti al secondo turno dal candidato conservatore e quelli che al primo turno erano stati assegnati agli altri due candidati cattolici e conservatori, con i quali Nawrocki aveva sottoscritto un accordo: Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun.
Ciononostante, Wioletta Paprocka, responsabile della campagna del candidato presidenziale perdente Trzaskowski, ha segnalato irregolarità in alcuni seggi elettorali e ha invitato le persone a segnalare tali presunti incidenti e brogli, un invito con lo scopo di inficiare i risultati delle elezioni e disconoscere il neo presidente eletto. Il presidente di Ordo Iuris, Jerzy Kwaśniewski, venerdì 6 giugno ha denunciato su X il tentativo in atto da parte dei liberal con la campagna sulle “elezioni rubate". «Un enorme aumento dei consensi per Nawrocki al secondo turno viene presentato come prova di brogli. (...) il governo liberale si rifiuta di riconoscere la sezione della Corte Suprema responsabile delle procedure di validità delle elezioni e si rivolgerà invece ad altri giudici scelti con cura e fedeli a Donald Tusk». Infatti, come il responsabile dell'Ufficio elettorale nazionale (KBW) ha confermato recentemente, non esiste alcuna possibilità legale per ordinare un riconteggio. L'unico modo per farlo è presentare un reclamo alla Corte Suprema perché ordini il riconteggio totale delle schede.
Il “colpo di Stato”, che potrebbe essere ordito da parte della coalizione perdente, dal governo, dalle lobby internazionali e sostenuto tacitamente da Bruxelles, si scontra comunque con le valutazioni della missione degli osservatori OSCE nel report sulle elezioni, in cui si dichiara che il ballottaggio presidenziale in Polonia, svoltosi il 1° giugno e vinto da Karol Nawrocki, candidato indipendente sostenuto dall'opposizione nazional-conservatrice e in particolare dal partito Legge e Giustizia (PiS), è stato «competitivo e ben gestito» e «le libertà fondamentali sono state rispettate». Il rapporto ha anche rilevato norme «inadeguate sul finanziamento della campagna elettorale» che hanno portato «diversi soggetti terzi» a far campagna a favore di Trzaskowski, il candidato del principale partito di governo polacco, Piattaforma Civica (PO). Sinora due ministri polacchi hanno preso le distanze dal tentativo di invalidare le elezioni. Il ministro degli Esteri, Radosław Sikorski, ha descritto l’elezione a presidente del candidato dell'opposizione come un chiaro segno che la democrazia nel Paese rimane forte; così anche il viceministro dell'Istruzione, Joanna Mucha, ha criticato aspramente i suoi alleati di coalizione per quello che ha definito un fallimento strategico nelle elezioni presidenziali polacche.
I liberali sono consapevoli che il loro sollevare false accuse potrebbe essere supportato dai propri giudici scelti con cura, soprattutto dopo che la Camera della Corte Suprema è già stata delegittimata. Questo potrebbe aprire la strada a nuove elezioni presidenziali, un tentativo gravissimo già in atto e che non può essere accettato per l’ennesima volta né dalla Commissione né dai primi ministri che siedono al Consiglio europeo.
Tutta la messinscena è ancor più vergognosa, se pensiamo che la campagna di Trzaskowski, sostenuto da Tusk, è stata illegalmente finanziata dall’estero, da Soros e altri, mentre il finanziamento pubblico al partito di opposizione PiS è stato illegalmente bloccato dal ministro delle Finanze dello stesso governo Tusk.
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