Meno consensi su aborto e trans, il vento cambia negli Usa
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L'istituto demoscopico Gallup fotografa il giudizio degli americani sui temi etici: i cambiamenti più rilevanti nell'ultimo anno mostrano che leggi e sentenze possono influire sulla coscienza collettiva. Con qualche schizofrenia.

Gallup, uno dei più prestigiosi istituti demoscopici statunitensi, ha fotografato il giudizio degli americani su venti questioni eticamente sensibili. Guardando ai due estremi, ne è uscito che tradire il coniuge e clonare esseri umani sono le condotte più riprovevoli, invece usare gli anticoncezionali e divorziare sono le scelte moralmente più accettabili. Il sondaggio è stato effettuato nel maggio scorso e pubblicato il 23 luglio. Le risposte possono essere suddivise in tre gruppi: condotte accettate dalla maggioranza; condotte in cui si è registrata una spaccatura nel campione tra favorevoli e contrari; condotte rifiutate dalla maggioranza.
Partiamo dal primo gruppo. In testa abbiamo l’uso dei contraccettivi che per il 90% degli intervistati è pratica lecita. Segue il divorzio al 75%. Le relazioni omosessuali sono accettate dal 64% degli americani. Il 63% è poi a favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali. L’aiuto al suicidio è accettato dal 53% del campione.
Veniamo al secondo gruppo: il 49% difende la scelta abortiva della donna contro un 40% che la critica a cui si aggiunge un 10% che non sa o non risponde. È la percentuale di dubbiosi più alta tra le 20 questioni eticamente sensibili su cui è stato chiamato a rispondere il campione. Altro tema spartiacque: la sperimentazione sugli animali. 47% a favore e 47% contrario.
Nel terzo gruppo invece troviamo le condotte giudicate negativamente. In fondo alla classifica troviamo i rapporti sessuali tra teenager (51% contrari); segue a salire il “cambio” di sesso (54% contrari). Poi citiamo il suicidio (71% contrari) e chiude in testa l’adulterio (89% contrari).
Aggiungiamo che chi vota Repubblicano è meno propenso a sostenere condotte eticamente censurabili, così come chi è più anziano rispetto a chi è più giovane. L’appartenenza politica è però più incidente rispetto al fattore età.
Proviamo a tracciare qualche giudizio critico su questi dati. In prima battuta evidenziamo che quelle condotte moralmente riprovevoli che sono state sdoganate nel percepito collettivo da più tempo sono anche quelle che oggi sono state più accettate dalla società. Le battaglie su divorzio e contraccezione sono battaglie di 50 e più anni fa e dunque il processo di assorbimento sociale ha avuto più tempo per compiersi. Sul fronte opposto il “cambio” di sesso è fenomeno abbastanza recente e quindi fa ancora fatica a penetrare nella coscienza collettiva.
Ma c’è dell’altro. L’anno scorso i favorevoli al transessualismo erano il 44%, quest’anno sono scesi al 40%. Insieme ai dati sull’aborto su cui ci soffermeremo a breve, questa oscillazione è stata la più rilevante tra tutte le 20 tematiche. Quale il motivo di questo sfavore verso il “cambio” di sesso che si è accentuato in un solo anno? Molto probabilmente c’entra la politica di Trump che con i suoi ordini esecutivi, a cui sono seguite 120 leggi volte a contrastare le derive LGBT, ha posto un freno alla partecipazione dei transessuali nelle competizioni femminili ed ha estromesso i transessuali dall’esercito. Può essere dunque che Trump, insieme a queste normative, abbia confermato molti nei dubbi sulla moralità di questa condizione, dando così coraggio a costoro di affermare che un uomo non può essere una donna. Aggiungiamo che il popolo americano inizia a mostrare segni di insofferenza verso la controcultura woke e di certo il transessualismo è punta di lancia di questo fenomeno.
La tematica gemella dell’omosessualità invece non è così gemella come potrebbe apparire. Infatti l’omosessualità è ben accetta dai più ci informa il sondaggio. Questo forse perché, oggi, appare meno innaturale rispetto al transessualismo. Tale erronea percezione è frutto di una campagna culturale massiva e pervasiva che ha reso l’omosessualità fenomeno normale, comune.
Accennavamo all’aborto: 49% a favore e 40% contro. Gallup ci informa che l’anno scorso i favorevoli erano il 54%, percentuale più alta mai registrata. Tra tutte le tematiche, l’aborto è quella che ha visto la maggior perdita di consenso nel giro di 12 mesi. A ciò si accompagna un consistente 10% di dubbiosi a riprova che il vento sta cambiando. Come mai? Probabilmente a motivo della campagna presidenziale in cui questa tematica è stata spesso al centro dei dibattiti. Soprattutto oggetto di confronto e scontro è stato l’aspetto dell’aborto a nascita parziale. Può essere quindi che l’americano medio abbia così preso coscienza della reale natura della pratica abortiva.
Inoltre, altro aspetto determinante o forse ancor più determinante, stiamo forse assistendo agli effetti benefici della sentenza Dobbs del 2022 della Corte Suprema che ha mandato in soffitta la sentenza Roe vs Wade. La causa prima di questo mutamento di giudizio potrebbe dunque essere questa sentenza, ma la causa seconda, più incidente, è il cambio di normativa sull’aborto che dal 2022 ad oggi sta diventando sempre più stringente in un numero crescente di Stati proprio a seguito della sentenza della Corte Suprema. Ciò a conferma che le leggi o le sentenze, come nel già citato caso del “cambio” di sesso, possono orientare la coscienza collettiva ed hanno il potere di educare o diseducare le menti e i cuori delle persone.
Significativo poi che, se il giudizio sull’aborto sta cambiando, registrando un 40% di americani contrari, la sperimentazione sui nascituri è benedetta dal 63% del campione. Una contraddizione palese che forse si può così spiegare: nel percepito collettivo la sperimentazione interessa un grumo di cellule, l’aborto riguarda invece il figlio. Nella sperimentazione non si uccide nessuno (falso), nell’aborto forse sì (certamente sì). Una schizofrenia di giudizio causata quindi dalla mancanza di formazione adeguata, causata dalla ignoranza su puri e semplici fatti biologici.
Per rimanere in tema di schizofrenie: il 53% degli americani è a favore dell’aiuto medico al suicidio, ma il 71% è contrario al suicidio. Due percentuali in contraddizione tra loro. Come spiegarlo? Forse nell’immaginario collettivo il suicidio in sé è gesto da condannare, ma se questo ha ricevuto l’imprimatur dello Stato e ha seguito un protocollo medico allora è moralmente da accettare. Diventa atto buono perché ufficiale, non dettato dall’impulso del momento ma ragionato, verificato giuridicamente e clinicamente, convalidato da soggetti terzi. C’è dunque un suicidio brutto, sporco e cattivo – Tizio depresso che si taglia le vene – e il suicidio bello, pulito e buono perché validato, compiuto in strutture idonee, seguito da esperti e approvato scientificamente. Insomma oggettivamente buono. Un suicidio felice, potremmo così dire.
Un’ultima nota. Come abbiamo visto la condotta considerata più riprovevole è l’adulterio. Per quale motivo? Facile: pressoché tutti si sono visti nel ruolo del tradito. Non certo del traditore.
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