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PEDOFILIA

Matzneff, lillipuziano della cultura e orco col consenso

Gabriel Matzneff è considerato un grande scrittore, benché pedofilo. Col fico. È un mediocre, ha una scrittura barocca e inutile e lo trovano grande perché è pedofilo. La sua scrittura è un ottimo e vuoto mestiere, curata, lillipuziana e sterile. Come è possibile che grandi firme abbiano trovato grande Matzneff?

Editoriali 27_02_2020

È scoppiata una polemica sullo scrittore Gabriel Matzneff, considerato un grande scrittore, benché pedofilo. Col fico. È un mediocre, ha una scrittura barocca e inutile e lo trovano grande perché è pedofilo. Lui ora è la finestra di Overton. Tutto nella nostra epoca giocherella con la pedofilia.

Sono andata a cercarmi i libri di Matzneff:  La lettre au Capitain Brunner,  sono arrivata fino al capitolo 3. Di Voici venir la fiancé e C’est la fin mi sono fermata al secondo. La scrittura di Matzneff è ottimo e vuoto mestiere, curata, lillipuziana e sterile. 

Quello che ho letto di volata è Il consenso, Le consentement di Vanessa Springora, la donna che racconta come il cinquantenne Matzneff abbia potuto abusare di una quattordicenne con tutta una società che sapeva e non è intervenuta. Il consenso non è solo un libro dolente, non è solo un libro atroce che parla di una vita distrutta, distrutta con calma, determinazione, con un sadismo sottile, una persecuzione malvagia che si prolunga per trent’anni. Si prolunga nei libri di Matzneff, dove la storia di Vanessa è raccontata e riconoscibile, in interviste, addirittura in un blog sempre a nome di Matzneff, dove di Vanessa c’è addirittura la fotografia. Tutti sanno.

I professori di Vanessa parlano di Matzneff  e della sua scrittura guardandole il seno e passandosi la lingua sulle labbra. La ragazzina e poi la donna Vanessa è esposta per 30 anni a tutta la Francia. Vanessa è sempre riconoscibile, il suo cognome è cancellato, ma il nome è usato per intero. Matzneff la perseguita. 30 anni di stalking duro e nessuno che interviene. Conosce mezza Parigi, è sempre in grado di arrivare a lei. Quando lei trova lavoro, lui  inonda la sua direttrice di decine di mail su come Vanessa gli abbia spezzato il cuore lasciandolo. La insegue, la accusa di aver rovinato un amore perfetto. Vanessa lo ha lasciato quando per la prima volta ha letto il suo libro Les moins de seize ans, libro dove Matzneff  parla dei suoi amori impuberi, quelli che hanno dato un consenso, per quanto insensato, come lei, e quelli che non lo hanno dato, come i piccoli filippini di otto o nove anni nei bordelli specializzati in pedofilia. Nel libro  scopre che le parole che Matzneff le ha scritto in innumerevoli lettere, quelle con cui le ha sedotte, sono nel libro, sono lettere che lui scrive a tutti, dopo averle già pubblicato. Matzneff pubblica le lettere che lui scrive agli impuberi e quelle che riceve da loro.

Juan Asensio è l’ unico critico letterario francese che mette a fuoco il kitsch e la pochezza di frasi che sarebbero imbarazzanti in un romanzetto rosa. Queste frasi però si riferiscono alle terga di un bambino di Manila prostituito a otto anni, e i critici impazziscono. Un mondo di deficienti terrorizzati dall’essere accusati di essere moralisti, o, peggio bigotti cattolici, non solo rinnegano ogni straccio di morale, ma anche di estetica e si inventano che il kitsch se è pedofilo è arte, così da potersi porre la domanda: dobbiamo distinguere l’uomo dall’artista? Domanda idiota. L’uomo è l’artista. Lillipuziano l’uomo, lillipuziano l’artista.

Sul suo imperdibile e impagabile blog Stalker, dissezione del cadavere della letteratura, scrive Juan Asensio di Matzneff: La solitudine di uno scrittore che pensa di essere uno scrittore, perché ha letto molti autori antichi, che gli consente di cospargere il suo libro di latino non di cucina ma di alcova ("Mille puellarum, puerorum mille furores", preso in consegna dalle Memorie di Casanova) e per ricordarci che l'antichità consumava bambini molto piccoli. (nota mia Nell’antichità bruciavano anche i cristiani vivi al Colosseo e crocefiggevano i gladiatori lungo la strada da Capua a Roma. Il fatto che qualcosa sia stato fatto nell’antichità non vuol dire che è buono). Solitudine perché, come tutti quelli del suo genere, Gabriel Matzneff è uno scrittore minore che pensa di essere grande. È sufficiente, per essere convinti di questa beata nullità, rileggere le lettere dalla bambina al brutto gentiluomo che punteggiano Les moins de seize ans.

I minori di sedici anni e che si suppone, dice l'autore nella nota, siano state "scritte da una ragazza adolescente quindici anni ”. "Non esiste una riga  che non appartiene a lei", conclude, possiamo sospettare con orgoglio, Matzneff (p. 19) e, beh, non so se si tratta di lettere molto reali o di una commedia dello scrittore che si è messo al posto di una giovane ragazza ma, in entrambi i casi, la loro nullità puramente letteraria è ovvia, così come è ridicola, ma avevo già sottolineato questa dimensione sorprendente per i lacrimosi Carnets noirs, la loro stupidità e insipidezza erotiche: "X, il mio amante del pan di zenzero, zucchero d'orzo, zucchero d'oro, ti amo, sai, ti amo" (p. 51) . Gabriel Matzneff, sordido come un fallo gonfiato con elio nel mezzo dell'avventura di un'ape Maya.

Quindi non è vero che Matzneff  è un grande che i bigotti demoliscono, Matzneff  è uno gnomo amato dagli intellettuali che davanti al suo porno soft hanno un’erezione o da quelli terrorizzati dal non essere abbastanza anticristiani. 

Mentre sono ancora insieme lei ha tali crisi di ansia che non riesce ad andare a scuola... Matzneff distrugge Vanessa un pezzetto alla volta, la annega nel miele e nella sodomia mentre lei impara a usare psicofarmaci. All’inizio Vanessa ha una strana fobia: il terrore di essere deflorata. Fobia un accidente. La sua è la saggezza del corpo. Una parte della sua anima e quindi della sua mente, sa che sta facendo una clamorosa idiozia a permettere al pene un po’ floscio di un cinquantenne arido e immerso nel suo narcisismo di penetrare, sporcare il suo corpo pieno di vita. Il terrore le impedisce la penetrazione.

Il suo corpo almeno cerca di evitare quello. Vanessa è circondata da adulti idioti. Confessa la sua paura a un ginecologo che non trova di meglio che incidere il suo imene sotto anestesia. La Brigade de meneurs, la polizia che si occupa di reati su minori, allertata da fiumi di lettere anonime, cinguetta che tutte le persone celebri subiscono calunnie. Quando vanno a casa di Matzneff, (un appartamento piccolissimo, sostanzialmente un monolocale con un angolo cucina, invaso da libri dove l’unico posto dove si può stare in due è il letto) ci trovano Vanessa, lui spiega che è un’ammiratrice venuta a farsi firmare una copia. Matzneff non ha scritto Harry Potter: normale trovare una quattordicenne a casa sua.  È un libro quello di Vanessa Springora è una scrittura essenziale e potente.

Il consenso è un libro tremendo perché è la storia di uno stupro tremendo che si è perpetrato per trent’anni e ci dà la chiave di lettura della nostra epoca. Vanessa è orfana: quindi senza protezione, in effetti dal punto di vista strettamente fisico i due genitori ci sono, ma sono genitori  che credono nella loro abissale idiozia di avere qualcosa di meglio da fare che guardare la loro figlia. La stupidità è sempre esistita, ma almeno era contenuta in regole sociali ora quelle regole sono saltate il “vietato vietare” ha vietata la decenza. Vanessa è figlia di una società demente  che non ha capito che la libertà è un’assunzione di  responsabilità, non fare quello che si vuole. I  genitori di Vanessa non si assumono la responsabilità di essere genitori, ognuno dei due insegue il proprio orgasmo. Vanessa  l’adolescente è sola e senza madre e anche senza padre e mentre è rinchiusa nella sua terribile solitudine incontra Matzneff  che la seduce con una facilità incredibile.

Con la sua scrittura magnifica Vanessa racconta come è stato facile essere sedotta. Lei ha dato il suo consenso  esattamente come una tredicenne dà il suo consenso allo spacciatore che le vende la droga. Dà il suo consenso perché per una ragazzina che si crede anche brutta, l’attenzione di un adulto, di un adulto famoso, di un adulto che la madre ammira è terribilmente affascinante, ma soprattutto, e questo Vanessa lo spiega benissimo, per questo il libro è imperdibile, Vanessa è figlia di un padre assente, orrendamente assente, sempre troppo distratto da  nuova amante per occuparsi di lei. Dato che un bambino nasce da padre e madre, ha bisogno di padre e madre. Se il padre non c’è,  la sua ricerca dolorosa porta verso il pedofilo, l’efebofilo, l’abusatore di minori. Vanessa racconta come Matzneff abbia mangiato la sua vita. Matzneff non è un orco, è un vampiro. Metzneff non ha un’anima per questo che gli servono le sue giovani vittime. Pieno di orgoglio dopo aver distrutto le loro vite sostiene di aver fatto loro un favore: sono stati iniziati al sesso da un esperto. Matzneff è un uomo lillipuzziano che scrive letteratura lillipuziana. Come è possibile che grandi firme abbiano trovato grande Matzneff? I vestiti nuovi dell'imperatore. Chi riconosce di non vederli, viene tacciato di stupidità, di mediocrità, di bigottismo. L’arte di Matzneff vale quanto l’orinatoio di Duchamp  o la merda di artista di Manzoni.