Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
ISLAM IN EUROPA

L'islam turco alla conquista della Svezia

Nelle elezioni in Svezia, il partito Nyans rappresenta la voce della comunità islamica, turca in particolar modo. Il suo leader, Mikail Yüksel, in Svezia dal 2001 è letteralmente un uomo di Erdogan, anche se lo nega. E la Turchia lo sostiene apertamente anche in patria. E'parte della strategia di lungo termine del presidente islamico turco

Libertà religiosa 10_07_2021
Turchia e Svezia

“Nyans” è il partito fondato due anni fa per dar voce alle istanze dell’enorme comunità islamica di Svezia. I musulmani costituiscono l’8,1% della popolazione scandinava, di cui oltre 100mila sono turchi, e che secondo il Pew Research Center - il think tank statunitense con sede a Washington - nel 2050 potrebbero diventare l’11,1% della popolazione, ma anche il 30,6% se l’immigrazione continuerà a ritmi sostenuti.

È Mikail Yüksel l’uomo scelto da Erdoğan per essere il leader di una comunità numerosa quanto esigente, il turco che con ogni probabilità entrerà nel Parlamento svedese. Arrivato in Svezia nel 2001, ha iniziato da subito a lavorare, passo dopo passo, alla costruzione della sua carriera politica. Il primo tentativo di presentarsi alle elezioni, però, arriva molto tardi. È il 2018, ma il Centerpartiet rifiuta presto la sua candidatura: è  accusato di vicinanza ai Lupi Grigi turchi - l’ala giovanile militante dell'MHP ultranazionalista turco, di cui suo padre è stato membro ed anche partner di coalizione dell'AKP del presidente Erdogan. 

Dopo essere stato costretto a dimettersi alla vigilia delle elezioni svedesi al Parlamento europeo, dove Yüksel era stato uno dei principali candidati, fonda Nyans con la promessa di evitare alla Svezia il medesimo destino della Francia. Perché, a suo dire, i musulmani d’oltralpe sono stati costretti a occupare “interi territori per concedersi un po’ di libertà”. Ma la ricetta di Yüksel è anche per evitare le rivolte nelle no go zone. Vuole un’implementazione di politiche a favore della “vera” integrazione, una riforma dello stato sociale in direzione delle periferie a predominio islamico, la criminalizzazione più efficace dell’islamofobia e dell’afrofobia e la trasformazione di musulmani e africani svedesi in minoranze riconosciute dallo Stato. Quanto alla politica estera, il partito punta alla svolta svedese filopalestinese. 

Sono noti i legami con gli islamisti svedesi, come l'ex ministro dell'edilizia abitativa Mehmet Kaplan e l'attivista Yasri Khan (già con il Partito dei Verdi). E sulla piattaforma del partito, Yürksel spinge i musulmani a fare della critica all'islam un crimine d’odio. Ma Nyans non è il primo partito islamico in Svezia, al contrario vi è una lunga tradizione. Nel 2017 nacque "Jasin", che dichiarò esplicitamente di poter portare la shari’a in Svezia. Ma non riuscì a raccogliere il numero di firme utili a presentarsi alle elezioni.  E prima ancora, alla fine degli anni novanta, furono “Tro & Solidaritet” e “Sveriges Muslimska Råd”, i partiti di riferimento per il mondo islamico e direttamente controllati dalla fratellanza musulmana.

Mentre Yüksel fa di tutto per respingere le accuse d’essere la longa manus di Erdoğanmanifesti a sostegno di Nyans stanno ricoprendo le strade di Ankara già dalla scorsa estate. E dall’islamista Yeni Safak al filogovernativo Daily Sabah, l’uomo della mezzaluna alla conquista della Svezia è ospite fisso della stampa turca che conta. Il prossimo anno - sempre se non si dovesse votare prima - il partito filo turco avrà la sua lista per le politiche e i sondaggi danno già che supererà la soglia di sbarramento del 4%. La raccolta fondi al finanziamento della campagna elettorale ha già raccolto quasi 500mila euro. L’obiettivo era fissato a 300mila euro, poco più di tre milioni di corone. 

Nyans rappresenta uno scenario privilegiato per intuire il futuro della politica europea. L’aspirante sultano, infatti, sembra investire sempre di più in un’egemonia politica, da egli stesso direttamente controllata, e che è destinata a cambiare i destini dell’Occidente sempre più nel grembo dell’islam. Il controllo sulla grande diaspora turca si fa sempre più profondo. 

Erdoğan sta costruendo ponti economici, sociali e religiosi nel cuore dell’Europa, e sta facendo esattamente quello che aveva promesso nel 2017. Allora venne intervistato da Albania TV e annunciò come fosse sempre più determinato ad esportare l’ideologia islamista dell’Akp ovunque ci fosse spazio. E Ankara è destinata a controllare ancora di più la politica svedese. La campagna elettorale per Yüksel è già iniziata: i turchi con passaporto svedese sono incoraggiati a votare in Turchia. Sotto la supervisione dell'intelligence turca, il leader di Nyans già viaggia spesso in Turchia. Secondo il famoso giornalista turco, Abdullah Bozkurt, costretto all’esilio in Svezia nel 2016, mentre scappava dalla polizia di Erdoğan, il voto sostenuto e indicato da Ankara è ormai la norma in tutta Europa. Una politica che ha dato i suoi frutti, al contrario, durante le ultime elezioni del 2018, quando quasi la metà dei cittadini turchi residenti in Svezia aventi diritto al voto ha espresso la propria preferenza per l’AKP.      

La Turchia di Erdoğan ha fatto presto a passare dal laicismo all’islamismo, ma ha fatto ancor prima nell’ottenere risultati e benefici dal soft power islamista in Europa. I partiti politici filoturchi come Nyan sembrano destinati ad entrare nelle assemblee legislative a livello locale come a quello nazionale. È possibile, infatti, che tra qualche anno Nyans possa prendere voti dai socialdemocratici, dai verdi e dalla sinistra. E per l’aspirante sultano sarà una vittoria: avrà cambiato la politica svedese.  Eppure è stata la Svezia a tifare per questa trasformazione: inseguendo 40 anni di multiculturalismo è stato facilissimo per partiti come Nyans nascere e avere la forza di presentarsi alle politiche, perché hanno saputo fare della propria appartenenza religiosa il fattore decisivo in politica.

Dalla Germania alla Francia, passando per Ungheria e Bulgaria, sono sempre di più le nazioni che stanno subendo modifiche profonde e  permanenti in ragione dell’inverno demografico dell’Occidente e dell’immigrazione incontrollata. Perché, mentre nell’Europa centro-orientale pullulano i partiti dei rom per i rom – riflesso della romizzazione della regione –, nell’Europa occidentale e settentrionale vanno crescendo i partiti di ispirazione islamica – esemplificazione dell’ascesa delle minoranze musulmane. L’islam ottomano è già entrato nelle stanze dei bottoni di Berlino, e se riuscirà ad ottenere uno scranno anche in quelle di Stoccolma?