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IL BUON USO DELLE PAROLE / 21

L’importanza di sviluppare la memoria fin da piccoli

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Le capacità mnemoniche vanno esercitate come tutte le altre facoltà. A scuola, oggi, si è persa questa consapevolezza. Esistono tecniche che permettono di migliorare la propria memoria. Una delle più antiche è la tecnica dei loci.

Cultura 16_09_2024

Gli antichi coltivavano la memoria con molta più accuratezza rispetto all’epoca contemporanea in cui i discorsi vengono spesso letti o condotti sulla base di mappe stese o appunti. Un discorso pronunciato dinanzi al pubblico senza avvalersi di un supporto cartaceo o informatico può essere molto più incisivo e persuasivo. Per poter parlare per ore senza appunti o mappe predisposte è fondamentale disporre di una buona memoria.

Le capacità mnemoniche devono essere esercitate, come tutte le altre facoltà. Nella scuola di un tempo era fondamentale possedere una salda memoria. Fino a qualche decennio fa sin dalle elementari gli studenti avevano tra i compiti lo studio a memoria di poesie della tradizione. Nelle prassi pedagogiche questa capacità è stata frettolosamente liquidata come se fosse espressione di poca comprensione e creatività, come se l’imparare a memoria escludesse di principio le altre facoltà della mente.

È facilmente comprensibile che la conoscenza mnemonica, lungi dall’escludere la comprensione della disciplina, al contrario la facilita. Non si possono separare le competenze dalla cultura e dalla conoscenza. Le facoltà della mente sono collegate tra loro e si rafforzano reciprocamente. Per questo è opportuno sviluppare memoria, creatività, logica, retorica, fantasia in contemporanea, partendo fin dalla più tenera età, quando le potenzialità sono maggiori. Viceversa, se non saranno sviluppate, si atrofizzeranno. Mi è capitato spesso di sentire studenti che lamentavano di possedere una scarsa memoria, come se essa fosse un dato aprioristico. La memoria va coltivata, gradualmente, nel tempo, fin da piccoli. Solo allora ci accorgeremo dei benefici che se ne ricavano in ogni campo della vita, non solo scolastico o retorico.

Esistono tecniche mnemoniche che permettono di migliorare le proprie capacità. Una delle più antiche è la tecnica dei loci («luoghi»), inventata dagli antichi Greci e ripresa poi da Cicerone nei suoi trattati di retorica come il De oratore. Cicerone era solito dividere il discorso che doveva pronunciare in parti, ciascuna delle quali era associata ai luoghi di un percorso o di una casa che conosceva bene o ai pilastri dell’aula in cui avrebbe tenuto il discorso. Ogni luogo oppure ogni pilastro dell’aula era associato ad un concetto, ad una parola chiave che rappresentava una parte di discorso da pronunciare. L’ordine e la disposizione delle stanze o dei pilastri costituiva il percorso dell’orazione da pronunciare.

La tecnica dei loci era anche chiamata percorso del palazzo mentale. Il retore viaggiava con la mente all’interno di un palazzo conosciuto bene e in questo modo poteva declamare il suo discorso con ordine, ricordandosi tutte le informazioni e i concetti. In pratica, Cicerone compiva queste due essenziali operazioni: associava le immagini che conosceva bene (nella casa, nell’aula, nel percorso lungo cui di solito camminava) ai concetti che doveva esporre; ricordava l’ordine dell’esposizione associato al percorso. Cicerone metteva in relazione così la memoria a lungo termine (la conoscenza di un percorso, di una casa) con quella a breve termine (il discorso che deve essere imparato). Gli antichi avevano capito che era fondamentale trasformare in immagini ciò che vuoi ricordare. Nel contempo, Cicerone faceva in modo che chi dovesse declamare si trovasse in un luogo tranquillo, al sicuro, familiare. La tecnica dei loci aveva come esito anche quello di rasserenare e tranquillizzare l’oratore. Da questa tecnica di memorizzazione derivano le espressioni «in primo luogo» (in primis), «in secondo luogo» (in secundis).

A livello scientifico è stata verificata l’efficacia di questa tecnica di memorizzazione per il fatto che il lobo parietale (che è coinvolto nei processi di memoria) utilizza immagini concrete molto più efficaci della pura lettura e dell’apprendimento di concetti astratti.

Ora proviamo ad addurre un esempio di applicazione della tecnica dei loci. Supponiamo che si debba affrontare la trattazione dell’importanza della tutela del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico in Italia. Abbiamo steso l’inventio e la dispositio e abbiamo deciso di non scrivere tutto il discorso parola per parola, ma di memorizzare il percorso in trenta punti chiave. L’esordio dell’esposizione si avvale di alcuni esempi che intendono mostrare la grandezza del nostro patrimonio: la bellezza del paesaggio della penisola, la genialità degli artisti, l’universalità della nostra cultura. Per ricordare i tre concetti li associamo a tre immagini: il paesaggio è abbinato ad una fotografia della costiera amalfitana, la genialità degli artisti è associata ad un puzzle della Cappella Sistina, la cultura che ha contraddistinto la storia dell’Italia è connessa ad una bella edizione della Divina Commedia.

Dopo aver memorizzato i concetti attraverso le immagini, le dispongo in stazioni particolari del percorso scelto, che può essere quello dal soggiorno alla cucina. Nel soggiorno disporrò mentalmente le tre immagini: a fianco della porta di ingresso sulla sinistra è appesa la fotografia della costiera amalfitana; di fronte si trova la stampa della Cappella Sistina e sulla sua destra si trova una piccola libreria dove si può notare una bella edizione della Divina Commedia. Non proseguiamo oltre. Potete provare voi a proseguire questo esercizio dopo aver steso inventio e dispositio. Buon lavoro!