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MELONI

Legge di bilancio, il governo dimostra di avere una visione

Nelle tre ore di conferenza stampa di Giorgia Meloni sono stati illustrati gli obiettivi della legge di bilancio e anche le riforme da compiere entro la fine della legislatura. Fra cui il presidenzialismo "alla francese". E il governo sta dimostrando di avere una visione. La si può condividere o meno, ma non la si può negare.

Politica 30_12_2022
Giorgia Meloni

Oltre tre ore di conferenza stampa, più di 40 risposte ad altrettante domande. La prima conferenza stampa del Presidente del consiglio, Giorgia Meloni è stata ricca di conferme. Anzitutto il suo piglio decisionista: non ha arretrato di un millimetro sulle promesse elettorali, dal presidenzialismo al superamento del reddito di cittadinanza, dalla riforma della giustizia alla revisione del sistema fiscale. Inoltre, non ha mai dato risposte interlocutorie, ma ha rinnovato il suo impegno sulle questioni che stanno maggiormente a cuore agli italiani per il loro futuro.

Mentre il Senato ha approvato definitivamente la manovra di bilancio, con un giorno di anticipo rispetto a quanto erano riusciti a fare i precedenti governi, il premier l’ha spiegata e difesa come una manovra politica, varata grazie alla compattezza della maggioranza che sostiene l’esecutivo. «Confermo che sulla riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici visibili già in manovra finanziaria con le poste in bilancio», ha chiarito il premier, precisando che tra «le direttrici su cui la riforma si deve muovere c’è il taglio del costo del lavoro e su questo si deve fare molto di più».

La Meloni ha insistito sul cuneo fiscale, ricordando che l’obiettivo di legislatura è di tagliarlo di 5 punti, e sulla tassazione in base alla composizione del nucleo famigliare e al sostegno alla genitorialità. Inoltre ha parlato dei voucher per chiarire il punto di vista del suo esecutivo. «Dobbiamo fare attenzione a un mercato del lavoro profondamente cambiato, non c'è più solo il tempo indeterminato. È un tempo nel quale ci sono lavoratori che hanno necessità diverse, penso ai voucher, una vicenda che riguarda alcune tipologie di lavoratori. Io credo che sia meglio normarle, diversificando le tipologie contrattuali e facendo i controlli, che rischiare che quel lavoro sia fatto in nero».

Il premier ha smentito i gufi su varie questioni, in primis il Pnrr. «Sono contenta - ha detto - che il governo italiano sia riuscito a raggiungere tutti i 55 obiettivi previsti per inviare ora la lettera all'Ue e richiedere la tranche di 19 miliardi di euro. Quando siamo arrivati, dei 55 obiettivi erano stati conseguiti 25. Abbiamo lavorato per terminare gli altri 30. Questa staffetta ha funzionato, sono contenta che si sia riusciti. Come? Con la scelta politica di concentrare le competenze del Pnrr sotto la guida di un unico ministero, e di mettere sotto la stessa competenza i Fondi di coesione europei, per evitare sovrapposizioni». Sul Mes, invece, ha confermato la sua netta contrarietà («Atteso che l’Italia non accederà mai al Mes sinchè io conto qualcosa, temo che nemmeno gli altri accederanno»).

Dal punto di vista strettamente politico, Giorgia Meloni ha confermato la fiducia nei suoi alleati e ha attaccato la sinistra sul Qatargate. «Una cosa mi ha molto innervosito: molti colleghi internazionali definiscono questi fatti con la locuzione 'italian job', come se fosse una macchia sulla nostra nazione. La vicenda non riguarda solo italiani, anche belgi, greci ed esponenti di altre nazioni. Semmai è un tema di partito, un socialist job», ha puntualizzato.

Nell’annunciare che parteciperà alle celebrazioni per il 25 aprile, ha comunque difeso con coraggio e coerenza la storia del Movimento Sociale Italiano («È stato un partito della destra democratica e repubblicana, ha partecipato all'elezione dei presidenti della Repubblica, pienamente presente nelle dinamiche democratiche di questa nazione ed arrivò nel 1994 al governo»). 

E non ha rinunciato a parlare di riforme di sistema, quelle annunciate in campagna elettorale. «Confermo - ha dichiarato in conferenza stampa - che il presidenzialismo è una mia priorità, punto a farlo entro questa legislatura. Può solo fare bene all'Italia, consente stabilità e governi frutto di indicazioni popolari chiare. Sono sempre partita dal sistema francese, non perchè sia il mio preferito, ma quello più condiviso, penso a una riforma condivisa». «Sullo strumento - ha aggiunto - bene Bicamerale se utile, altrimenti è dilatorio. Entro gennaio colloqui tra Casellati e opposizione: quindi decideremo. Non escludo iniziativa del governo, ma se è più coinvolgente nessun problema a partire dal Parlamento. Vorrei fosse mia eredità».

Infine, sul tema scottante e divisivo della giustizia, ha annunciato che nei prossimi mesi il governo lavorerà per mettere a punto una riforma robusta, con il tema della separazione delle carriere, «perché - ha detto convinta - la materia della giustizia ha bisogno di un tagliando». Controversie si stanno riaccendendo anche sull’uso delle intercettazioni, che il premier vorrebbe contenere. «Le intercettazioni - ha chiarito - sono uno strumento straordinario a disposizione della magistratura, ma ne va limitato l'abuso, per evitare quel cortocircuito nel rapporto fra intercettazioni e media, con intercettazioni senza rilevanza penale che sono finite sui quotidiani, solo per interesse politico.Non credo sia giusto in uno stato di diritto. Abusi ci sono stati e vanno corretti».

Dunque un premier a tutto campo, che non si è nascosto neppure sulla pandemia, marcando una forte discontinuità con il passato: «Puntiamo sulla responsabilità dei cittadini, non sulla coercizione, bene i controlli ma niente divieti e limitazioni di libertà», ha detto ancora la Meloni.

Se il tetto al prezzo del gas dovesse produrre effetti benefici sulla situazione energetica, potrebbe anche accadere un miracolo: parte delle risorse finanziarie destinate al caro bollette potrebbero essere dirottate su altre iniziative di rilancio dell’economia. Già quelle inserite in manovra, però, vanno considerate positivamente e di buon auspicio per l’immediato futuro. E il governo sta dimostrando di avere una visione. La si può condividere o meno, ma non la si può negare.