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REGIME ANTICRISTIANO

Legge danese: sermoni e omelie al vaglio dello Stato

Dopo i pericoli delle nuove normative sul culto in Francia, la Danimarca è vicina all’approvazione di una legge totalitaria: ciò che si proclama nei luoghi di culto dovrà essere esaminato dallo Stato. Si dice che tutto serva a controllare l'islam diffuso dalle politiche immigratorie del paese. Ma allora perché non sorvegliare solo le moschee?

Libertà religiosa 26_01_2021

Per fermare l’islamismo radicale si imbavagliano le chiese cristiane? Le pericolose e paradossali nuove legislazioni che si stanno approvando in vari paesi dimostrano, ancora una volta, l’anticristianesimo di elitè al potere. Dopo i pericoli delle nuove normative in Francia, la Danimarca vicina all’approvazione di una legge di regime: prediche e sermoni dovranno essere vagliate dallo Stato. Proteste (tardive ma necessarie) dei Vecovi Cattolici Europei.

In Francia, come descritto da La Nuova Bussola, il Governo detta le regole all’islam ma gli effetti collaterali della nuova legge contro il separatismo, tutt’ora in discussione, potrebbero colpire anche le chiese cristiane e violarne la libertà religiosa, come denunciato dai Vescovi francesi e diversi giuristi nei giorni scorsi. Grave ma ancor più grave ciò che potrebbe avvenire tra qualche settimana in Danimarca, una volta che fosse approvata la proposta di legge sostenuta dal Governo che potrebbe chiedere a tutti i gruppi religiosi del paese di avere una versione in danese dei sermoni e dei messaggi pronunciati nelle loro comunità di fede. Le prediche dei parroci e vescovi dovranno essere vagliate e verificate dagli uffici statali per controllare che non contengano proclami contrari ai valori del paese.

Nel mirino sono gli islamisti, ma le norma colpiranno al cuore la libertà religiosa e di insegnamento di tutte le religioni, chiese cristiane e cattoliche comprese. Una norma che non si vedeva in Europa dai tempi del nazismo e del comunismo.

Il governo del Premier socialdemocratico Mette Frederiksen aveva promesso di controllare meglio i gruppi islamici radicali nel paese, più di 270.000 musulmani vivono in Danimarca e la maggior parte dei sermoni predicati nelle moschee sono in arabo. Da qui l’idea di far tradurre i sermoni in danese. Scopo della legge è quello "ampliare la trasparenza degli eventi religiosi e dei sermoni in Danimarca, quando questi sono tenuti in una lingua diversa dal danese". I critici (comprese le organizzazioni per i diritti umani) dicono che la nuova legge limiterebbe la libertà religiosa e minaccerebbe la ricca diversità culturale e linguistica della Danimarca.

"C'è molta preoccupazione", ha detto Rajah Scheepers, il pastore protestante della chiesa di lingua tedesca St. Petri a Copenhagen, i cristiani di lingua tedesca in Danimarca hanno usato la loro lingua nelle chiese danesi per otto secoli. "Non teniamo solo servizi la domenica, ma anche battesimi, matrimoni e funerali, durante tutta la settimana. Non è realistico aspettarsi che traduciamo simultaneamente i sermoni di tutte queste celebrazioni e che le traduciamo in anticipo". Anche il Segretario generale della Conferenza Episcopale Cattolica dei paesi nordici ha protestato: "Tutte le congregazioni della chiesa cattolica, le congregazioni della chiesa libera, le congregazioni ebraiche (in Danimarca convivono 40 diverse comunità religiose) saranno messe sotto controllo da una cultura del sospetto che questa legge impone verso tutti i fedeli. Qui sta succedendo qualcosa che sta minando la democrazia. Se si vuole veramente affrontare i problemi di odio e gli atteggiamenti contrari verso lo stato democratico, è molto meglio mostrare apprezzamento per le comunità di fede che sono impegnate nell'integrazione. Le chiese cristiane ed ebraiche sono parte della storia e civiltà danese da sempre". Un terzo dei cattolici che vive in Danimarca proviene da altri paesi (Polonia, Ucraina, Siria, Africa francese ed inglese, Spagna) e in molte chiese le celebrazioni vengono fatte nella lingua di origine delle comunità più numerose.

Gli evangelici danesi, da parte loro, hanno denunciato che la nuova legge “non solo non sarà efficace contro l'islamismo radicale, ma ancor peggio punirà e limiterà la libertà religiosa di fedeli e delle chiese tutte". A fronte di queste crescenti pressioni e limitazioni della libertà religiosa in Europa e, a partire dalla voci di preoccupata protesta dei Vescovi cattolici dei paesi scandinavi, il cardinale Jean-Claude Hollerich (Presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell'Unione Europea (COMECE)), lo scorso 22 gennaio ha finalmente alzato la sua voce di protesta.

Dopo i silenzi inquietanti sulle numerose privazioni ingiuste ed ingiustificabili che chiese e fedeli di tutta Europa hanno dovuto subire dai singoli governi a causa del Covid 19, con il comunicato della COMECE si inizia a pretendere che il diritto alla libertà religiosa venga rispettato anche nei paesi della Unione europea. "De facto, l'impatto delle nuove leggi in Danimarca, sarebbe quello di imporre un ostacolo indebito al diritto fondamentale alla libertà di religione, un trend che purtroppo si và sempre più diffondendo nei paesi europei, anche attraverso decisioni giudiziarie”. Il Cardinal Hollerich, che è anche Primate del Lussemburgo, ha ricordato come i paesi europei hanno il dovere di rispettare la libertà religiosa, così come stabilito sia dall’articolo 9 della Convenzione Europea dei Diritti Umani, sia dall’articolo 10 della Carta Fondamentale dei Diritti Umani Europei.

Ogni scusa è buona per i paesi dai governi Socialisti e Liberali per limitare i diritti dei fedeli e delle chiese ed imporre un regime: questa volta dicendo di voler combattere l’islamismo interno, figlio delle loro stesse politiche immigrazioniste. Le proteste sono cominciate, speriamo abbiano la forza di ristabilire la piena dignità e libertà dei credenti e delle chiese su tutto il territorio europeo.