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ITALIA

Le priorità non sono chiare

Un’altra giornata di passione sui mercati europei ci ricorda quanto l’ottimismo sulla situazione economica e finanziaria sia fuori luogo, Italia in testa.

Editoriali 24_04_2012
Elsa Fornero
Un’altra giornata di passione sui mercati europei - mentre lo spread schizza a 410 – ci ricorda quanto l’ottimismo sulla situazione economica e finanziaria sia fuori luogo, Italia in testa.

E nel caso qualcuno fosse ancora dubbioso, ci ha pensato la Corte dei Conti a chiarire ulteriormente il concetto. Il presidente Luigi Giampaolino, durante un’audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha detto sostanzialmente che il tempo che la Ue ha concesso per pareggiare il bilancio è troppo poco; da qui una politica economica recessiva che punta soltanto a tagliare i costi e aumentare le tasse, ma che sta pregiudicando ogni tipo di sviluppo. Al punto che per il 2013 ipotizza che andranno in fumo la metà dei 75 miliardi di correzione attribuiti alla manovra di riequilibrio. Vale a dire che tutti i sacrifici fatti fin qui dagli italiani saranno vanificati per la metà. E quindi aspettiamoci nuove tasse per rimanere nei parametri stabiliti, ovviamente imprecando contro gli evasori fiscali che – secondo il premier Monti – sarebbero la vera causa dei mali italiani.

Certo, si potrebbe notare che se l’unico modo dei “tecnici” per rilanciare l’economia è imporre nuove tasse, forse ci si poteva tenere i politici, che  questo mestiere lo sapevano già fare molto bene.

Quello che manca veramente, al di là delle varie manovre di bilancio, è una visione chiara su quali siano le priorità, a cui più volte abbiamo fatto riferimento. Tra queste, per prima, va ricordata la grave crisi demografica del nostro paese il cui tasso di fertilità non accenna ad alzarsi. I processi demografici sono apprezzabili nel lungo periodo, per questo delle politiche serie che abbattano gli ostacoli economici e sociali che costituiscono un freno alle nascite, sono urgentissime. Tra queste politiche certamente c’è il sostegno alla famiglia naturale, il primo luogo che facilita non solo la nascita ma anche l’educazione e la formazione dei figli. Di queste misure, però, neanche l’ombra. Anzi, abbiamo un ministro del Lavoro e delle Politiche sociali che, mentre vara una riforma che rende ancora più ingessato il mercato del lavoro, con la delega alle Pari opportunità promuove le rivendicazioni della lobby gay, che vanno nella direzione opposta a quella del rafforzamento della famiglia.