Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Saba Archimandrita a cura di Ermes Dovico
IL CASO

Le bimbe indiane costrette a cambiare sesso

Il controllo delle nascite dietro le operazioni chirurgiche per trasformarle in maschi. Ma in Usa è già una routine garantita dalla legge.

Attualità 09_08_2011
bambine india

“Auguri e figli maschi! E se non son maschi potranno diventarlo”. Tale augurio potrebbe presto diventare di uso comune in India. Infatti nella patria di Gandhi è da tempo diffusa una pratica a dir poco ripugnante: la genitoplastica in tenera età. Cioè la modificazione chirurgica degli apparati genitali a danno, nella quasi totalità dei casi, di bambine da 1 a 5 anni che così diventano “bambini” (ovviamente solo all’apparenza dato che il loro Dna rimarrà femminile). Insomma in India i fiocchi rosa se si vuole possono diventare azzurri.

Si desiderano solo figli maschi perché questi danno maggior profitto economico e perché nella credenza indù si ritiene che per raggiungere la salvezza spirituale ci deve essere almeno un figlio maschio in casa. A questo si deve aggiungere il ritorno di severe politiche di controllo delle nascite che rendono impossibili delle prove d'appello.

La pratica sta prendendo piede nello Stato del Madhya Pradesh, nell'India centrale. Nonostante si fossero addensati seri dubbi da parte di alcuni esperti sulla reale efficacia di questa metodologia chirurgica, il Governo centrale, dietro le insistenze della Commissione Nazionale per la Protezione dei Diritti dei Bambini (NCPRC), ha voluto vederci chiaro e avviato un’indagine conoscitiva. Si è così scoperto ad esempio che nella sola città di Indore sono già state eseguite 300 operazioni su altrettante bambine di meno di un anno di età. Ogni operazione costa dai 2.400 ai 3.200 dollari. I medici coinvolti si sono difesi asserendo che si tratta solo di operazioni correttive e ricostruttive degli organi genitali non perfettamente sviluppatesi. Ma è quanto mai palese che questa spiegazione – è proprio il caso di dirlo – è solo un foglia di fico per tentare di nascondere una pratica orrenda che richiama scenari da laboratori nazisti. Infatti è curioso che si sia registrato un solo caso di cambio di sesso da parte di un ragazzo che è diventato “una ragazza”, quasi che queste patologie possano interessare solo le femminucce.


Pronta è stata la risposta dei vescovi. “Abbiamo stigmatizzato con forza, come vescovi indiani questa pratica orribile. È frutto di una mentalità che privilegia il maschio come fonte di profitto e come figlio di maggior valore, mortificando la dignità femminile”, ha affermato dalle colonne dell’Osservatore Romano del 13 Luglio scorso padre Charles Irudayam, segretario della commissione per la Giustizia, la pace e lo sviluppo della Conferenza episcopale dell’India.


La logica sessista è la stessa che ha portato sempre in India alla piaga dell’infanticidio in rosa, all’eliminazione di 5 milioni di bambine con aborto selettivo negli ultimi 20 anni e al decesso, come riportato da alcune ONG locali, di 300.000 femmine all’anno per denutrizione. Infatti se in casa non c’è sufficiente cibo si privilegiano i figli maschi a discapito delle femmine.


Tutto ciò ha fatto registrare un squilibrio nel rapporto tra maschi e femmine. Se la media mondiale si attesta su 105 maschi contro 100 femmine, in India arriviamo a 112 contro 100. Tra i molti effetti negativi si iniziano a notare strani viaggi turistici degli indiani maschi oltre confine per trovare la propria anima gemella dato che in patria i membri del gentil sesso iniziano a scarseggiare vistosamente.


Comunque ciò che avviene in India e che ai più fa così tanto ribrezzo perché realizzato tramite bisturi, in realtà è pratica ben avviata nella civile America, solo che lì avviene tutto in un asettico e pulitissimo laboratorio dove si sceglie il sesso del nascituro grazie alla fecondazione artificiale. O meglio: si sceglie il sesso tramite l’eliminazione del maschietto a favore della femminuccia o viceversa. “Gli Stati Uniti sono la Mecca di chiunque voglia scegliere il sesso del suo nascituro - spiega Susanna Baruch, direttore del Reproductive Genetics and Public Policy Center della Johns Hopkins University - perché unico Paese al mondo dove la preselezione degli embrioni è, non solo liberalizzata, ma anche un business molto redditizio”.

Gli States dunque sono l’unica nazione al mondo a permettere la selezione per sesso per legge, invece in Israele si può scegliere il sesso del bebè solo in circostanze particolari. Normative che cozzano contro una convenzione del Consiglio d'Europa sui diritti umani e la biomedicina che esplicitamente vieta tali pratiche.


Quindi forse possiamo chiosare affermando che la indigente India compie dopo la nascita del bebè quello che fanno in America prima della nascita. Almeno in India – e ci venga perdonata la precisione un po’ cinica – per la selezione del sesso non eliminano nessuno. Un limite che però verrà scavalcato una volta che il potere politico internazionale e il grado di avanzamento tecnologico permetteranno a questa nazione di spingersi ben oltre.