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CHIARIAMO UN PUNTO

La Sanità e il bene comune

Dottrina sociale 06_04_2021

Nell’attuale polemica sulle vaccinazioni molti adoperano l’argomento del bene comune. Si dice infatti spesso che la vaccinazione è un dovere in quanto altrimenti si metterebbe a rischio il bene comune. In altre parole, anche se una persona sarebbe indotta a non farsi vaccinare in relazione alla sia situazione personale, dovrebbe comunque farlo per non contagiare gli altri. Soprattutto se si tratta di persone che operano in campi sensibili, come per esempio quello della sanità o dell’istruzione. Secondo questa visione, l’aspetto sanitario sarebbe essenzialmente connesso con il bene comune sicché una società non sanificata non godrebbe della condizione del bene comune.

Questa concezione del bene comune è piuttosto debole. Innanzitutto notiamo che, secondo la Dottrina sociale della Chiesa e la dottrina politica classica e cattolica, non ci può essere un bene comune in contrasto con il bene della persona singola. Il bene comune, infatti, non è una situazione che sovrasti le singole persone e che chieda ad esse qualche rinuncia al proprio bene individuale. Il bene consiste nel vivere in vista del proprio fine naturale, sicché il bene comune non può pretendere che la singola persona rinunci a perseguire il proprio personale fine naturale per permettere il conseguimento del bene comune, che in questo caso risulterebbe astratto e quindi ideologico. Il bene comune è il bene di ogni uomo in quanto uomo.

Secondariamente osserviamo che l’aspetto sanitario, come del resto l’aspetto economico, non è l’elemento essenziale del bene comune. Una società può essere povera economicamente e magari ci possono essere malattie diffuse e non ancora controllate e  vinte, ma in essa ci può essere il bene comune, naturalmente nei limiti dell’esistenza storica degli uomini. Viceversa una società con un servizio sanitario efficiente ed eccellente, ma con modi di essere contrari ai fini naturali dell’uomo non godrebbe del bene comune. Se così non fosse bisognerebbe dire che molte società del passato, che a causa del limitato sviluppo scientifico, non riuscivano a debellare alcune malattie, per questo sarebbero escluse dal bene comune che in esse non ci sarebbe stato. Se una società povera e malata vive la vita incentrata in Dio, sorregge la famiglia, imposta l’educazione secondo la legge umana e divina, uniforma le sue leggi al diritto naturale, non contrasta ma favorisce il vero culto di Dio vive una situazione di bene comune nonostante sia povera e malata.

Questo ci dice che l’aspetto sanitario non è di per sé solo espressivo del bene comune e che è troppo semplicistico ragionare in questo modo: se non mi vaccino danneggio il bene comune, quindi ho il dovere di vaccinarmi e l’autorità politica e sanitaria ha il dovere/diritto di obbligarmi a farlo. Perseguire la sicurezza sanitaria è un dovere di tutti, ma il bene comune è più grande della sicurezza sanitaria e se per perseguire quest’ultima devo contrastare elementi fondamentali del bene comune il gioco non vale la candela. Se per bene comune si intende ciò che il potere politico presenta come tale, se per definire il bene comune bisogna avvalersi delle informazioni distorte della autorità sanitaria e politica, se per conseguire il bene comune bisogna accettare la rinuncia della stessa autorità alle cure in modo da imporre la vaccinazione come unica via per fronteggiare i problemi sanitari, se bisogna sospendere il culto divino senza che ci siano dati scientifici adeguati a sostenere queste misure, se si causano altre conseguenze negative come la disoccupazione, la miseria economica, l’aumento di altre malattie, l’abbandono della gioventù a causa della chiusura delle scuole e delle università, l’aumento di malattie psichiatriche dovute alla solitudine e all’abbandono di tante persone fragili … allora il bene comune assume una dimensione molto più ampia del solo aspetto sanitari, per di più strumentalizzato, quest’ultimo, dal potere.

Un’ultima considerazione. Il bene comune è spesso identificato con l’interesse pubblico. L’interesse pubblico può essere inteso a) come la somma degli interessi individuali dei cittadini, qualsiasi essi siano; b) come l’interesse dello Stato. In nessuno dei due casi si ha vero bene comune. Per esempio:  se tutti i cittadini volessero indossare la mascherina anche se la scienza non desse nessuna indicazione di plausibilità a questo comportamento, l’autorità politica non dovrebbe imporre la mascherina in omaggio ad un falso bene comune. Secondo esempio: se si dice che bisogna vaccinarsi perché altrimenti i reparti di terapia intensiva scoppiano, vuol dire che si privilegia l’aspetto della pubblica amministrazione al bene comune, infatti i reparti scoppiano perché non si sono sviluppate terapie alternative e cure domiciliari. Il bene comune non consiste nel coprire le spalle ai funzionari della pubblica amministrazione.