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INTERVISTA

“La crisi venezuelana non è colpa delle sanzioni, ma del regime”

«Il Venezuela è la culla del male nella regione, il crimine organizzato che è al potere sta provando a manipolare l’informazione". Intervista ai leader del partito venezuelano "Causa R" che denunciano i «tentacoli a livello internazionale, Iran, Russia e Cuba per far credere che i venezuelani non hanno benzina e muoiono di fame per colpa delle sanzioni. Non è così. Le sanzioni non sono contro i venezuelani, ma contro gli individui (del regime) che violano i diritti umani».

Attualità 28_05_2020 Español

“Il Venezuela è la culla del male nella regione, per cui il crimine organizzato che è al potere sta provando a manipolare l’informazione”, ha avvertito la deputata venezuelana Mariela Magallanes (nella foto sotto), sottolineando che il regime, sostenuto dai “suoi tentacoli a livello internazionale”, tenta di distogliere l'attenzione da ciò che sta accadendo veramente in Venezuela, “per far credere che i venezuelani non hanno benzina, muoiono di fame, non hanno luce e non hanno ospedali funzionanti per colpa delle sanzioni, ma non è così. Le sanzioni non sono contro i venezuelani, ma contro gli individui (del regime) che violano i diritti umani”.

Di conseguenza, “attendiamo più pressione dalla comunità internazionale contro la cupola del regime, per riportare la democrazia in Venezuela attraverso un governo di emergenza nazionale”, ha ribadito da Caracas Diego Mendoza, segretario generale della Causa Radicale (Causa R), durante l’incontro online con i giornalisti internazionali. La Causa R è un partito di sinistra, anche grande oppositore del regime, al punto da avere due deputati che sono scappati del Paese lo scorso 1° dicembre dopo essersi rifugiati nell’ambasciata italiana in Venezuela: Mariela Magallanes (moglie di un cittadino italiano) e l’italo- venezuelano Americo De Grazia.

E proprio per non ridurre il conflitto venezuelano a una lotta tra destra e sinistra, si devono ascoltare altre voci dissidenti, come quella dei radicali, che confermano che il Paese è sotto sequestro del crimine organizzato internazionale.  “Le sanzioni che sono state applicate finora sono sanzioni individuali e ovviamente si tenta il controllo sulla gestione illegale che il Venezuela sta esercitando nel commercio internazionale, attraverso l'iniezione di denaro proveniente dal traffico di droga e dall’estrazione illegale di oro e di altri minerali (come il coltan), che non passa attraverso il controllo del Parlamento, per cui non passa attraverso il controllo del popolo venezuelano; persino la Banca Centrale non ha una cifra esatta della quantità di oro e diamanti che vengono estratti”, ha denunciato Luis Trincado, segretario dell’organizzazione della Causa R, in collegamento da Caracas.

“Il discorso della Russia è un discorso cinico, perché vuole continuare a dare ossigeno a Nicolas Maduro”, ha avvertito Trincado, riferendosi alla richiesta alle Nazioni Unite dal governo della Federazione russa di un attenuamento delle sanzioni a Caracas. “Russia, Cina, Iran e Cuba stanno riscuotendo un certo successo nella narrativa globale sulle sanzioni, poiché utilizzano il tradizionale discorso antiimperialista nordamericano. Tentano di ridurre il problema venezuelano affermando che ciò che sta accadendo è causato dalle sanzioni, ma quelli che, come me, viviamo in Venezuela sappiamo che le circostanze che si stanno vivendo non sono il prodotto delle sanzioni”, ha spiegato.

“Il Venezuela ha le maggiori riserve di petrolio del pianeta e non ha benzina. Abbiamo le riserve di acqua più importanti dell'emisfero e non ci arriva l’acqua. Abbiamo le riserve più importanti di gas del continente, dopo la Bolivia, e non si trova il gas. Le sanzioni non sono correlate alla precarietà in cui vive la famiglia venezuelana. Le sanzioni sono iniziate gradualmente nel 2015, ma prima del 2018, sia Chávez che Maduro, hanno gestito oltre 700 miliardi di dollari attraverso il reddito petrolifero, senza contare gli altri redditi, e oggi siamo il Paese con le peggiori condizioni di vita della regione, equivalenti ad Haiti”, ha aggiunto Mendoza.

“Il regime di Maduro non può essere visto come un governo normale. Il regime di Maduro deve essere visto come un'organizzazione criminale”, ha sottolineato il deputato Americo De Grazia. Inoltre, ha denunciato l’alleanza del regime di Maduro con l’Iran: “In Venezuela non c’è nessuna infrastruttura dell’Iran in funzione; dunque perché sono alleati? Perché si tratta di un'organizzazione terroristica internazionale: vengono concessi passaporti, occultano movimenti di denaro, estraggono l'oro e, naturalmente, il Venezuela è l'area in cui si allenano. Il rapporto del Venezuela con l'Iran, con la Siria, con Hezbollah non è altro che una rete criminale e terroristica”.

Di fronte a questa rete criminale, “non vedo una via d'uscita senza una minaccia credibile da parte degli alleati internazionali”, ha ribadito De Grazia, perché “il Venezuela è già un territorio occupato militarmente. Loro (l’Iran, la Russia e Cuba) sono lì, operano lì e, ovviamente, ogni giorno noi venezuelani abbiamo meno margine di manovra”.