La Conferenza episcopale tedesca benedice il gender a scuola
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Dalla lotta agli «stereotipi queerfobici» all'invito al coming out per gli insegnanti lgbt: è il programma dei vescovi tedeschi per promuovere omosessualità e transessualità tra i banchi scolastici.
Creato, redento e amato. Visibilità e riconoscimento delle diversità delle differenze sessuali nelle scuole. Così si chiama il documento della Conferenza Episcopale Tedesca (DBK) redatto dalla sua Commissione per l'Istruzione e la Scuola. Il documento è molto chiaro: omosessualità e transessualità sono condizioni moralmente buone da tutelare e promuovere anche nelle scuole cattoliche, anche tra i bambini. I vescovi tedeschi sono quindi a favore dell’insegnamento della teoria gender nelle scuole.
Quali le motivazioni addotte? Esaminiamo le principali. La prima: ogni persona è immagine di Dio e quindi va amata per quello che è. Così il documento: «L'amore cristiano […] riconosce e rispetta ogni persona come figlia di Dio; sostiene la sua visibilità e le permette di sperimentare la propria dignità di essere umano e di essere umano creato a immagine di Dio. […] Ogni identità umana raggiunge la sua validità e santificazione unicamente in Cristo». La persona è imago Dei perché creata da Dio, ma non tutte le scelte e non tutte le condizioni riflettono la santità di Dio. L’omosessualità e le sue condotte e la transessualità contraddicono l’ordine presente nella natura umana così come creata da Dio e quindi non rispecchiano, bensì deformano il volto di Dio impresso nell’uomo. In Cristo, poi, sono presenti tutte le perfezioni espresse al massimo grado. Omosessualità e transessualità non sono perfezioni identitarie, ma degradazioni dell’identità personali e quindi come tali non possono essere rinvenute in Cristo e non possono essere oggetto di santificazione. Il primo atto consono alla santificazione personale sarebbe l’abbandono di queste condizioni.
Seconda motivazione per accettare omosessualità e transessualità: Dio ti ama come sei. «Questo essere amati nella creazione e nella redenzione – scrivono i vescovi tedeschi – vale per l'uomo in tutta la sua diversità e da ciò non può essere esclusa la diversità delle identità sessuali. […] Le persone queer possono sperimentare l'essere desiderate e accettate incondizionatamente, poiché il "sì" incondizionato di Dio a ciascuna delle sue creazioni umane prende forma concreta nelle loro storie di vita». Dio ama l’uomo nonostante sia peccatore, non perché peccatore. Dio ama la persona omosessuale e transessuale nonostante queste loro condizioni, non a motivo di queste condizioni. Dio accoglie queste persone, ma non la loro condizione e le scelte che derivano da esse. Non tutto ciò che è nell’uomo è secondo Dio.
Va da sé che, secondo i vescovi, se Dio ti ama per quello che sei, anche noi dovremmo fare altrettanto: «il primato dell'amore conduce a un profilo di scuola cattolica in cui l'accettazione incondizionata di ogni essere umano nel suo divenire e sviluppo individuale supera ogni altra prospettiva inclusa la morale sessuale». Due sintetiche riflessioni. La prima: chi ama vuole il bene della persona. Omosessualità e transessualità non sono il bene della persona quindi chi ama la persona omosessuale e transessuale non vuole confermarle in queste loro condizioni. Seconda riflessione: per i vescovi tedeschi esiste una metamorale. L’accettazione, intesa come consenso, a qualsiasi condizione sessuale supera la morale, in specie la morale sessuale. Questo nostro giudizio è avvalorato da un ulteriore passaggio: «Le seguenti riflessioni non esprimono alcun giudizio sulla morale sessuale, ma piuttosto stabiliscono delle priorità educative». Esiste quindi una morale di ordine superiore di carattere pedagogico a cui appellarsi per scavalcare le indicazioni della morale naturale.
In soldoni e superando simili sofismi: i vescovi affermano che non vogliono esprimere giudizi morali perché sanno che la morale cattolica dice altro rispetto a ciò che scrivono, ma in realtà, accettando omo e transessualità, li esprimono eccome i giudizi morali. Un altro stratagemma per superare la dottrina cattolica sul punto è il seguente: il tema omosessualità e transessualità è dibattuto. Ed ecco quindi le indicazioni operative per gli insegnanti di religione: «Ciò che è controverso nella Chiesa e nella teologia viene presentato come tale anche in classe in modo che gli studenti possano formarsi un proprio giudizio ragionato». Risposta: la Chiesa si è espressa limpidamente su omosessualità e transessualità (clicca qui, qui e qui), quindi rispetto al Magistero il tema non è controverso, ma semmai contestato da chi non si allinea al Magistero. Il professore di religione dovrebbe insegnare ciò che dice la Chiesa, non fermarsi all’affermazione che il tema è avversato.
Torniamo alle motivazioni per accettare omosessualità e transessualità. Il documento dei vescovi ne indica un’altra: «Ogni persona ha un'identità di genere e un orientamento sessuale che non sono né arbitrariamente malleabili né selezionabili. Piuttosto, risultano da un'interazione di processi biologici e psicosociali, che includono, non da ultimo, l'accettazione e la costruzione di questi aspetti da parte dell'individuo stesso. […] Nessuno può scegliere il proprio orientamento sessuale o identità di genere; entrambi sono acquisiti e non liberamente disponibili». La persona omo e transessuale si ritrova in queste condizioni a motivo di fattori biologici e sociali. L’unica soluzione moralmente valida, indicano i vescovi, è l’accettazione di questo status.
Se ti ritrovi tuo malgrado ad essere omosessuale o transessuale ne consegue, secondo una perversa logica, che queste due condizioni non esprimono un disturbo psicologico, ma sono condizioni psicologicamente normali: «Vi è consenso sul fatto che né l'orientamento omosessuale, né quello bisessuale, né quello asessuale costituiscano una malattia che possa essere "curata" terapeuticamente. Pertanto, le cosiddette "terapie di conversione" sono da respingere. […] Invece, dal punto di vista delle scienze umane, gli orientamenti omosessuali, bisessuali o asessuali sono considerati "varianti della normale capacità umana di amare" [invece] gli sviluppi intermedi [dell’identità psicologica sessuale] non sono disturbi patologici». Nostra risposta: non tutto ciò che è innato è secondo natura (ammesso e non concesso che queste due condizioni siano innate) e non ogni condizionamento sociale ed educativo è secondo natura. Il trovarsi in una condizione non ricercata non giustifica di per sé la bontà di quella condizione.
Ultima motivazione per accettare omo e transessualità: «l'autodeterminazione è espressione della libertà responsabile donata da Dio. […] La dignità umana richiede quindi che egli agisca secondo una scelta consapevole e libera. […] L’autodeterminazione sessuale è il diritto e la capacità di una persona di decidere responsabilmente sulla formazione della propria identità sessuale percepita (orientamento sessuale, identità di genere) e di dare così alla propria vita nell'ambito della propria sessualità un profilo autentico e personale». Trovandosi a vivere in queste due condizioni la libertà deve assecondare questo stato di cose. Una libertà che è addirittura un diritto. Ma la vera libertà è adesione al bene e solo il bene è consono alla dignità della persona.
Giudicate l’omo e la transessualità quindi come condizioni moralmente buone, i vescovi tedeschi indicano azioni concrete da attuare a scuola per promuoverle: «esercitarsi a gestire percorsi di sviluppo della propria identità sessuale; […] rispettare […] l’autoidentificazione e l’autodesignazione/l’uso dei nomi; […] contribuire alla visibilità delle persone con diverse identità sessuali utilizzando un linguaggio che […] renda giustizia alla diversità delle identità sessuali […] prestando attenzione ai modelli di genere e di ruolo e, se del caso, agli stereotipi queerfobici trasmessi; […] sostenere la comunità scolastica nel suo impegno a fornire un'educazione sessuale ai bambini e ai giovani che esamini criticamente gli stereotipi di genere e le assegnazioni di ruolo e li ampli nel senso di diversità e accettazione; […] creare uno spazio in cui bambini e ragazzi possano acquisire certezza sul proprio orientamento sessuale e sulla propria identità di genere. Ciò richiede un'educazione sessuale e un'educazione antidiscriminatoria che li informi sulla diversità delle identità sessuali […] e li supporti nel plasmare responsabilmente la propria identità sessuale». Infine gli insegnanti Lgbt devono fare coming out perché «in questo modo svolgono un ruolo importante come "modelli" per i giovani queer».
Che Roma intervenga.
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