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SPERANZA IN INDIA

La Chiesa martire dà frutti copiosi: 534 cresime

La cresima è stata impartita nella parrocchia che era stata distrutta da radicali indù: “Gli estremisti volevano eliminare i cristiani dal villaggio e invece i seguaci di Cristo continuano ad aumentare”. Il vescovo ha pregato affinché "possiamo essere coraggiosi per testimoniare Gesù fino alla morte".

India. La Chiesa tanto perseguitata in India tuttavia cresce, nonostante le minacce, anche negli Stati in cui la persecuzione è più accanita. Nei giorni scorsi nel distretto di Kandhamal, nello stato di Orissa, sono stati cresimati 534 ragazzi nel corso di tre cerimonie officiate da Monsignor John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar. 

Il 18 gennaio la cresima è stata impartita a 175 ragazzi della parrocchia di San Pietro, nel villaggio di Pobingia. La chiesa era stata distrutta da radicali indù nel 2008: “Gli estremisti – ricorda l’agenzia di stampa AsiaNews – volevano eliminare i cristiani dal villaggio e invece i seguaci di Cristo continuano ad aumentare”. La seconda cerimonia si è svolta il 20 gennaio a Saramuli, nella parrocchia dedicata a San Sebastiano. Alla presenza di 3.000 fedeli, quattro sacerdoti e sei Missionarie della carità sono stati confermati 88 giovani.

“La nostra fede – ha detto Monsignor Barwa durante l’omelia – si rafforza nel sacrificio di San Sebastiano. Possa egli intercedere e pregare per noi oggi, [affinché possiamo] essere coraggiosi abbastanza da testimoniare Gesù fino alla morte. Voi siete pieni dei doni dello Spirito Santo. Il vostro comportamento conta, il vostro modo di vivere deve essere di esempio per gli altri”. Il 21 gennaio, infine, nella parrocchia di San Giuseppe, a Godapur, hanno ricevuto la cresima altri 271 ragazzi. Alla cerimonia hanno partecipato 4.000 fedeli, tre sacerdoti e sette suore.