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ARGENTINA

Il mistero dei battesimi nella prigione degli orrori

Vescovo informa il Papa dell'esistenza di un registro di battesimi effettuati alla Esma, dove durante la dittatura argentina i prigionieri venivano torturati e uccisi. Non si sa se figli di desaparecidas o di militari di stanza. Tornano i misteri sul ruolo della Chiesa, ma anche le amnesie di chi non denuncia le complicità cubane. 

Attualità 22_01_2018
Abuelas davanti alla Esma

L’11 gennaio, Elisabetta Pique, corrispondente del quotidiano La Nacion in Italia ha diffuso la notizia che il vescovo dei cappellani militari argentini, Santiago Olivero, ha annunciato, dopo averne informato il Papa, di aver recuperato il registro dei battesimi della cappella Stella Maris della Esma, la ex scuola di Meccanica della Armata, uno dei maggiori centri di detenzione clandestini durante la dittatura che governò l’Argentina tra il 1976 e il 1979. Fino ad allora non si conosceva l’esistenza di questo documento, che sarà reso pubblico presto.

In questo libro sono registrati i 127 battesimi realizzati nel centro di detenzione tra il ’75 e il ’79. In particolare, si tratta di 19 battesimi registrati nel ’75, 14 nel ’76, 36 nel ’77, 28 nel ’78 e 30 nel ’79. In gran parte gli atti battesimali furono eseguiti durante i primi anni della brutale, illegale e selvaggia repressione del governo militare instaurato il 24 marzo 1976, repressione che includeva sequestri, sparizioni e eliminazioni non solo di guerriglieri o combattenti armati, ma anche di dissidenti politici, imprenditori, dirigenti sindacali o assistenti sociali, tutti di distinti orientamenti ideologici.

Fino ad oggi si sapeva che nel centro di detenzione vennero tenute donne incinte che partorirono, e che i figli appena nati furono rapiti e poi consegnati a militari o amici intimi che li adottarono illegalmente. Ciò che non si sa a tutt’oggi è se questi bambini battezzati fossero figli di militari di stanza nella ex Escuela o figli di desaparecidas.

Nel corso degli anni ci sono state molte denunce di sequestri o sparizioni, così come anche di nascite da donne desaparecidas. Ciò che non si seppe mai né si denunciò è che questi bambini appena nati fossero stati battezzati proprio lì, nella Esma.

Sorprendentemente, all'interno dell’attività illegale repressiva, era stata eseguita era una registrazione legale della pratica sacramentale regolarmente celebrata. Oltre a contare su una Cappellano generale per tutte le forze armate, l’esercito argentino disponeva di cappellani destinati nei diversi presidi dove era presente un’istituzione militare. Almeno un sacerdote, se non di più, erano quelli che celebravano regolarmente.

In quegli anni Jorge Mario Bergoglio era provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina. Non c’è alcuna traccia che egli fosse a conoscenza di questo. I suoi rapporti con l’esercito Argentino allora furono per la richiesta che egli fece al comandante Emilio Eduardo Massera, in quegli anni capo supremo dell’esercito, a causa della scomparsa di due ex sacerdoti gesuiti sequestrati e mantenuti prigionieri in clandestinità e poi riapparsi dopo cinque mesi.

Esistono invece tracce e testimonianze che hanno confermato che i cappellani generali delle tre forze armate, Esercito, Marina e Aviazione fossero consapevoli dell’attività illegale che si svolgeva in quegli anni, e che in alcuni casi fecero accordi informali per far riapparire in vita alcuni sequestrati. Inoltre esistono tracce e testimonianze che corroborano il fatto che alcuni sacerdoti e alcuni vescovi avvalorarono e tollerarono questa illegalità. Però furono molti di più quelli che non parteciparono a questo processo e anzi aiutarono, mettendo a rischio la loro vita, quelli che erano perseguitati.

E’ da sottolineare che la attività sacramentale documentata si sia conclusa nel 1979, in coincidenza con le pressioni internazionali che già avevano cominciato a esercitare organismi internazionali come la Commissione Interamericana dei diritti umani e il governo statunitense presieduto dal democratico James Carter.

E’ un fatto che alle sue origini, la repressione illegale effettuata dalle Forze armate argentine ebbe l’avvallo esplicito di Henry Kissinger (documentato da informative ufficiali declassificate), nella veste di segretario di Stato statunitense, e potè contare sulla copertura diplomatica internazionale fornita dall’ambasciatore cubano presso le Nazioni Unite, che impedì sempre che nel Comitato dei diritti umani si ufficializzassero le denunce contro le violazioni dei diritti umani, così come documentò un’eccellente indagine di Kezia McKeague, una accademica statunitense intitolata: Una strana alleanza: le relazioni cubano-argentine a Ginevra, 1976-1983.

Molti portavoce e rappresentanti del cosiddetto progressismo hanno criticato il ruolo della Chiesa in quegli anni. Però molti di loro si nascondono se oggi alcuni critici furono invece collaboratori del processo militare e dissimulano questo passato nella loro vita.

E peggio ancora, nessuno ha detto e dice della scoperta della protezione internazionale fornita dal regime cubano di Fidel Castro e da suo fratello, una strana coincidenza portata avanti con l’avallo repubblicano statunitense alla repressione illegale di quegli anni.