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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

Il discorso

Il loquace Mattarella

Nelle parole rivolte alle alte cariche dello Stato in occasione dello scambio degli auguri natalizi il 17 dicembre scorso, il presidente della Repubblica non si è limitato a delineare valori costituzionali, ma è entrato nel campo di “cosa fare”.

Dottrina sociale 23_12_2025

Del discorso del presidente Sergio Mattarella alle alte cariche dello Stato in occasione dello scambio degli auguri natalizi il 17 dicembre scorso, molti hanno parlato concentrandosi soprattutto sui contenuti. Il presidente della Repubblica ha indicato una specie di decalogo strategico sulle principali questioni politiche e geopolitiche oggi sul tappeto. Lo ha inquadrato in un quadro di costruzione della pace e in una prospettiva che va ben oltre la legislatura e quindi oltre la destra o la sinistra. Come si diceva, i commenti e le critiche si sono concentrati sui contenuti dei vari punti e soprattutto su uno di essi, quello relativo al riarmo europeo.

Dopo aver sostenuto che la collocazione europea dell’Italia è fuori discussione perché «sappiamo bene che l’Unione ha alcuni problemi e molti avversari. Soltanto l’Europa può preservare, e dare un futuro, a quelle conquiste che gli Stati hanno garantito per decenni con i loro ordinamenti», egli ha affrontato il tema della «definizione compiuta di una strategia di sicurezza nazionale, in un tempo in cui siamo costretti a difenderci da nuovi rischi che, senza infondati allarmismi, sono concreti e attuali». Qui Mattarella ha pronunciato le parole più dibattute del suo discorso: «La spesa per dotarsi di efficaci strumenti che garantiscano la difesa collettiva è sempre stata comprensibilmente poco popolare. (…) E tuttavia, poche volte come ora, è necessario. Anche per dare il nostro decisivo contributo alla realizzazione della difesa comune europea, strumento di deterrenza contro le guerre».

Di motivi per non essere d’accordo ce ne sono tanti e sui commenti della stampa si possono intercettare tutti. Un aspetto invece è stato affrontato solo da pochissimi: il tema e le parole dell’intervento sembravano avere un carattere di scelta politica, non si limitavano a delineare principi e valori costituzionali ma entravano nel campo di “cosa fare”, tra l’altro in un ambito molto problematico e delicato. Ma suggerire cosa fare è compito della presidenza della Repubblica?

Stefano Fontana