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Il dottor Knock, quando la “scienza” vince e il malato perde

Quando prende servizio in un paesino di montagna, il dottor Knock trova gli abitanti in ottima salute, ma in poche settimane la situazione cambia grazie alla pubblicità e alla sua visione improntata sul motto: «I sani sono dei malati che non sanno di esserlo». Una commedia del 1923, che sembra scritta ai giorni nostri e trasposta in un film del 1951 con uno straordinario Louis Jouvet, rivive in un Dvd prodotto quest’anno.

Cinema e tv 09_08_2021

«I sani sono dei malati che non sanno di esserlo». È questa la lezione del dottor Knock. O, meglio, è la sua vocazione: farci capire che non stiamo bene, anche quando crediamo il contrario. Il dramma è che questo medico nato nel 1923 dalla penna di Jules Romains, protagonista della commedia in tre atti "Knock o il trionfo della medicina", riesce nel suo intento.

Quando prende servizio in un paesino di montagna dimenticato dal mondo, il dottor Knock si trova davanti a una situazione per lui disarmante: tutti gli abitanti sembrano godere di ottima salute. Passano poche settimane e la situazione cambia, grazie alla collaborazione con il maestro e il farmacista, alla pubblicità esercitata tramite il banditore del paese e l’esempio di una ricca nobildonna. Knock apre il suo ambulatorio e il lunedì visita gratuitamente i pazienti. Crea un bisogno e, a quel bisogno, risponde insinuando in chiunque gli capiti a tiro il sospetto della malattia. Non importa quale, ma meglio quella di natura virale.

Improvvisamente, tutti si scoprono malati e tutti vogliono sentirselo dire dal dottor Knock. Per il medico di questa fortunata commedia la “salute” è un concetto sorpassato, che non può resistere di fronte all’avanzare della scienza moderna. È solo una parola che, senza alcun danno, potrebbe essere eliminata dal nostro dizionario. Afferma infatti il dottor Knock: «Quanto a me, conosco solo individui più o meno affetti da malattie più o meno disparate e con esiti più o meno rapidi. Naturalmente, se dite loro che stanno benissimo, non chiedono di meglio che credervi. Ma così li ingannate. L'unica scusante può essere quella d’avere già troppi malati per caricarvene di nuovi».

E sui contagi da virus il dottor Knock sembra anticipare quello che un secolo dopo i virologi hanno detto in tutte le trasmissioni televisive in merito alla pandemia da Coronavirus del 2020: «...si può anche andare in giro con una faccia rubiconda, una lingua rosea, un appetito eccellente e covare, in tutti i meandri del proprio organismo milioni di bacilli di estrema virulenza, capaci di infettare un dipartimento intero».

Jules Romains fa capire che il virus inoculato da Knock è la fiducia cieca nella “scienza”. Che ovviamente è soltanto quella del medico più moderno e aperto alle nuove conquiste del progresso e non certo il buon dottore che, fedele al giuramento di Ippocrate, curava solo in caso di malattia e nell'interesse esclusivo del malato.

Il dottor Knock opera quindi un vero e proprio ribaltamento della medicina. Al collega che ha sostituito e che gli rimprovera che nel suo agire «l’interesse del malato è subordinato a quello del medico», il dottor Knock risponde: «Lei dimentica che c'è un interesse superiore a questi due: quello per la medicina... è il solo di cui io mi preoccupi. Lei mi dà un comune popolato da migliaia di individui neutri e indeterminati e il mio compito è quello di determinarli, di indurli all'assistenza medica. Non c'è niente che mi urti come quell'essere né carne né pesce che lei definisce individuo sano».

Il racconto venne scritto nel 1923 e ha avuto ben quattro versioni cinematografiche. Dire che è stato profetico è dir poco: ha anticipato la nascita della propaganda di massa che verrà utilizzata nelle dittature di mezza Europa e anche la propaganda pubblicitaria che dall'America faceva ingresso nel Vecchio Continente. Ma vediamo soprattutto che profetizzava la società del terzo millennio, dove gli unici negozi sempre affollati di gente sono le farmacie e gli studi medici dei dottori. La medicina è diventata semplice affarismo e non più riguardo per la salute; mentre la psicoanalisi freudiana inculcava nelle menti delle persone che qualsiasi stato d’animo naturale, in passato considerato normale, era malessere: tristezza, stanchezza, inappetenza, vecchiaia, divenivano nuove malattie che rendevano indispensabili l’uso delle medicine, o il ricovero in ospedale.

Il film del 1951 “Knock, ovvero il trionfo della medicina”, con la stupenda interpretazione di Louis Jouvet, è stato prodotto nel 2021 dalla DNA Srl in un Dvd e reperibile facilmente in Internet. Assolutamente da acquistare, vedere e far vedere. Oltre al Dvd suddetto si può vedere su YouTube il pregevole sceneggiato televisivo del 1966 trasmesso dalla Rai dove il dottor Knock è interpretato da Alberto Lionello. Alcune scene del film sono commentate in un altro video, anch'esso disponibile su YouTube, con il documentario dal titolo “Inventori di malattie” dove il giornalista Silvestro Montanaro, conduttore del programma Rai “C'era una volta”, racconta di come l’industria farmaceutica “crea” le malattie. Il video inizia con un’intervista all'ex vicepresidente del settore marketing della Pfizer.

Assolutamente da sconsigliare è invece il remake cinematografico del 2017 dove Omar Sy interpreta un improbabile dottor Knock di colore che ribalta totalmente la vicenda risultando l'eroe che porta la medicina a trionfare sulla religione. Ovviamente la religione criticata è quella cattolica, oscurantista e nemica del progresso impersonata dal sacerdote del paese che accusa il dottore pubblicamente durante un funerale usando addirittura informazioni avute nel segreto della confessione e risultate poi false. Un vero e proprio rovesciamento della commedia originale di Jules Romains. Molto meglio le versioni del 1951 e del 1966 che aiutano a capire perché siamo finiti nella situazione odierna dove la medicina ha smarrito la sua missione originaria pensata da Ippocrate e sviluppata negli ospedali medioevali fondati dalla Chiesa.