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L'EDITORIALE

I radicali liberi (di fare quel che vogliono)

Se l'eutanasia nel nostro ordinamento è equiparata all'omicidio, come può restare affissa nel centro di Milano una grande pubblicità per questo reato?

Editoriali 05_05_2011

Nel centro di Milano sono apparsi grandi manifesti che pubblicizzano l’eutanasia. Responsabili dell’iniziativa sono i soliti radicali dell’Associazione Luca Coscioni. Un consigliere comunale, Fabio Luoni, ha immediatamente sollevato il caso in Consiglio, chiedendo l’intervento del sindaco Letizia Moratti, la quale ha prontamente diffuso una nota per denunciare questa provocazione che offende la sensibilità della maggioranza dei milanesi e per rendere noto che ha incaricato gli uffici competenti per verificare se ci siano le condizioni per la rimozione della pubblicità.

Fin qui la notizia. Che però si presta a qualche breve considerazione.

L’eutanasia, nell’attuale ordinamento, è equiparata all’omicidio
. Fare pubblicità a questa forma di omicidio è dunque una violazione palese e grave della legge. Da qui discendono due questioni: anzitutto la solita ipocrisia dei radicali che, quando conviene si fanno paladini della legalità e quando non conviene forzano la legge per ottenere quello che vogliono. La legalità dunque, nell’interpretazione dei radicali, coincide con il loro programma politico, a prescindere da quello che è scritto nelle leggi italiane. Nel caso qualcuno non se ne fosse accorto siamo davanti a una forza eversiva.

Se vogliamo, nulla di nuovo: i radicali hanno sempre fatto così e sbaglia chi – non condividendo i loro (dis)valori - continua ad accarezzarli in funzione elettorale.
La seconda questione però ci sembra addirittura più grave: se la pubblicità viola una legge, istiga a quello che viene equiparato a un omicidio, per quale motivo non viene subito rimossa e denunciati coloro che l’hanno violata?

Per delle piccole violazioni - vedi codice stradale – la mannaia degli uffici competenti del Comune di Milano scatta subito senza pietà sui contravventori. Come mai non accade lo stesso per clamorose violazioni come questa? Qualcuno ha forse inserito nel  codice una deroga speciale per le violazioni perpetrate dai radicali? Nel caso sarebbe bene che ne informasse l’opinione pubblica.

O c’è invece paura dei ricatti politici dei radicali? In questo caso forse sarebbe anche peggio, perché uno Stato che non è in grado di far rispettare le sue leggi e i valori condivisi dalla maggioranza, perde autorevolezza e diventa complice della distruzione della società.