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CRISI

Germania, i socialisti in crisi vogliono eliminare gli avversari

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La coalizione di governo in Germania risente della profonda crisi politica dei socialisti. Che invece di rimediare ai danni, demoliscono gli avversari dell'AfD.

Esteri 23_01_2024
La protesta a Brema contro l'AfD (La Presse)

Germania nel caos e non per colpa della destra di AfD, attestata al secondo posto nei sondaggi elettorali con il 22%, dietro al 31% dei democristiani e davanti ai Socialisti con un misero 14%. La destra è anzi il capro espiatorio di un governo incapace che accarezza addirittura il sogno di escludere l’AfD ed i suoi leader dalle prossime competizioni elettorali, nel perfetto stile nazi-sovietico che stanno attuando anche i Democratici americani verso Trump. Eliminare però dalla competizione uno dei concorrenti e avversari politici, non è né democratico, né segno di forza politica, tutt’altro.

Nelle scorse settimane, tra bocciatura del bilancio dello Stato da parte della Corte Costituzionale tedesca e le partecipatissime proteste di agricoltori contrari  al folle Green Deal, era già emersa una debolezza congenita della coalizione del governo Scholz. Ora però che a Varsavia siede Donald Tusk, il fedele amico e vassallo di Berlino ed i competitors e nemici conservatori polacchi sono all’opposizione, non c’è più il nemico estero ed esplodono tutte le contraddizioni e le debolezze interne della coalizione “semaforo” (rosso-giallo-verde, colori di SPD, FDP e Verdi, ndr).   

Centinaia di migliaia di persone in piazza in quest’ultima settimana, per lo più elettori dei tre partiti della maggioranza, per protestare contro il presunto intento del partito di destra AfD e degli austriaci identitari legati al politico Martin Sellner che vorrebbe espellere centinaia di migliaia di immigrati irregolari, o regolari ma inabili al lavoro, o che non vogliano integrarsi nella cultura, valori e società tedesca, nei loro rispettivi paesi di provenienza.

Il 10 gennaio, un'inchiesta giornalistica aveva svelato di un incontro tra gli esponenti dei due partiti per discutere di un “Piano di remigrazione” di migranti arrivati in Germania e Austria negli scorsi anni. Il programma includerebbe l'identificazione delle persone, inclusi forse anche i naturalizzati, che ritiene costituiscano un peso per la società. Ovviamente la notizia è stata la scintilla scatenante e l'occasione per nascondere le difficoltà crescenti dell’esecutivo, tentare di convogliare le proteste di agricoltori e servizi pubblici contro la destra dell’AfD che appare sempre più in crescita.

Così, il cancelliere Scholz l’11 gennaio, invece di occuparsi delle ragioni di fondo che avevano portato gli agricoltori in piazza e provocato gli scioperi dei trasporti pubblici (in primis i treni) si è scagliato contro il fantomatico progetto della destra ed ha aizzato le folle. In centinaia di migliaia hanno manifestato in diverse città e spontaneamente contro il razzismo fascista del supposto progetto di AfD.

Eppure il governo, invece di strumentalizzare ciò che è emerso da un'inchiesta giornalistica su un incontro riservato, quello sulla cosiddetta “remigrazione”, ad oggi nemmeno presente nel programma dell’ AfD tedesca, avrebbe molto di cui occuparsi. Si dovrebbe occupare della conclusione del dibattito sul nuovo debito pubblico, altri 39 miliardi di euro che il governo vuol caricare sulle spalle dei cittadini nell’anno 2024, poi la crisi della Mercedes che ha presentato un piano di vendita di decine di concessionarie e officine di sua proprietà in Germania con un possibile esubero di 8mila dipendenti, la crisi crescente nell’approvvigionamento delle materie prime per industria automotive e della chimica, dopo gli scontri nel Mar Rosso.

Ancor più incomprensibile è la scelta di Scholz di rispondere alle sfide politiche ed economiche del paese approvando le nuove norme sull’immigrazione nei giorni scorsi, contemporaneamente alle proteste contro l’AfD e promettendo la liberalizzazione della cannabis entro il prossimo aprile. Per intercettare il crescente consenso a favore di AfD e Cdu-Csu, la coalizione di governo ha approvato, giovedì 18 gennaio, la nuova legge sui rimpatri, per accelerare l'espulsione dei richiedenti asilo respinti.

Nonostante proprio il Cancelliere Scholz avesse dichiarato in ottobre l’avvio di espulsioni  «su larga scala», le modifiche introdotte dai Verdi alle nuova legge, tra cui quella di far pagare allo Stato gli avvocati degli immigrati, hanno svuotato le nuove norme al punto che il Ministero degli Interni prevederebbe solo 600 espulsioni, a fronte dei 1000 migranti in arrivo quotidianamente. Un fallimento totale, aggravato dal sospetto che le nuove norme permetterebbero a 50mila turchi di acquisire la cittadinanza e dunque il voto, ennesimo regalo a moderati e destre.

In ultimo, anche per anticipare il possibile divieto elettorale antidemocratico verso l’AfD,  Hans-Georg Maassen, ex capo dell'agenzia tedesca di intelligence interna (BfV), è stato scelto per guidare il nuovo partito tedesco, fondato sabato 20 gennaio, la Werteunion (Unione dei Valori). In precedenza era una semplice corrente della Cdu-Csu. Il nuovo partito promuoverà l’identità cristiano sociale, si batterà contro la burocratizzazione europea e promuoverà misure più restrittive verso i migranti irregolari. Un nuovo veicolo politico che potrebbe favorire l’alleanza tra l’AfD e i democristiani, in vista delle prossime elezioni federali del 2025. Berlino implode per le colpe e l’ideologia folle di chi guida il paese, non per i politici avversari.