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Germania e islam: gli jihadisti accoltellano, il governo combatte... i coltelli

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Aumentano gli accoltellamenti in Germania, ancora sconvolta dall'attentato di Solingen. Il ministero dell'Interno ha raccolto statistiche che dimostrano come il fenomeno criminale sia strettamente legato all'immigrazione. Ma il governo preferisce fare norme contro i coltelli.

Esteri 05_09_2024
Il presidente Steinmeir, tributo alle vittime di Solingen (La Presse)

Da quando l’estate tedesca è stata scossa dal terribile attentato che ha visto un immigrato islamico tagliare la gola a tre persone per conto dell’Isis, in Germania non si parla d’altro di coltelli. Non per la novità: come in gran parte d’Europa, anche i tedeschi patiscono l’arma bianca  come la prediletta del nuovo terrorismo islamico. Ma perché sono diventati, in extremis, i protagonisti indiscussi di una feroce campagna elettorale che ha visto l’Alternative für Deutschland (AfD) trionfare in Sassonia e Turingia, pochi giorni fa. 

Il nemico adesso è la socialdemocrazia, che là raccoglieva cifre stratosferiche poco tempo fa, e che ora invece è incarnazione di tutte le politiche fallimentari causa dell’attuale declino. L’onda lunga dello shock e del caos politico generato dall’attentato di Solingen hanno avuto il potere non solo di ottenere l’espulsione di  cittadini afghani, per la prima volta da quando i talebani hanno ripreso il potere, ma anche di rimettere in discussione le politiche d’immigrazione riaccendendo aspramente le critiche sulle aperture imposte dalla Merkel. 

Pochi giorni fa, l’Esecutivo tedesco ha annunciato un pacchetto di misure con cui intende rendere più severe le procedure d’asilo, d’espulsione e finanche le norme per arginare i crimini da coltello. All’attentato di Solingen, infatti, è seguito un rapporto del Ministero dell’Interno che racconta nel dettaglio come in Germania la criminalità dilaghi e l’immigrazione abbia un rapporto sempre più stretto con la stessa.

Le autorità stanno proponendo zone “libere dai coltelli” attorno alle stazioni ferroviarie e in altre aree in cui tendono a verificarsi più frequentemente accoltellamenti. E promettono di reprimere il fenomeno adottando misure più severe di controllo, pene più aspre per l’uso improprio e “intense campagne di sensibilizzazione sui pericoli”. Perché se qualche terrorista islamico non fosse ancora a conoscenza dei pericoli che seguono l’accoltellare qualcuno, la campagna di sensibilizzazione glielo farebbe sapere.

Nel 2023, in Germania ci sono stati 13.844 “crimini da coltello”. Il che corrisponde a un aumento del 15% rispetto all’anno precedente e a una media di 38 crimini all’arma bianca al giorno. Secondo le statistiche governative pubblicate con l’inizio di settembre e che coprono lo scorso anno per intero, la Germania ha registrato il 5,5% in più di crimini rispetto al 2022. Sempre per il medesimo arco temporale le autorità hanno registrato 2,2 milioni di soggetti fermati per reati vari e nel 41,1% s’è trattato di “non tedeschi” (923.269), con un aumento del 17,8% da un anno all’altro. Se consideriamo che la percentuale di cittadini stranieri sul totale della popolazione residente in Germania è pari al 15% essi sono rappresentati in modo sproporzionato nelle statistiche sulla criminalità: circa un criminale su cinque era un immigrato con status di rifugiato. In termini assoluti, il numero degli “attacchi con coltelli” è aumentato dal 2022 al 2023 del 9,7% nella categoria “lesioni fisiche gravi” e del 16,6% nei reati per rapina.

I sospettati di crimini con coltello sono di solito uomini (in quasi il 90% dei casi) e prevalentemente adulti di età superiore ai 21 anni. Negli Stati federali che registrano la nazionalità degli indagati, stando alla statistica criminale della polizia, tra un terzo e la metà di loro non sono tedeschi: Baden-Württemberg: circa 55%; Assia: circa 50%; Meclemburgo-Pomerania anteriore: 35 %; Bassa Sassonia: 41 %; Nord Reno-Westfalia: 47,4 %; Sassonia: 49,2 %; Sassonia-Anhalt: 35 %; Turingia: 41 %. Gli stranieri sono quindi sovrarappresentati tra gli indagati – sia in rapporto al totale della popolazione sia in rapporto alla popolazione maschile tra i 14 e i 60 anni.

Un’analisi interna trapelata al quotidiano Welt ha mostrato che i crimini con coltello nella Renania Settentrionale-Vestfalia, il Land più popoloso e ricco della Germania, sono aumentati del 45% in un recente intervallo di 12 mesi. Altre statistiche dallo stesso Land raccontano che nel 2023, l’80% dei borseggiatori erano stranieri, così come il 47,6% dei ladri, il 41,6% dei sospettati di omicidio e il 27,1% dei sospettati di crimini sessuali violenti.

Sono stati registrati 761 stupri di gruppo in Germania nel solo 2023, quasi due al giorno e il 47,5% dei sospettati erano stranieri. La frequenza di tali crimini, rari in Germania fino agli anni Novanta, si è attestata tra 600 e 800 all’anno negli ultimi 7 anni.

Il governo tedesco, al momento, ancora non reprime spietatamente ogni opposizione all’immigrazione di massa e quanti condannano le politiche di ‘inclusione’, come sta facendo il nuovo governo inglese di Starmer. Ma creare zone “senza coltelli”, limitare la lunghezza di quelli che possono essere trasportati fatta eccezione di quanti, appena acquistati, sono ancora nella confezione, creare campagne sui social media per denunciare i pericoli dei coltelli, sono alcune delle stravaganze che già il Regno Unito e altri governi hanno adottato negli ultimi dieci anni per distrarre dalla realtà. Il problema non sono i coltelli, ma chi commette crimini con una frequenza che sta sfigurando un Paese oltre che cambiarne le abitudini radicalmente. 

Nella primavera del 2024, Herbert Reul, ministro degli Interni in Renania Settentrionale-Vestfaliaammetteva, «Abbiamo un problema con i criminali non tedeschi». Ciò che è notevole non è quel che ha ammesso Reul, ma il fatto che lo abbia detto un politico di quella CDU che con la Merkel ha inaugurato la stagione delle “porte aperte”. Anche Nancy Faeser, ministro degli Interni del governo Scholz, per il centro-sinistra Socialdemocratico (SPD), ha detto qualcosa che sarebbe stata bollata come provocazione di estrema destra solo pochi anni fa: «L’aumento dell’immigrazione ha portato a più crimini».

Affermazioni che sembrano banali, ma infrangono diversi tabù. Per circa un decennio non solo ogni discussione sul perché gli stranieri fossero sovrarappresentati nelle statistiche sulla criminalità è stata repressa, ma in ragione della sezione 12 del codice tedesco della stampa che proibisce persino di identificare l’origine dei criminali per combattere la “discriminazione”, i fatti di cronaca sono stati raccontati in maniera parziale.

Adesso, però, le statistiche governative sulla criminalità sono impietose. La Renania Settentrionale-Vestfalia vuole dettare la linea per ricominciare. Il ministro degli Interni del Land, Reul (CDU), intende contrastare il fenomeno con un piano di misure punitive in dieci punti, ma anche andare alle origini del problema. Secondo il ministro, «Armarsi ha sicuramente qualcosa a che fare con la mascolinità. Con un coltello, alcune persone potrebbero sentirsi più forti e invincibili nella notte oscura. Questa immagine medievale della mascolinità non fa bene alla nostra società». Se è questa la strategia...