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Flop annunciato: tra il dire e il fare c'è di mezzo Mamdani

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A sinistra c'è poco da esultare per il neo-sindaco islamo-comunista della Grande Mela. La vera domanda è: quanto durerà? Prima o poi la realtà si impone sulle promesse elettorali e sui voti ottenuti per noia ideologica o speranza/disperazione. Anzi ha già iniziato.

Esteri 15_11_2025
Associated Press / LaPresse (AP Photo/Seth Wenig)

La vera domanda sul neo-sindaco islamo-comunista mezzo afro e mezzo indiano (nel senso di India) è: quanto durerà? Infatti, già la governatrice gli ha fatto sapere che non ci sono soldi per i trasporti gratis che aveva promesso. E una. Poco a poco, com'è facile prevedere, seguiranno le altre e il giovanotto tornerà agli agi in cui è nato (sua madre è la Nair, massima regista cinematografica del subcontinente), ma privati.

È relativamente facile fare campagne elettorali alla Cetto in megalopoli in cui abitano ricchissimi radical-chic (pochi) e i restanti milioni sgomitano per farne parte ma passano la vita a guardare da dietro ai vetri il “sogno americano” altrui, quello degli happy few. Entrambe le categorie hanno tutti i motivi per votare un Mamdani, le une per noia ideologica e le altre per speranza e/o disperazione. È lo stesso motivo per cui Los Angeles è sempre ostinatamente di sinistra, nonostante i 250mila homeless. Sì, avete letto bene: i senzatetto losangelini potrebbero popolare da soli una grande città. A Los Angeles sta Hollywood, dove ex friggitori di patatine McDonald's vivono in sfarzosissime ville con tanto di aeroporto in giardino. Il sogno americano sotto il naso: se ce l'hanno fatta loro... Così pensano quelli che votano comunista, cioè per campare di sussidi statali e con tutti i servizi gratuiti. Quanta sia la componente di invidia nel voto a sinistra lo hanno ben dimostrato gli studi di Victor Frankl, lo “psicologo nel lager”.

Si badi, l'invidia è cosa diversa dalla gelosia. Il geloso vuole anche lui quel che concupisce negli altri. L'invidioso, invece, vuole abbattere il concupito al suo livello. Il primo sceglie: o fa il ladro o si rimbocca le maniche. In quest'ultimo caso la gelosia è una potente molla di elevazione che fa ben a tutta la società. Il secondo, al grido di “uguaglianza!” vuole trascinare tutti nel brago, credendo che davvero il mal comune sia mezzo gaudio. Malgrado gli esempi storici. Ebbene, Los Angeles e New York sono megalopoli proprio perché sono i due poli culturali degli Usa: cinema in California e editoria+tivù a Manhattan. Da qui l'assalto alla diligenza.
Non c'è film o telefilm o romanzo americano ambientato in provincia in cui il o la giovane protagonista non sogni di “andarsene da lì”. E dove? Dove è andato Tony Manero nella seconda puntata di Saturday fever.

Ora, per un Travolta che adesso possiede anche un Boeing e il pilota, sono milioni quelli che, colà, stentano e guardano cupidi le limousine sfrecciare sotto il loro naso con tanto di driver e body guard vestiti Armani. Arriva uno che promette trippa per tutti e, ovviamente, fa il pieno. I soldi elettorali ce li mettono i radical-chic, che tra gli arricchiti spesseggiano: quelli italiani hanno dato a una Salis lo scranno alla Ue, quelli newyorkesi hanno addirittura inventato il termine, coniato per loro dallo scrittore-dandy Tom Wolfe quando li vide, a un party esclusivissimo (in casa del compositore Bernstein, premio Oscar) raccogliere fondi per le Black Panthers, l'ala violenta dei neri alla Malcolm X. Ma la trippa, anche nella “capitale del mondo”, ha l'insuperabile difetto di essere limitata.

Perciò abbiamo facilmente ipotizzato che il sindaco di Manhattan non andrà lontano. Anzi, in nessun posto. Gli italiani hanno insegnato agli americani la via giudiziaria al potere (solo che gli americani hanno più avvocati che capelli in testa). Gli italiani li hanno anticipati anche nel voto populista, vedi il boom a suo tempo dei grillini. Perciò abbiamo detto che hanno poco da esultare i sinistri nella vittoria comunale di Mamdani. Certo, hanno i media dalla loro, perciò probabilmente poco sapremo dei flop del Nostro. Ma, grazie al cielo, la gente ormai non si fida più dei media...



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