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androgenesi

Figli di due padri, la ricerca al servizio del sogno gay

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L'omogenitorialità in laboratorio: esperimenti presentati come “innocui” studi sulla riproduzione, minimizzano la vera finalità di procreare bypassando la differenza sessuale. Oggi tocca ai topolini, domani saranno i bambini a fare da cavie e da prodotti per l’egoismo di altri.

Editoriali 19_07_2025
CARLO CARINO BY AI MID - imagoeconomica

Il sogno di ogni coppia omosessuale è avere un figlio biologicamente di entrambi i membri della coppia. Il sogno, che in realtà è un incubo, si potrebbe avverare. I ricercatori della Shanghai Jiao Tong University, guidati dal dottor Yanchang Wei, hanno combinato i genomi di due spermatozoi di topo all’interno di un ovocita privato del nucleo. Chiamasi androgenesi. I risultati sono stati pubblicati a giugno nell’articolo scientifico Topi androgenetici fertili generati mediante mirato editing epigenetico delle regioni di controllo dell'imprinting.

I ricercatori hanno ripetuto questo processo innumerevoli volte, tanto da produrre 259 embrioni di topo che geneticamente erano figli di due maschi ma anche, così pare, di una femmina, dato che nei mitocondri c’è una minima parte di materiale genetico della madre. Di questi 259 embrioni formati ed impiantati nell’utero di topo femmina solo due sono arrivati all’età adulta e si sono poi loro stessi riprodotti.

La cosiddetta riproduzione uniparentale non è una novità. Nel 2007 la rivista Nature Reports Stem Cells ci informò che un team di ricercatori guidati dal professor Tomohiro Kono della facoltà di Agraria dell’Università di Tokyo era riuscito a produrre topi con due madri e nessun padre. Nel 2023 Il giapponese Katsuhiko Hayashi aveva condotto un esperimento in cui avrebbe fatto nascere dei topi senza l’intervento genetico della femmina, seppur adottando una tecnica diversa rispetto a quella usata dai ricercatori di Shanghai. Infatti furono prese cellule cutanee di topo, furono convertite in ovocellule e poi queste vennero fecondate con gli spermatozoi dello stesso topo da cui vennero prelevate e poi convertite le cellule cutanee.
Dunque nel primo e secondo caso qui descritto, i topolini concepiti erano figli rispettivamente di due maschi e di due femmine. Avevano quindi due genitori dello stesso sesso. Nell’ultimo caso, quello del dott. Hayashi, i topolini concepiti erano figli di un unico genitore maschio.

Inutile ricordare che per avere il cosiddetto topolino in braccio serve un dispendio elevatissimo di cavie e che i sopravvissuti spesso sono affetti da patologie gravi. Madre natura ha le sue regole che se non rispettate producono guai seri. Ma questi due ostacoli, il dispendio elevato di embrioni e i difetti genetici dei figli così prodotti, non saranno un deterrente per applicare queste tecniche all’uomo. Già oggi la fecondazione artificiale comporta che più del 90% degli embrioni muoia o rimanga crioconservato e già oggi i nati da queste tecniche si espongono al rischio di contrarre patologie severe. Questi due inciampi non sono scriminanti per un motivo molto semplice: alle persone non importa sacrificare tutte queste vite umane pur di avere un figlio e i dati sui difetti genetici della prole così concepita sono poco conosciuti, per non dire occultati.

Torniamo ai tre esperimenti prima ricordati. Per giustificare esperimenti come questi, la retorica scientista in genere afferma che simili ricerche non mirano a risultati concreti, né tantomeno ad applicare tali risultati all’uomo, bensì vogliono solo scoprire alcuni meccanismi del funzionamento delle cellule, dei geni, della riproduzione, etc. Dunque, tutti tranquilli: si tratta solo di scienza speculativa che mai giungerà ad essere tecnica riproduttiva umana.

In realtà simili affermazioni sono solo cortine fumogene volute per nascondere la vera finalità di questi esperimenti: abbiamo un pubblico vastissimo composto da single che vorrebbero diventare insieme padre e madre di un figlio, figlio dunque biologicamente di un solo genitore. Il massimo dell’egoismo: un figlio da non spartire con nessuno. E su altro fronte c’è un pubblico forse ancora maggiore di coppie gay che vorrebbero un figlio geneticamente di entrambi, un bambino biologicamente figlio di due padri e di due madri.

Ciò che muove questi esperimenti è quindi alla fine il vil denaro, perché vi sono moltissimi single e coppie gay desiderosi di diventare prima clienti che genitori e come clienti sono disposti a sborsare importanti cifre pur di aver il bambino in braccio, tra l’altro un bambino monomarca, non ibrido, non imbastardito con il Dna proveniente da persone diverse dal single o dai membri della coppia gay.
In breve questi sono esperimenti di ingegneria sociale volti a snaturare la famiglia, la genitorialità, e la filiazione.



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