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CULTURA DELLA MORTE

Feto parassita. Ci risiamo con la scienza totalitaria

Il feto equiparato a un parassita? Una falsità biologica. Se fosse un corpo estraneo i globuli bianchi lo contrasterebbero. Invece, tutto nel corpo della donna si dispone ad accoglierlo. Da Lombroso al nazismo agli psichiatri americani: quanti danni dalla scienza asservita al potere.

Attualità 30_04_2019

La nostra è un’epoca col mito della scienza. Chiunque voglia affermare qualche peregrina scemenza, deve ammantarla di una parvenza di scienza.

E così la notizia più delirante arriva da una qualche università statunitense, nel corso “biologia della malattia”: il feto è equiparato a un parassita. La boutade non è nuova, in effetti tutto il femminismo tende a vedere il feto come un parassita, che diventa “forse” accettabile, solo se molto desiderato dalla madre, cioè per la volontà della proprietaria dell’utero, ma non per caratteristiche proprie. Se non è “desiderato”, il feto è un parassita, al punto tale che le pratiche mediche e chirurgiche per sbarazzarsene sono gratuite, esattamente come gratuite sono le cure per eliminare le cisti da echinococco o il cancro.

La visione del feto come parassita è stata sostenuta da tutta la sottocultura femminista e post moderna. Come spiega Giovanni Formicola, il ’68 ha avuto un troncone politico, militarizzato, fatto di bombe, morti e gambizzati, e un troncone del desiderio di cui fa parte la promiscuità erotica, il coito continuo e irresponsabile, di cui fa ovviamente parte anche l’aborto. Se non è incluso nel desiderio, il feto è un parassita, e deve essere sradicato dal corpo delle madre a spese del sistema sanitario nazionale.

Ora, una qualche università statunitense tenta di dare validità scientifica alla teoria. Ce l’hanno una facoltà di Medicina, una cattedra di Embriologia? Forse no, perché chiunque abbia appena preso in mano un testo di fisiologia conosce il rapporto straordinario tra il corpo della madre e il feto.

Nessuno si spiega – scrive la fisiologa L. Barocchi in un bel testo che si intitola "La vita umana, prima meraviglia" (ed. Centro Documentazione e Solidarietà, Roma) – come sia possibile che una cellula microscopica si riproduca in miliardi di cellule identiche a lei, con il suo stesso nucleo genetico, e dia origine a tessuti tanto differenziati, quasi opposti, come i muscoli e il cervello, il sangue liquido e le ossa solide, gli arti e gli occhi… Né si spiega come queste cellule lavorino concordemente, ognuna a vantaggio dell’altra, per la perfetta realizzazione del piano comune che è stampato nel loro intimo”. Non appena avviene la fecondazione, ogni singola particella del corpo materno è come avvisata che c’è un figlio e che deve essere protetto: “E subito i globuli bianchi, impegnati nella difesa immunitaria – spiega Barocchi –, arrestano davanti a lui la loro attività: sebbene addestrati a individuare e rigettare ogni sostanza estranea (cioè con un patrimonio genetico diverso) essi salvano il piccino anche se estraneo. È un figlio, non c’è cellula nella madre che non lo voglia”.

Anche la mente inconscia della madre vuole quel bambino, sa che è la sua proiezione nell’eternità, la sua proiezione oltre la morte. E se la sua mente cosciente, ubriaca di propaganda e di idiozie decide di terminare la gravidanza, quel bambino non nato resterà come una ferita aperta.

Un feto equiparato a un parassita, l’aborto volontario equiparato all’asportazione di un parassita.

Abbiamo già visto all'opera questa pseudoscienza. Con Lombroso e la sua infantile teoria che i buoni sono belli e i cattivi sono brutti. La ammantò coll’ampolloso nome di fisiognomica e, incredibilmente, la cosa funzionò. La fisiognomica è contraria al concetto cristiano di libero arbitrio, quindi chi negava la fisionomica era accusato di essere una baciapile nemico delle scienze. Che la fisionomica fosse un ammasso di idiozie, indimostrata e indimostrabile, era secondario. Era la scienza. Anzi, la Scienza. Lombroso invece era ateo, situazione che è invece considerata una garanzia di oggettività e rigore, quindi tra una seduta spiritica e l’altra Lombroso indottrinò l’Europa su quanto i brutti fossero disprezzabili. Lombroso credeva allo spiritismo. Chi non crede in Dio rischia di credere in qualsiasi cosa. L’Europa si è fatta insegnare la scienza da un tizio convinto di aver parlato ai fantasmi.

La fisionomica ha fatto morti e feriti. Nazismo e comunismo si sono ammantati di razionalità scientifica, in nome della scienza il dottor Mengele e i suoi omologhi giapponesi dell’Unità 731 si sono scatenati. Risparmio il nome dei medici che avevano dichiarato che il fumo di sigaretta, e in particolare delle Camel, era benefico per la salute di tutto il corpo, ma soprattutto dei bronchi. Sempre in nome della scienza la talidomide, un farmaco contro l’insonnia, è stato dichiarato sicuro in gravidanza e questo ci ha dato la più spaventosa epidemia di malformazioni e focomelie prima dell’esplosione del reattore di Chernobil, reattore che la scienza aveva dichiarato sicuro e in grado di superare il test che ha causato il disastro. D’accordo, chi lo aveva sostenuto era uno scienziato sovietico, e la scienza sovietica è sempre stata malleabile a seconda delle direttive, a cominciare dalle scienze economiche e dalla statistica, ma quelli della talidomide erano tedeschi, e la scienza tedesca , almeno nell’immaginario collettivo, dovrebbe avere la malleabilità del cemento armato, e invece rispondeva alle banali leggi del mercato.

Gli psichiatri sovietici affermarono che chiunque non amasse il Partito doveva avere un qualche tipo di squilibrio mentale, curabile con pochi anni di manicomio dove l’alternanza di elettroshock e ipoglicemia da insulina lo avrebbero portato alla norma. Questa teoria fu onorata non solo all’interno del patto di Varsavia, scientificamente protetta dalla polizia politica, ma anche dalla psichiatria occidentale, scientificamente protetta dalla piaggeria che una parte del mondo “scientifico” degli ultimi decenni ha sempre nutrito per la falce e il martello.

Negli USA siamo passati dal dogma dell’infallibilità del Papa, al dogma dell’infallibilità dell’APA, Associazione Psichiatri Americani, che regna sul mondo con affermazioni ottenute per votazione, un metodo altamente scientifico. Scientificamente Greta con annesse treccine ci sta invitando ad azzerare le emissioni di CO2, quindi noi impareremo a non respirare e le piante impareranno a fare a meno della fotosintesi e la scienza sarà contenta.

Arriaviamo così alla scientifica medicalizzazione del parto, la regola della puerpera e neonato separati dalla vetrata della nursery, messi insieme solo per quindici minuti ogni quattro o sei ore, sono le regole perfette per far fallire l’allattamento materno, che ha bisogno di tempo, di calma, di periodi di suzione molto più lunghi. La scienza spia la gravidanza attraverso l’ecografia: molti bimbi sono stati salvati, ma un esercito è stato abortito per malformazioni vere o presunte o perché erano del sesso sbagliato. Tra l’altro, visto che ora pare che il sesso lo decidano i bambini da grandi, non potremmo vietare l’aborto selettivo come fulgido esempio di trasfobia? L’odio contro la maternità aumenta di mese in mese. Ammantate da una parvenza di linguaggio scientifico arrivano notizie deliranti: avere un figlio invecchia, impedisce la fisiologia eccetera.

La nostra non è un’epoca col mito della scienza. La nostra è semplicemente cultura di morte.

Prendiamo in pugno le spade per difendere l’ovvio: due più due fa quattro, l’erba è verde, i bambini devono nascere non essere uccisi nel ventre delle loro madri. Ucciderli è una scelta, pro choice, appunto, non una necessità come levare una cisti da echinococco o un tumore. Una scelta che può essere rimpianta e quando il rimpianto arriva, è quanto di più straziante ci possa essere. Nessun Stato deve finanziare la soppressione dei suoi futuri cittadini. Nessun cittadino deve essere costretto a finanziare la scelta di uccidere il proprio bimbo nel proprio ventre. Quindi "not with my money. Non col mio denaro". La 194 è una qualsiasi legge di un qualsiasi Stato, si può cambiare.

La riconquista della cultura della vita comincia da qui.