Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Angelo di Sicilia a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Evitare la vana gloria

Nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena (Lc 14, 24)

Schegge di vangelo 05_11_2019

In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo, disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!». Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, cominciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e costringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà la mia cena”». (Lc 14, 15-24)

Al contrario di quanto fanno gli invitati della parabola degli invitati al banchetto di nozze, è necessario collocare Gesù al primo posto dei desideri del nostro cuore, sia materiali sia, soprattutto, spirituali. Infatti, a ben vedere non è il bisogno materiale a determinare il rifiuto degli invitati, peraltro tutti benestanti, ma la loro avidità. Con l’avidità si desiderano, illusoriamente, i beni materiali non per bisogno ma per essere rispettati e benvoluti dagli altri uomini. A livello spirituale, tale sete di buona reputazione si manifesta anche nella tendenza ad adattare il messaggio evangelico alla contemporanea mentalità. Il cristiano è chiamato a ragionare esattamente al contrario: i poveri descritti nella parabola, assunti in quanto tali nel regno, non sono tanto i poveri di beni materiali bensì i poveri in spirito che non hanno subordinato la loro volontà a quella di Dio. Cerchiamo quindi di evitare la ricerca della vana gloria.