È ora di scoperchiare lo scandalo ai vertici dell'Unione Europea
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Il fermo di Federica Mogherini (ex Alta Rappresentante dell'Ue) è solo l'ultimo di una lunga serie dopo Qatargate e Huaweigate (e ancora si attende ufficialmente Pfizergate). I vertici stessi dell'Ue sono coinvolti in scandali su scandali.
È tempo di aprire una chiara e definitiva discussione sugli scandali corruttivi e sulla inadeguatezza permanente con la quale le istituzioni europee rimediano allo sgretolamento della propria credibilità e alla continua ed impunita emorragia di denaro pubblico dei cittadini. Nessun capo di governo che siede al Consiglio europeo può né deve sottrarsi da questa responsabilità. L’ultimo caso, ahimè, riguarda ancora degli italiani nelle istituzioni europee, dopo il Qatargate e l'Huaweigate dove erano implicati deputati ed assistenti Socialisti e del PPE. Stavolta è l'ex capo della diplomazia dell'UE Federica Mogherini, già enfant prodige del PD e governo di Renzi, chè è una dei tre sospettati e arrestati martedì 2 dicembre e rilasciati ieri, dopo una notte in guardiola e dopo le perquisizioni della polizia presso il servizio diplomatico dell'Unione europea a Bruxelles e il collegio europeo a Bruges.
La Mogherini è stata il massimo responsabile della politica estera dell'UE presso il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) per cinque anni, tra il 2014 e il 2019, nella Commissione Juncker, ed è diventata rettore del Collegio d'Europa nel 2020. L'istituzione con sede a Bruges è ben collegata alle istituzioni dell'UE e funge da centro di formazione per i futuri dipendenti dell'Unione. Ieri la Procura europea ha annunciato che l'ex capo della politica estera dell'UE Federica Mogherini e altre due persone sono state formalmente accusate di frode negli appalti, corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale.
Stefano Sannino, il secondo italiano sotto indagine, è stato Rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, nominato da Enrico Letta, poi Ambasciatore in Spagna, dove ha ricevuto il premio “Transexualia” 2016 .Nel febbraio 2020 il socialista Josep Borrell, Alto rappresentante dell'UE per la politica estera e di sicurezza, lo ha dapprima nominato segretario generale aggiunto per gli affari economici e globali del Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e poi nel dicembre dello stesso anno nuovo segretario generale del SEAE, dove è rimasto sino al 31 dicembre 2024. Dal 2025, è ritornato alla Commissione europea, in qualità di direttore generale ad interim nel Direttorato Generale per il Medio Oriente, Nord Africa e Golfo.
Il terzo accusato, è Cesare Zegretti, cittadino italo-belga che da gennaio 2022 ricopre l'incarico di co-direttore dell'Ufficio Executive Education, Training and Projects del Collegio d'Europa, con oltre dieci anni di esperienza professionale nello sviluppo aziendale, nella progettazione e nella gestione di progetti internazionali.
Tutti gli accusati e prossimi imputati sono innocenti sino a prova contraria e sentenza definitiva, vale anche per questi brillanti socialisti che certamente godranno del silenzio e compiacenza della stampa e delle tv liberalsocialiste, parte del mainstream europeo ed italiano, che censureranno la notizia e si guarderanno bene dal dedicar loro indagini giornalistiche colpevoliste e giustizialiste che ne distruggano onore e prestigio. Giusto così (se fossimo in un democrazia).
Tuttavia, quest’ennesima ombra tetra che avanza sulla limpidezza dell’operato all’interno delle istituzioni europee, è solo l’ultima di una lunga e recente serie di malefatte, alle quali si deve poter porre fine. Oltre al “caso Mogherini”, almeno quattro grandi scandali esplosi negli ultimi mesi hanno coinvolto uomini della Commissione europea. Il caso Pfizer coinvolge la stessa presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, per uno scambio di messaggi di testo (SMS) con l'amministratore delegato di Pfizer per ottenere un contratto che avrebbe consentito l'acquisto di vaccini per 36 miliardi di euro, senza alcun controllo. Von der Leyen e Commissione, nonostante opinione pubblica, tribunali e diverse altre istituzioni di controllo dell’operato della Commissione abbiano ordinato la pubblicazione delle interlocuzioni, hanno deciso di non pubblicare i messaggi.
Il caso Reynders, sulla indagine e definitiva accusa contro Didier Reynders, ex Commissario per la giustizia durante il primo mandato di Ursula Von der Leyen alla Commissione, per riciclaggio di denaro. Il caso Timmermans sulla elargizione di enormi somme di danaro da parte dell’ ex vicepresidente della Commissione, leader indiscusso dei Socialisti europei e uno dei principali artefici del Green Deal e che lo vede implicato sulla assegnazione irregolare di sovvenzioni a ONG ambientaliste, per attività di lobby nei confronti di governi e parlamenti. Il caso Thierry Breton ed il suo indubitabile conflitto di interessi, laddove l’ex Commissario per il Mercato Interno non ha ottemperato agli obblighi previsti nel post mandato (periodo di riflessione richiesto di circa due anni), facendosi nominare nel comitato consultivo di Bank of America, grazie alla “eccezione” discrezionale concessa dalla Commissione UE.
A fronte del marasma imbarazzante che emerge, allo scopo di distrarre l’opinione pubblica sulle centinaia di milioni di euro dei cittadini finiti chissà dove, la Presidente Ursula Von der Leyen insiste sia con il prestito per i risarcimenti all’Ucraina, confiscando illegalmente i beni russi, sia con il divieto all’importazione di gas da Mosca, mentre la sua Vice presidente vicaria e socialista Teresa Ribera attacca a brutto muso il PPE per alcune votazioni contro le follie ambientaliste che, insieme alla scelte guerrafondaie, impoveriscono gli europei e ne devastano l’economia.

