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IL CENTENARIO

Delassus, il sacerdote che combatté il modernismo

Oggi ricorrono cent’anni dalla morte di monsignor Henri Delassus, che si trovò ad affrontare le società segrete e le infiltrazioni massoniche che minacciavano la stabilità della Chiesa. In particolare fece parte del Sodalitium Pianum, che combatté il modernismo. La sua opera più famosa è Il problema dell’ora presente.

Ecclesia 06_10_2021

In tempo di forti contrasti a livello internazionale, e anche a livello ecclesiale, ci viene da pensare che siamo protagonisti di un’epoca particolarmente ricca di tensioni. In realtà, studiando un po’ di storia, si impara come le tensioni sono vive e forti in ogni epoca, anche all’interno della Chiesa stessa.

Impariamo questo, ad esempio, riflettendo sulle battaglie di monsignor Henri Delassus, morto il 6 ottobre del 1921, cent’anni fa. Era nato il 12 aprile 1836 ad Estaires, in Francia. Venne ordinato sacerdote nel 1862 e in questa veste affrontò tutti i pericoli che la Chiesa al suo tempo doveva affrontare. Uno dei pericoli più forti, se non il maggiore, era quello delle società segrete e delle infiltrazioni massoniche che minacciavano la stabilità della Chiesa. Fu combattente irriducibile, il che gli procurò a volte delle reprimende anche all’interno della Chiesa stessa, ma sempre le superò visti anche i buoni rapporti che intratteneva con persone molto vicine all’allora Pontefice, Leone XIII.

Con il successore, Pio X, le cose andarono ancora meglio e Delassus entrò a far parte del Sodalitium Pianum, l’organizzazione diretta da monsignor Umberto Benigni e tacitamente appoggiata dal Papa stesso, che fungeva da controspionaggio per affrontare il nemico più insidioso che si era coagulato dai fermenti dei secoli precedenti e che rappresentava una minaccia pericolosissima: il modernismo. Delassus nei suoi libri affrontò anche i prodromi del modernismo, vedi per esempio il testo sull’americanismo, l’eresia che fu ben inquadrata nella Lettera apostolica di Leone XIII al cardinale James Gibbons di Baltimora (1834-1921, una figura importantissima del cattolicesimo americano di cui anche si celebrano i cent’anni dalla morte).

Ma l’opera per cui Delassus è più conosciuto è Il problema dell’ora presente, un testo in due volumi di circa 1600 pagine pubblicato nel 1907 (anno dell’enciclica Pascendi Dominici gregis) e ripubblicato in Italia nel 2014 (Edizioni Effedieffe). I due volumi sono un resoconto impietoso delle battaglie che la Chiesa doveva compiere con nemici insidiosissimi, spesso nascosti e quindi ancora più pericolosi. Ad un certo punto del testo scrive: “La framassoneria prosegue a sostituire il naturismo all’ordine soprannaturale, nelle idee, nei costumi, e nelle istituzioni. Il massonismo è questa sostituzione, nei suoi diversi gradi di progresso nelle anime e nella società. Dalla parte del cuore, esso trova le porte aperte davanti a lui. La natura è in ciascuno di noi con le concupiscenze e con le passioni pervertite dal peccato”. L’analisi delle infiltrazioni delle forze avverse alla Chiesa, delle associazioni massoniche di diversa natura, è puntigliosa, a volte sembra quasi ossessiva. Eppure il pericolo identificato era, ed è, certamente reale.

Se pensiamo alle battaglie di mons. Delassus, le battaglie di oggi acquistano un senso più profondo e ci permettono di affrontare un avversario sapendo che non stiamo affrontando una nuova sfida, ma un’irriducibile opposizione che viene da molto lontano.