Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Gregorio Barbarigo a cura di Ermes Dovico
sanchez trema

Corruzione in Spagna, i vescovi chiedono il voto anticipato

Ascolta la versione audio dell'articolo

Il presidente Sanchez e il Psoe, al governo della Spagna sono nella bufera per una inchiesta della Guardia civil per corruzione. Anche i vescovi iberici chiedono che il popolo torni al voto al più presto. 

Esteri 18_06_2025

La corruzione promossa da Sanchez e dal PSOE in Spagna non è stata solo quella morale e civile della nazione. La via maestra è che la giustizia faccia celermente la sua parte, la politica socialista e delle sinistre si assuma tutta la propria responsabilità e infine, come ha chiesto con ferma lucidità Mons. Luis Argüello, Presidente dei vescovi spagnoli, si «torni a dar voce (voto) ai cittadini», senza attendere la scadenza del 2027.

Cresce la gravità delle accuse al premier e segretario generale dei socialisti spagnoli, anche in seguito alla pubblicazione, della scorsa settimana, di un rapporto scioccante dell'Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil, che evidenzia presunte forme di corruzione all'interno del Partito Socialista dei Lavoratori (PSOE) al governo. Le opposizioni chiedono un dibattito parlamentare, il premier “fugge” con l'aiuto degli alleati per 3 settimane, ma rischia il peggio.

L’ampia indagine, di circa 500 pagine, che include registrazioni audio, messaggi di testo, documenti bancari e testimonianze in tribunale, ha rivelato tra l’altro possibili brogli di voto a favore del Primo Ministro Pedro Sanchez nelle primarie del 2014 del Partito Socialista al governo, la gestione irregolare almeno 620.000 euro e si è anche scoperto che alle regioni venivano assegnate specifiche "quote" di appalti o tangenti. Inoltre ha rivelato come i leader del PSOE abbiano sfruttato il loro controllo sul Ministero dei Lavori Pubblici dal 2018 per organizzare e gestire questo presunto schema di finanziamento illecito. Un sistema di “tangentopoli all’italiana” ma, sinora, pare senza coinvolgimento dei partiti di opposizione. Se le accuse e lo schema fossero confermati in giudizio, si potrebbe potenzialmente arrivare ad una incriminazione del PSOE come persona giuridica. 

L'amministrazione Sánchez si trova ora ad affrontare la minaccia più grave: la completa delegittimazione del suo partito agli occhi dell'opinione pubblica e la concreta possibilità di conseguenze penali per l'organizzazione. Anche per questo, martedì il segretario generale del PSOE e presidente del governo Sanchez ha scaricato ogni responsabilità, inviando una lettera agli iscritti al PSOE in cui riconosce l'«enorme delusione» causata dalle informazioni su presunti casi di corruzione che coinvolgono i suoi collaboratori e uomini di fiducia José Luis Ábalos e Santos Cerdán e deplora la «mancanza di esemplarità», atteggiamenti incompatibili con i valori del PSOE. Nel testo si denuncia anche la «demolizione morale» in atto e «definisce il rapporto delle indagini della Guardia Civile come un tentativo deliberato della destra di rovesciare un governo legittimo». Le manifestazioni di protesta non si sono limitate alla capitale. 

La percezione di una corruzione sistemica, che si estende non solo al partito al governo ma anche alle principali istituzioni statali, ha preso piede in ampi settori della società. In tutto ciò, insieme a diversi giornalisti investigativi di testate minori, è l’organizzazione civile “Hatze Oir”, da sempre in prima linea a difesa dei principi non negoziabili cattolici, ad essere mobilitata con ogni mezzo e da mesi per diffondere la consapevolezza degli scandali corruttivi di Pedro Sanchez al vertice della “cupola”. Il sito web (“El Capo”), dedicato a tali malefatte e alla mobilitazione dei cittadini, riporta tutti i casi di corruzione, ogni iniziativa per spingere Sanchez e il PSOE ad assumersi tutte le responsabilità degli degli ultimi anni e che hanno coinvolto anche familiari del premier (moglie, figlio, fratello). 

L'inchiesta giudiziaria procede a pieno ritmo. Secondo fonti della Corte Suprema e della Procura Anticorruzione, le prove raccolte finora dall'Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil indicano l'esistenza di una rete politico-imprenditoriale in cui le commissioni delle imprese edili, tramite intermediari come l'imprenditore Víctor de Aldama, erano destinate in ultima analisi al PSOE. Aldama lo ha dichiarato con enfasi davanti alla Corte Suprema: José Luís Ábalos, ex Ministro dei Trasporti e figura di spicco del partito e Koldo García, stretto collaboratore del Primo Ministro Sánchez, gli hanno detto direttamente che parte del denaro era "per il partito". 

Pedro Sánchez, da parte sua, ha tenuto una conferenza stampa giovedì scorso, ripresa ed esaltata dalla stampa europea di sinistra (Politico, Repubblica e Guardian in testa) per scusarsi con l'opinione pubblica e ha annunciato un “audit” autorevole sull’intera vicenda. Autorevole ed unica, per il momento, testata internazionale che ha dato risalto allo sconcertante scandalo corruttivo del PSOE è il The Times che ha sottolineato la gravità della decennale corruzione, il menefreghismo di cui Sanchez si vanta e la sua irresponsabilità nei confronti del paese. 

Sanchez ha fermamente respinto le elezioni anticipate, chiedendo ai partiti di opposizione PP e Vox, lo ha fatto anche il 16 giugno in una conferenza stampa dopo la segreteria politica del PSOE, di presentare una mozione di sfiducia al Congresso, se vogliono le  elezioni.  Il Governo ha offerto un'audizione del Presidente Pedro Sánchez nella Plenaria del Congresso del 9 luglio per affrontare questioni in sospeso, i casi di corruzione e le riunioni del successivo Consiglio dell'Unione Europea e il Vertice NATO.

Prendere tempo però potrebbe anche peggiorare la situazione. Solo nelle ultime ore José Antonio Marco Sanjuán, presidente del Tribunale Economico Amministrativo Centrale (TEAC), sotto l'autorità del Vicepresidente del Governo e Ministro delle Finanze, María Jesús Montero, si è dimesso a seguito di un'inchiesta di “El Debate”, dopo la testimonianza di un imprenditore che ha ammesso di avergli versato più di 100.000 euro di tangente e prende forza la notizia che il "rapporto Cerdán" consegnato dall'Unità Operativa Centrale (UCO) della Guardia Civil alla Corte Suprema non sarà l'unico, si starebbe per aprire un altro corposo filone in relazione alla compravendita irregolare di materiale sanitario, nel pieno della pandemia, ma anche per le presunte "tangenti" opache derivanti dall'assegnazione di lavori pubblici, entrambe fonti di  finanziamento illegale del partito.