C'è Gesù al cinema, scappa!
L'assurdo comportamento di una scolaresca in gita al cinema per Natale: al vedere il cartone con la Sacra Famiglia le insegnanti hanno preso su e se ne sono andate pretendendo il rimborso del biglietto. Il laicismo esasperato porta alla tirannia.
Di solito, quando si decide di andare al cinema, ci si informa prima sul film che si andrà a vedere. Anzi, di solito uno va al cinema per vedere un certo film, e lo vuole vedere, questo film, perché ne ha sentito parlare, o ne ha letto una recensione ed è rimasto intrigato. Difficile che uno vada al cinema così disinformato da restare spiazzato a metà proiezione, tanto da volere alzarsi e andarsene.
Invece è proprio quello che è accaduto il 13 dicembre u.s. a Langon, cittadina del dipartimento francese della Gironde. Le insegnati della locale scuola elementare hanno portato i loro ottantatré alunni al cinema «Le Rio» a vedere un cartone animato, L’étoile de Noël (uscito in Italia col titolo Gli eroi del Natale). Normale, insomma: c’è in città un cartone animato natalizio e la scuola decide di portarci i bambini.
Già, ma possibile che nessuno, del corpo docenti, abbia dato anche solo un’occhiata alla trama? Nessuno di loro aveva letto la locandina? E se si fosse trattato di un’opera underground di contenuto simil-pornografico, tipo Fritz il gatto? Be’, alla luce di quel che è successo, si potrebbe malignare che, magari, se così fosse stato non ci sarebbe stati problemi. Invece i problemi ci sono stati, tanto che a metà proiezione le insegnanti si sono alzate e hanno abbandonato la platea.
Di più: hanno costretto i ragazzini a interrompere la visione e seguirle fuori. Perché tanta indignazione? Per saperlo bisogna, appunto, conoscere la trama de Gli eroi del Natale. I quali sono alcuni animali parlanti, asini, cavalli, cammelli, piccioni (come nella migliore tradizione delle fiabe) che, in Palestina nell’anno zero, finiscono per approdare alla grotta della Natività, dove trovano la Sacra Famiglia. La quale non ha molto di sacrale e viene descritta con una certa disinvoltura. Ma tanto è bastato alle insegnanti in questione per stracciarsi le vesti per lesa laicità.
Naturalmente, non si sono nemmeno sognate di chiedere il parere degli alunni, i quali hanno dovuto rinunciare a sapere come andava a finire la storia sul più bello e d’imperio (un imperio che somiglia molto alla tirannia, in effetti). Certo, ci sarebbe da chiedersi che cosa si aspettassero di trovare in un cartone animato natalizio, quelle maestre. Ma tant’è. Immaginiamo le loro facce quando hanno visto spuntare sullo schermo Gesù, Giuseppe e Maria. Scandalo, orrore.
Finita lì? Macché. Il gestore della sala ha completato l’opera profondendosi in mille scuse per l’involontaria offesa alla laïcité della scolaresca e ha addirittura rimborsato il prezzo del biglietto a tutti. Si è giustificato, con grande imbarazzo, dicendo di non aver visionato prima il film. Domanda: se l’avesse fatto, avrebbe esposto un cartello con su scritto «vietato ai minori»?
O, meglio, «se ne sconsiglia la visione ai laici»? Boh. Un’altra domanda è questa: quelle insegnanti dalla laicità suscettibile, che fanno, di solito, rinunciano alle vacanze di Natale e Pasqua e si presentano al lavoro anche all’Epifania? Coerenza vorrebbe. Ultima domanda: se c’è uno che, appena vede spuntare Gesù o la Madonna, scappa via, che si fa? Gli si manda l’esorcista?