Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Giorgio a cura di Ermes Dovico
OSPITATE

Viva la Rai che censura Orsini e strapaga Burioni

Il caso di Alessandro Orsini, che si è trovato il contratto rescisso dalla Rai, dimostra che chiunque parli anche la libertà d’espressione va piegata alle esigenze del mainstream. Il pluralismo delle opinioni, secondo la tv di Stato, non deve valere. Mentre Burioni viene strapagato... 

Attualità 25_03_2022

Alla fine ha vinto la censura. Dopo le polemiche scoppiate sul caso del professore Alessandro Orsini, docente di Sociologia generale e Sociology of Terrorism della Luiss, per i suoi interventi retribuiti alla trasmissione Cartabianca - il talk show di Bianca Berlinguer - la Rai ha sospeso il suo contratto. Dunque è appurato: chiunque parli di Putin senza fomentare tutto l’odio possibile contro di lui (altro che tentativi di pace!) non ha più diritto di parola sulla tv pubblica. Non è sufficiente pensar male dello zar per tutto ciò che sta facendo in Ucraina. Anche la libertà d’espressione va piegata all’esigenza di parlarne sempre e comunque male. E dunque il pluralismo delle opinioni su questa materia, secondo la tv di Stato, non deve valere.

Orsini – come ha scritto Il Foglio nei giorni scorsi - aveva concordato con la Rai un compenso di duemila euro a puntata per sei appuntamenti a Cartabianca. È prassi abbastanza comune che un opinionista riceva un compenso da una trasmissione tv. Quello che ha scatenato reazioni è il fatto che si tratti proprio di Alessandro Orsini, contestato per le opinioni sulla guerra in Ucraina che ha espresso anche a Piazzapulita su La7. 

La vicenda, però, è subito degenerata in polemica politica, scatenando un vero e proprio vespaio, già prima della revoca del contratto. Anzi, si può tranquillamente dire che è stata proprio la levata di scudi da parte di alcune forze politiche a costringere viale Mazzini a fare marcia indietro e a revocare il contratto a Orsini.

Contro quello che ha definito “il pifferaio di Putin” si era già scatenato martedì sera lo stato maggiore del Pd. Il senatore Andrea Marcucci riteneva «molto discutibile che il servizio pubblico metta sotto contratto un opinionista molto sensibile alla propaganda di Putin». Il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini (Pd) scriveva su Twitter: «Orsini è giusto esprima liberamente il suo pensiero, ci mancherebbe. Che io lo debba però anche pagare, anche no. Roba da matti».

Michele Anzaldi, deputato d’Italia viva e segretario della commissione Vigilanza Rai, aveva subito fatto presente di voler coinvolgere i vertici di viale Mazzini.

È intervenuta anche la conduttrice Bianca Berlinguer: «Tutti sanno che si è creato ormai un mercato degli opinionisti al quale il servizio pubblico non può sottrarsi, pena una minore competitività rispetto agli ascolti. Per quanto riguarda il professor Orsini, posso dire che gli erano stati offerti numerosi e più cospicui contratti dalla concorrenza, ma ha deciso di scegliere Cartabianca». Berlinguer ha poi aggiunto: «Apprendo che il contratto sottoscritto dalla Rai e dal professore Alessandro Orsini sarà interrotto per decisione della direzione di Rai3 senza che io sia stata consultata in merito. Una decisione che limita gravemente il mio ruolo di autrice e di responsabile di Cartabianca per quanto riguarda la questione fondamentale della scelta degli ospiti e di conseguenza dei contenuti sui quali si costruisce la discussione», dice la conduttrice. «Aggiungo che non condivido la decisione di escludere una voce certamente rappresentativa di un’opinione presente nella società italiana e tra gli studiosi, in quanto ciò porterebbe a una mortificazione del dibattito che per essere tale deve esprimere la più ampia pluralità di idee», continua sempre Berlinguer. Che conclude: «Non è forse questa la missione del servizio pubblico?».

In difesa del professore si è schierato Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare Antimafia, sul suo profilo Facebook: «Mi sembra che la gogna nei confronti di Orsini si commenti da sé. È la paura dell'opinione altrui che denota la povertà argomentativa di chi ricorre alla censura quando non ha contenuti da contrapporre. Libertà significa ascoltare ed accettare il confronto».

Sempre su Facebook, Orsini ha offerto la sua presenza gratis alla trasmissione: «Apprendo che la Rai ha deciso di rescindere il mio contratto stipulato per sei puntate con Cartabianca. Molte altre trasmissioni di informazione mi avevano offerto compensi ben superiori a quello della Rai. Ho scelto Bianca Berlinguer perché penso che sia una garanzia di libertà. Questa libertà va difesa. Per questo motivo, annuncio che sono pronto a partecipare alla trasmissione di Bianca Berlinguer gratuitamente».

Dalle diverse reazioni, emerge dissenso anche nel Partito democratico rispetto alle posizioni espresse dai suoi leader. Gianni Cuperlo scrive su Twitter: «Il professor Orsini sostiene un punto di vista che non condivido, ma tra questo e chiederne la messa al bando ce ne corre. Se davvero stiamo vivendo una tra le pagine più tragiche della storia di questo continente la cosa che dovremmo evitare è "armare" le parole, ridurre chi esprime un'analisi diversa e distante (anche radicalmente distante) a un avamposto mediatico del "nemico". Forse se vogliamo disarmare il conflitto conviene, per prima cosa, disarmare il linguaggio e farsi carico di una forza della persuasione che non si fonda su scomuniche e interdizioni. Abbiamo buone idee da perorare. Facciamo il nostro mestiere e che i giornalisti, a iniziare da Bianca Berlinguer, facciano liberamente il loro». 

Vittorio Sgarbi parla di «una censura vera e propria» ai danni di Orsini e preannuncia un’interrogazione parlamentare. «Io trovo irritanti, assurdi e pretestuosi i ragionamenti di Orsini», ha dichiarato Guido Crosetto di Fratelli d’Italia «ma mi spaventa di più la censura».

Andrebbe peraltro chiarita una volta per tutte la questione delle ospitate televisive a pagamento, che già aveva sollevato polemiche per i virologi: un articolo di Repubblica quantificava in un “gettone” di presenza da 300 euro il compenso per brevi interventi e da 2mila euro per la partecipazione all’intera puntata. Roberto Burioni, molto spesso ospite di Fazio a Che tempo che fa, avrebbe un contratto di esclusiva con la società esterna che produce la trasmissione. Matteo Bassetti, Andrea Crisanti e Massimo Galli hanno dichiarato di non avere mai percepito compensi sul Covid. Nicola Porro racconta un’indiscrezione, successiva alla pubblicazione della proposta di Cartabianca a Orsini: il team di Giovanni Floris, conduttore di Dimartedì (La7) avrebbe rilanciato l’offerta a Orsini «Ti diamo 3.500 euro per venire da noi». Porro si domanda: «Perché Burioni sì e Orsini no? Perché il primo sta nel mainstream, mentre se Orsini si permette di alzare il ditino e dire una cosa diversa, che io parzialmente condivido, beh: allora scatta la censura».

Se fosse davvero così, sarebbe davvero molto triste.