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martiri

Ulma beatificati (con il più piccolo martire della storia)

Celebrata ieri in Polonia la beatificazione della famiglia uccisa dai nazisti nel 1944 per aver protetto degli ebrei.

Borgo Pio 11_09_2023

Padre, madre e sette bambini uccisi dai nazisti il 24 marzo 1944 per aver nascosto otto ebrei – poi uccisi insieme a loro – pur essendo consapevoli del rischio: è la famiglia Ulma, di cui anche La Bussola  ha parlato nei giorni scorsi.

Ieri a Markowa sono stati beatificati Wiktoria, Józef e tutti i loro figli, l'ultimo dei quali non ancora completamente venuto alla luce. Nella località a 50 km dal confine ucraino, dove hanno vissuto e poi consumato il martirio, il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, ha celebrato la solenne cerimonia di beatificazione dei «Samaritani di Markowa» che «vissero una santità non soltanto coniugale ma compiutamente familiare».

Una beatificazione unica anche per via dell'ultimogenito degli Ulma, il più piccolo bambino mai beatificato nella storia della Chiesa: «abbiamo diverse forme di battesimo: il battesimo di acqua, il battesimo di desiderio, ma questo bambino non poteva farlo, e poi il battesimo di sangue e questo bambino», ha detto Semeraro, «è stato battezzato nel sangue martiriale della madre, e per questo i consultori hanno accettato che questo bambino sia stato inserito nel gruppo dei martiri, perché ha ricevuto la grazia nel martirio della mamma».

Di questo piccolo martire «non sappiamo nulla, ha avuto un attimo di vita, e quello che ci interessa è che ora vive nel Signore. E quindi questa peculiarità, questa inaspettata evenienza del martirio, ci permette di vedere questo bambino nella luce dei Santi Innocenti».

Il Papa all'Angelus ha ricordato «i martiri Giuseppe e Vittoria Ulma con i loro 7 figli, bambini: un’intera famiglia sterminata dai nazisti il 24 marzo 1944 per aver dato rifugio ad alcuni ebrei che erano perseguitati. All’odio e alla violenza, che caratterizzarono quel tempo, essi opposero l’amore evangelico. Questa famiglia polacca, che rappresentò un raggio di luce nell’oscurità della seconda guerra mondiale, sia per tutti noi un modello da imitare nello slancio del bene e nel servizio di chi è nel bisogno».