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ANNIVERSARI

Tutte le volte che in gennaio la terra tremò. E può farlo ancora

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I terremoti sono una costante della storia italiana. Nel mese di gennaio cade l'anniversario di alcuni fra i più terribili, fra cui Foligno, Belice e Marsica. Ma la prevenzione? Poco o nulla.

Creato 16_01_2024
Terremoto del Belice

In passato, il mese di gennaio (soprattutto le sue due prime settimane) furono funestati, in Italia, da violenti terremoti, quelli: di Verona del 3 gennaio 1117 (di magnitudo stimata Ms = 6,9), l’evento sismico noto più violento ad aver colpito l’area padana, che causò vastissimi danni e 30.000 vittime stimate;
della Val di Noto avvenuto fra il 9 e l'11 gennaio 1693 (di magnitudo momento stimata Mws = 7,3÷7,4), l’evento sismico noto più violento ad aver colpito l’intera Italia, che, assieme al successivo maremoto, causò almeno 60.000 vittime;
il terremoto di Foligno del 13 gennaio 1832 (di Mws = 6,3), la cui scossa principale causò almeno 40 vittime;
il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915 (di Mws = 7,0), che uccise più di 30.500 persone;
il più recente nel Belìce del 14/15 gennaio 1968 (di magnitudo momento massima Mw max = 6,4), che provocò fra le 231 e le 370 vittime;
il terremoto del Friuli del 25 gennaio 1348 (di magnitudo M = 7,0), che causò fra le 9.900 e le 20.000 vittime.

Il terremoto di Foligno, di intensità IMCS = IX÷X grado della Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS), durò ben 1 minuto. Fu avvertito in tutto il Centro Italia. Fu talmente violento da distruggere quasi tutte le abitazioni di molte città del nord della Valle Umbra. In particolare, provocò enormi danni al patrimonio storico-artistico e molti crolli in una vasta area attorno a Foligno, ad Assisi, a Perugia, a Spello, a Trevi ed altrove. Alla scossa principale seguirono numerose repliche, che resero difficile la ricostruzione e che non cessarono fino al 19 aprile. Alcune di esse peggiorarono fortemente le condizioni degli edifici già danneggiati. La sola scossa principale causò almeno 40 vittime, ma si presume che, nel corso dell’intera sequenza sismica, siano decedute molte più persone (anche indirettamente, poiché le condizioni degli sfollati costretti all’addiaccio erano aggravate dal freddo dell’inverno).

Il terremoto della Marsica (noto anche come di Avezzano, di IMCS=XI) avvenne pochi mesi prima dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Per la sua forza distruttiva ed il numero di vittime da esso causato, è annoverato tra i principali sismi avvenuti in Italia. Ebbe epicentro nella Piana del Fucino, in Abruzzo, senza esser stato preceduto da eventi premonitori. Oltre alla Marsica, devastò le aree laziali limitrofe, cancellando interi paesi, radendo al suolo quasi completamente Avezzano e causando più di 30.500 morti, in diverse province dell’Italia Centrale (anche nel Lazio, nelle Marche ed in Campania). Nella sola Avezzano perirono quasi 11.000 persone (compreso il sindaco) su 13.000 abitanti.

Il terremoto della Valle del Belice (o di Gibellina, di IMCS=X) colpì una vasta area della Sicilia occidentale, tra le Province di Trapani, di Agrigento e di Palermo. La scossa principale avvenne il 15 gennaio, poco dopo le 3 del mattino, con epicentro presso San Vito. Fu preceduta da 4 forti scosse, di cui 3 il 14 gennaio, che già avevano provocato gravi danni. Alla scossa principale ne seguirono altre 16: i pochi muri che non erano ancora crollati prima del 25 gennaio lo fecero quel giorno, portando le autorità a proibire l’accesso a Gibellina, a Montevago ed a Salaparuta. Il sisma, oltre a gravissime distruzioni, provocò (secondo le stime) da 231 a 370 vittime, da 600 a 1.000 feriti e da 70mila a 90mila sfollati.

Anche il ricordo degli eventi suddetti dovrebbe convincere, chi ancora ne dubitasse, che il terremoto costituisce un rischio reale in Italia e che, quindi, occorre attivare urgentemente corrette politiche di prevenzione sismica. Per questo è stata lanciata la petizione online perché "si inizino finalmente ad attuare serie politiche di prevenzione dai rischi naturali".

Tale petizione è corredata da numerosi aggiornamenti, molti dei quali riguardanti la prevenzione sismica ed i terremoti violenti accaduti in Italia ed altri Paesi (inclusi quelli citati nella Premessa). È già stata firmata da 1.057 persone. Perché si vuole che il governo, i governatori regionali ed i segretari dei partiti politici (destinatari della petizione) prestino almeno attenzione al problema.

Alessandro Martelli è Esperto di sistemi antisismici, Vicepresidente dell’«Expert Committee of the International  Research Base on Seismic Mitigation and Isolation of Gansu Province» (Cina), già Direttore del Centro Ricerche ENEA di Bologna  e Docente di «Costruzioni in Zona Sismica» alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara



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