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LA STORIA

Teresa, l’ex posseduta che ha trovato Dio

Gli stupri subiti da fanciulla, la strada dell’occulto, l’aborto e poi le vessazioni diaboliche sulla sua famiglia. L’italoamericana Teresa Piccola, madre di quattro figli, ha raccontato al Register la sua esperienza di possessione e com’è stata liberata attraverso il solenne rito dell’esorcismo. Dopo più di 18 mesi di battaglia, vinta con l'aiuto della Madonna e dei santi (da Padre Pio a Gemma Galgani), intervenuti durante le preghiere di liberazione

Ecclesia 20_07_2020

Gli abusi sessuali subiti, l’occulto come “via di fuga”, l’aborto e poi le vessazioni diaboliche sui suoi figli. L’italoamericana Teresa Piccola (nella foto, al santuario della Madonna di Guadalupe in segno di ringraziamento) è passata attraverso queste fasi dolorose prima di realizzare, con l’aiuto di un sacerdote esorcista e di uno psicologo clinico (esperto di casi di possessione), da dove provenisse il suo profondo malessere interiore. Teresa ha raccontato la sua storia al National Catholic Register, confidando che «all’esterno, ero la madre perfetta, la moglie perfetta. All’interno, però, ero spezzata e - quel che è peggio - pensavo di meritarmelo».

Il suo calvario era iniziato con degli abusi sessuali verso i 6-7 anni, senza avere la forza di parlarne ai genitori, e poi ancora a 13, quando venne stuprata ripetutamente da un uomo che, come scoprì in seguito, aveva anche molestato «un ragazzo». Mal consigliata da amici, Teresa pensò di lasciarsi alle spalle le violenze immergendosi nel mondo dell’occulto. Partecipò a diverse sedute ipnotiche e, in più, a 18 anni si azzardò a usare con le sorelle la tavola Ouija, fatto dopo il quale «si sono verificati molti strani eventi in casa: l’acqua si apriva e si chiudeva [da sola], [si sentivano] passi sulle scale e i mobili si spostavano mentre nessuno era in casa».

In seguito, «la mia curiosità per l’occulto si estese a leggere oroscopi, andare da cartomanti» per farsi leggere i tarocchi. «Anche quando feci ritorno alla Chiesa prima di sposarmi, non confessai mai queste cose. Presumo che non mi rendessi conto che fossero peccati e certamente non pensavo fossero portali per il male», ha spiegato al Register. Nel frattempo, aveva toccato un altro abisso a 17 anni, quando - di nuovo senza dire nulla ai genitori - aveva avuto un aborto. Un male che attirò altro male. Infatti, «dopo il mio aborto, diventai bulimica, sessualmente promiscua, depressa, più fissata con l’occulto».

Diversi anni più tardi, ormai sposatasi e divenuta madre di 4 figli, Teresa sentiva ancora un vuoto dentro di sé. Cercando di “espiare” l’aborto, iniziò ad aiutare nella sua parrocchia e fare volontariato pro vita. A un certo punto, vista l’insistenza degli incubi che tormentavano il figlio più piccolo, il prete indirizzò Teresa e famiglia all’esorcista diocesano. E un giorno, durante una Messa di guarigione, la donna scoprì di essere lei il canale delle vessazioni demoniache sui suoi cari.

Teresa ha specificato quali sono gli aspetti che i film sul tema esorcismo descrivono in genere bene e quali, invece, sono lontani dalla realtà che ha vissuto. Innanzitutto, la sua era una vita apparentemente normale. «Hollywood ama rappresentare una persona posseduta in un modo molto teatrale. Penso che ciò non sia buono […]. Posso assicurarvi che i miei occhi non hanno mai sanguinato, la mia testa non si è mai girata su sé stessa, e non sembrava che fossi in uno stato di psicosi». In sostanza, «molto di quello che mi è successo è stato interiore. Ero sempre in uno stato di inquietudine» e a volte ciò si manifestava «durante la Messa, quando il mio corpo si scuoteva e tremava terribilmente, ma non al punto da causare una grande scena».

Per più di 18 mesi, una volta a settimana, Teresa si è sottoposta al solenne rito dell’esorcismo, in sessioni che duravano fino a tre ore. In quelle occasioni tutto iniziava partecipando alla Santa Messa, insieme al sacerdote esorcista e al gruppo di laici che in diversi modi, sia con la preghiera che con l’aiuto fisico, ne sosteneva l’opera di liberazione. Dopo la Messa, pregavano insieme la Coroncina alla Divina Misericordia, che tuttavia Teresa non riusciva a recitare, andando sui nervi per il tentativo demoniaco di farla disperare prima ancora dell’inizio dell’esorcismo vero e proprio.

Quindi, dopo altre preghiere, l’esorcista guidava Teresa e il gruppo di laici a recitare le Litanie dei Santi. Ed era allora che i demoni che la possedevano iniziavano a manifestarsi. Durante le sessioni di esorcismo, la donna racconta che «è difficile da spiegare» ma manteneva un certo stato di coscienza. «Quando i demoni si manifestavano, mostravo forza oltre le mie capacità, i miei occhi si giravano, la mia voce cambiava: queste sono tutte rappresentazioni accurate nei film», chiarisce. «Mi sentivo intrappolata dentro me stessa […]. All’inizio ne ero spaventata, ma via via mi resi conto che non stava accadendo nulla che Dio non permettesse, e questo mi dava pace. Imparai a tenere nascosti i miei pensieri così da poter pregare durante le mie sessioni Gesù, Maria e i santi».

Teresa ha rivelato ancora che la consapevolezza di quel che le succedeva è andata aumentando dopo le prime sessioni di esorcismo, man mano che si abbandonava sempre più a Dio. La lotta per liberarsi è stata durissima, sia spiritualmente che fisicamente, e «ci sono stati momenti in cui pensavo che il mio corpo si sarebbe semplicemente spezzato». Ma la donna ha spiegato che, nonostante la violenza del combattimento e il modo in cui i demoni controllavano il suo corpo, «Dio è così buono e non ha mai permesso nulla che non potessi fronteggiare. Per Sua grazia, non sono mai stata gravemente ferita. Una volta superato lo shock di ciò che stava accadendo, cercavo di concentrarmi nel guardare al crocifisso e, se i miei occhi erano chiusi, lo immaginavo nella mia mente. Mentre le cose accadevano all’esterno, io pregavo e collaboravo il più possibile interiormente».

Le esperienze dolorose della sua vita l’avevano portata a voler avere il controllo di ogni possibile situazione, ma Teresa ha raccontato che proprio questa attitudine al controllo - unita all’incapacità del perdono, prima di tutto di sé stessa - è stata un ostacolo alla liberazione, fino a quando non ha compreso e accettato di lasciare tutto nelle mani di Dio. Intuendo, inoltre, che la lotta sulla sua anima era parte di uno scontro più grande. «Ho dovuto collaborare con Gesù, lasciandogli prendere il controllo. È stato molto difficile. È un impegno quotidiano, a volte di ora in ora, di non arrendersi, di consegnarsi [a Dio], di fidarsi».

Ed è questo l’aspetto essenziale mancante nelle rappresentazioni cinematografiche, come ha detto Teresa: «La vera sfida della possessione è stata quella di rifiutare tutte le cose che mi avevano separato da Dio. La liberazione avviene quando e se c’è la volontà di cambiare. La persona deve voler essere liberata. I film mancano di questo pezzo molto importante. Non è una specie di trucco magico in cui un prete entra in scena e caccia via i demoni: ci vuole il pieno rifiuto del male e il desiderio del bene. Dio ci vuole pienamente restaurati».

Nella sua battaglia Teresa è stata aiutata dalla Madonna, dagli angeli e dai santi, tra cui alcuni di coloro più invocati - a motivo della loro vita - nella lotta contro Satana. «Ho visto (con i miei occhi) solo un santo, san Michele Arcangelo, e solo una volta», ha confidato l’italoamericana, aggiungendo che il Principe delle milizie celesti è venuto anche «ad altre sessioni, ma ho potuto solo avvertire la sua presenza, basata sulla reazione dei demoni», che avevano «una paura terribile quando lui era lì». Prima di tutti gli altri santi, Teresa pensa comunque di aver avvertito la presenza della Madre celeste, una presenza sperimentata «più volte dopo la prima visita. Una volta, mentre ero tormentata, la sentii allungare le braccia verso di me, attirando il mio cuore nel suo abbraccio».

Rivela ancora l’ex posseduta: «Normalmente, quando appariva un santo, lo sentivo prima nel mio cuore e in qualche modo si traduceva in un’immagine, e quindi [c’era] la rivelazione del santo. Altre volte i demoni nominavano il santo prima ancora che mi rendessi conto. Così hanno fatto con S. Padre Pio. Lo temevano e detestavano». Due volte sentì la distinta presenza di san Giovanni Paolo II e diverse volte quella di un beato che prima le era sconosciuto, Jerzy Popieluszko. Sconosciuta le era anche una grande mistica italiana: «Venne anche santa Gemma Galgani. Non la conoscevo prima di queste sessioni, ma ha insistito nell’essere amiche. I demoni la odiavano e sputavano sulle sue immagini, così come su [quelle di] san Gabriele Possenti [san Gabriele dell’Addolorata]. Lei è diventata per me una sorella spirituale, rimanendo con me fino alla fine».

La liberazione completa dalla possessione è arrivata per Teresa nel 2017. E nello stesso tempo, ha detto ancora al Register, Dio le ha affidato la missione di pregare per i sacerdoti. Oggi rassicura che non c’è nulla più grande della Misericordia di Dio, a cui però non bisogna “legare” le mani «attraverso il rifiuto della Sua Misericordia». E fa suo l’insegnamento del Vangelo, secondo cui «Gesù stesso ci dice che certi demoni possono essere cacciati solo con la preghiera e il digiuno. L’ho sperimentato quotidianamente. Mentre cresceva la mia relazione con Dio, ho appreso che avevo un ruolo da svolgere: Dio si aspettava che collaborassi, facessi la mia parte e combattessi». E lo stesso vale per la Chiesa - a cui «dobbiamo guardare… come al Corpo ferito di Cristo» - e per ognuno di noi: «Abbiamo il potere di pregare e, attraverso la preghiera, di guarire e riparare».