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Disegno di legge

Sudafrica contro la libertà di pensiero

Il Sudafrica si appresta a varare una norma contro l'"omofobia" al fine di mettere a tacere i dissenzienti.

Gender Watch 30_11_2023

Il Sudafrica si appresta a varare una legge che vorrebbe contrastare la cosiddetta omofobia, ma in realtà è un bavaglio contro la libertà di espressione e la libertà religiosa, al fine di imporre il pensiero unico.

«L’articolo 3 del disegno di legge definisce un crimine d’odio come un reato commesso quando l’autore del reato è motivato da pregiudizio o intolleranza nei confronti della vittima del reato a causa di caratteristiche specifiche o caratteristiche percepite dalla vittima o da un’altra persona ad essa associata», si legge in una Comunicato stampa del Parlamento sul disegno di legge. «Queste caratteristiche elencate come motivi che potrebbero costituire un crimine d’odio includono età, albinismo, nascita, colore, cultura, disabilità, origine etnica o sociale, genere o identità di genere, status di HIV, lingua, nazionalità, status di migrante o rifugiato, occupazione o commercio , affiliazione o convinzione politica, razza, religione, sesso, compreso l'intersessualità o l'orientamento sessuale».

Alcune rapide osservazioni. Il Sudafrica è già dotato di un apparato sanzionatorio per reati che offendono la persona sia fisicamente che moralmente. Questo disegno di legge quindi risulta superfluo. In secondo luogo sarà assai arduo dedurre le intenzioni di chi compie questo illecito: l’indebita presunzione sarà dietro l’angolo. In terzo luogo si potrà finire dietro le sbarre anche nel caso in cui l’offesa riguardi una caratteristica non evidente a tutti. Ad esempio Tizio si considera omosessuale e nessuno lo sa. Caio critica l’omosessualità, Tizio se ne risente e lo trascina in giudizio. Infine vi sono caratteristiche così generiche che confliggono con la tassatività della norma penale: ad esempio il recare pregiudizio per motivi culturali. Tutto può essere considerato cultura.

Inoltre la sezione 4 del disegno di legge definisce l'incitamento all'odio «come la pubblicazione o la comunicazione intenzionale di qualsiasi cosa che possa incitare a provocare un danno o promuovere l'odio sulla base di motivi, tra cui, tra gli altri, l'età, l'orientamento sessuale e la razza». Dunque verranno chiamati alla sbarra per incitamento all’odio non solo giornalisti, scienziati, filosofi, educatori, ma anche sacerdoti che nelle loro omelie dovessero condannare l’omosessualità e qualsiasi privato cittadino che si mostri critico verso le derive LGBT.