Spagna, viene a galla la "corruzione militante" del PSOE
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Il fratello del del premier spagnolo finisce a processo per presunti reati di malversazione e traffico di influenze, mentre il suo partito dovrà rendere conto alla Corte Suprema di finanziamenti illeciti. Un sistema endemico smascherato dal documentario Sánchez S.A. Memoria del saccheggio socialista.
La decisione della Corte Suprema spagnola dei giorni scorsi di convocare i dirigenti del PSOE a testimoniare sui milioni di finanziamenti illeciti, conferma l’assedio totale a cui Sánchez è sottoposto a causa della sua gestione del potere assoluto. I progressisti da Roma come da Bruxelles tacciono, la corruzione quando proviene dalla loro parte ha profumo di rose. Il progresso, la libertà e lo "stato di diritto" a cui guarda il Partito Socialista Europeo sono ben esemplificati da Pedro Sánchez in Spagna. Che il premier spagnolo sia l’esempio a cui guardano Schlein, Conte e Bonelli è confortante per il centrodestra, molto meno per il futuro funzionamento delle istituzioni democratiche italiane.
Era già stato documentato il coinvolgimento di dirigenti apicali del partito socialista spagnolo e dello stesso primo ministro, in un sistema di corruzione endemica, con il presunto trasferimento di milioni di dollari in commissioni in cambio di appalti, licenze e lavori pubblici (ne abbiamo descritto alcuni tratti su queste pagine). Qualunque sia il loro ruolo esatto e l’entità della pena da scontare, è ormai evidente che affaristi amici, finanziatori occulti e vertici del partito hanno sfruttato la loro posizione ed il loro rapporto privilegiato con Sánchez e diversi ministri per accrescere le relazioni commerciali, a vantaggio personale e di partito.
Nessuno nel PSOE è stato in grado di fornire giustificazioni ragionevoli per i trasferimenti di denaro, le decine di buste gonfie di contanti, ecc., e non lo sono nemmeno quelle fornite dallo stesso primo ministro per l'ennesima volta al parlamento spagnolo mercoledì 22 ottobre, mentre già crescono imbarazzo e timori per l’audizione del premier al Senato il prossimo 30 ottobre. A titolo di esempio, lo scorso 23 settembre si è saputo che il fratello di Sánchez, David, sarà processato per presunti reati di malversazione e traffico di influenze insieme ad altre dieci persone, tra cui il leader socialista dell'Estremadura Miguel Ángel Gallardo.
Ancora, meno di un mese fa, il 30 settembre, l'autorità di vigilanza del ministero del Tesoro spagnolo affermava che due appalti pubblici del valore di 8,4 milioni di euro erano stati gestiti in modo improprio dall'agenzia digitale statale Red.es, allo scopo di favorire un uomo d'affari, Carlos Barrabés, legato alla moglie del primo ministro Sánchez, Begona Gomez, sollevando preoccupazioni su un potenziale uso improprio dei fondi europei, sui quali anche la Procura europea (EPPO) sta indagando dal 2024. Potremmo così continuare all’infinito gli esempi ed i reati derivanti dal metodo di corruttela e dalla rete di potere che Sanchez e i suoi hanno diffuso per anni, dentro e fuori dal partito e dal governo, occupando tutti i poteri dello Stato, dalla comunicazione pubblica, alla gestione del voto per posta, alla magistratura all’economia pubblica.
Un potere totalitario, peervasivo anche all’estero e corrotto sino al midollo, ben descritto dal documentario Sánchez S.A. Memoria del saccheggio socialista (S.A. sta per Società Anonima), presentato in anteprima nazionale lunedì 20 ottobre a Madrid. Si tratta di un lavoro enorme di indagine giornalistica seria e ricchissima di documentazione e testimonianze molto autorevoli che ha coinvolto Hazte Oír, organizzazione spagnola in difesa di vita, famiglia, libertà educazione, religiosa e della identità del paese iberico, insieme al collettivo di giornalisti Terra Ignota e Mano Limpias e disponibile gratuitamente su Youtube.
L'atmosfera di corruzione che regna nella Spagna di Pedro Sánchez è così densa che corriamo il rischio che ogni nuovo scandalo ci faccia dimenticare due o tre di quelli precedenti. Essa non riguarda solo il rubare denaro pubblico, ma anche la promozione di concessioni disgreganti al separatismo catalano e basco per mantenere Sánchez al potere, o di battaglie ideologiche come quella sulla legalizzazione dell’eutanasia e dell’aborto in Costituzione, pur di “distrarre” l’opinione pubblica dalle malefatte del primo ministro e della sua famiglia. La corruzione quotidiana del regime è stata smascherata, senza fretta ma senza sosta, da giornalisti che non sono quelli che appaiono quotidianamente nei talk show televisivi ma che lavorano duramente in testate digitali, poco finanziate e spesso mal tollerate dal potere.
Il documentario dimostra con fatti inoppugnabili che il “sanchismo” è corruzione militante dall'inizio alla fine: le sue radici affondano nei loschi affari di Sabiniano Gómez, padre della moglie del presidente, attraversano l'Atlantico per raggiungere il Venezuela di Delcy Gómez e Nicolás Maduro, il tutto includendo gli affari di Víctor de Aldama e il racket della prostituzione del trio Koldo-Ábalos-Cerdán, senza dimenticare gli accordi con la Cina ed il colosso Huawei.
Il grande merito di questo lavoro risiede nella serietà ampia e documentata delle sue fonti e la sua sintesi chiara ed efficace. Terra Ignota, Mano Limpias e Hazte Oír meritano senza dubbio un ringraziamento per aver dedicato tempo e duro lavoro a questa raccolta delle infamie del regime di Sánchez, che purtroppo continua. La pena giudiziaria è lontana, ma quella politica dovrebbe essere immediata e mentre in Francia un presidente come Sarkozy è in carcere per vendetta politica, per i socialisti europei ed italiani Sánchez continua ad essere un esempio. Il che è tutto dire…
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