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IL PUNTO SUL BILANCIO

Si salva poco, è una manovra di tasse ingiuste

A parte lo scongiurato aumento dell'Iva, la riduzione del cuneo fiscale e l'eliminazione del superticket, la Manovra 2020 è una raffica di nuove tasse, balzelli, imposte che stanno emergendo a poco a poco dalla lettura dei testi, e che certamente colpiranno non pochi settori della società italiana. Dalla plastic tax alla punizione sulle flat tax al 20 e al 15% fino alla limitazione dell'uso del contante che in Germania non c'è. 

Politica 18_10_2019

Ma com’è alla fine questa manovra? È ben fatta, è utile, è vero che aumenta le tasse? Queste, essenzialmente, sono le domande che la parte pensante e indipendente dell’opinione pubblica si pone in questi giorni di babele comunicativa e di propagande incrociate. È possibile dare risposte oneste? Ci voglio provare.

Segnalo anzitutto che i provvedimenti discussi dal Consiglio dei ministri nella notte di martedi su mercoledi (il bilancio per il 2020 e il documento fiscale collegato) sono stati approvati con la formula “salvo intese”, il che significa che non c’è accordo pieno su nessuno di essi, ma questo o quel partito si sono riservati di chiedere modifiche, anche sostanziali, su vari punti. E ogni partito ha il diritto di veto, essendo i suoi voti indispensabili per l’approvazione della manovra in Parlamento.

In secondo luogo, ricordo che questa è una bozza che è stata inviata alla Commissione europea per un esame al termine del quale la Commissione può chiedere variazioni anche significative (per l’Italia significherebbe meno deficit, quindi minori spese e/o più entrate cioè più tasse).

Detto questo, un risultato positivo forte c’è e va riconosciuto: è stato cancellato l’aumento dell’Iva, pari a 23,1 miliardi, il che eviterà di deprimere ulteriormente i consumi, anche se si poteva manovrare meglio alzando l’Iva su alcuni prodotti di lusso e abbassandola su altri di maggior consumo, lasciando invariato il totale.

Ci sono poi tre impegni che, se saranno mantenuti (e sottolineo se), porteranno all’eliminazione del superticket nella sanità a partire dal giugno prossimo, alla riduzione di 3 miliardi del cuneo fiscale a favore dei lavoratori a partire da luglio, e a facilitazioni per gli asili nido da settembre. Ma è doveroso rimarcare che si tratta di misure che erano state promesse da subito e che invece  slittano a un futuro che politicamente è più incerto e lontano.

E qui comunque si ferma il computo delle novità positive. A fronte di questo ci sta una raffica di nuove tasse, balzelli, imposte che stanno emergendo a poco a poco dalla lettura dei testi, e che certamente colpiranno non pochi settori della società italiana. Si va dalla Plastic Tax, una tassa da 1euro per ogni kilo di imballaggio o confezione di plastica( valore 2,5 miliardi) che colpirà pesantemente il commercio e ricadrà interamente sui consumatori, all’abolizione della flat tax al 20% fino a 100.000€, all’inserimento di pesanti vincoli per la flat tax al 15% fino a 65.000€, all’aumento pesante di diversi tipi di carte da bollo e imposte di registro e sui trasferimenti immobiliari, fino alla cancellazione di alcune facilitazioni sui buoni pasto.

E ancora: a partire dal 2021 un pesante aumento del gasolio per autotrasporto, misura giustificata come antiinquinamento ma che, se non sarà compensata in qualche significativo modo, ricadrà anch’essa sui consumatori.

A oggi, questo è il sintetico bilancio che si può disegnare, ma avendo qualche esperienza in merito posso scommettere che, approfondendo nei prossimi giorni la lettura dei documenti, altre purtroppo negative novità potranno emergere.

E per concludere va almeno citata la vexatissima quaestio sulla riduzione dell’uso del contante. Pessima misura, a mio avviso, negativa per il commercio, inutile per combattere l’evasione fiscale. Avete dei dubbi? Fateveli passare, in Germania non esiste alcuna limitazione.