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IL BRUTALE OMICIDIO

Senago: non solo gli uomini, il problema sono anche le donne

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La brutale morte di Giulia Tramontano - e del piccolo che aveva in grembo - ha scatenato una ridda di commenti contro gli uomini. Ma non generalizziamo. E poi: perché alcune donne sembrano attratte da uomini pericolosi? Forse c'entra il frutto di due secoli di romanzi e film dove il modello maschile preferito è il bello e dannato. 

Cronaca 03_06_2023

Così, il corpo della ventinovenne Giulia Tramontano è stato trovato. Femminicidio, si strilla ovunque; del bambino che aveva in grembo, pare, importa poco. Il fidanzato trentenne, che lavorava come barman in un locale di lusso e che, oltre alla convivenza con Giulia, aveva una seconda relazione con una collega ventenne, viene descritto come narcisista amante della bella vita. Aveva già un figlio di sei anni con un’altra donna. Dopo aver ucciso Giulia avrebbe scritto alla collega: «Sono libero». A quanto pare, la solita storia di un uomo che vede le donne come un oggetto del quale liberarsi a piacimento, soprattutto se sono di ostacolo a nuove avventure sessuali, viaggio, carriera.

Il brutale episodio ha scatenato una ridda di commenti contro gli uomini: egoisti, assassini, pericolosi eccetera eccetera. Generalizzazioni per cui ogni uomo sarebbe, in potenza, come questo Alessandro Impagnatiello: tutti gli uomini sono inaffidabili, virtualmente pericolosi. Tutto chiaro e semplice come ogni problema nel mondo moderno: ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra. In questo caso, i cattivi sono gli uomini.

È possibile complicare un pochino il quadro con qualche riflessione a caldo?

Dunque, valgono le generalizzazioni, come abbiamo detto. Ma non tutte. La scrittrice Francesca Totolo ha pubblicato sul suo profilo Twitter questo post: «Dall’inizio del 2023, secondo il portale “Femminicidio Italia”, il 44% (7 su 16) dei femminicidi è stato commesso da stranieri, l’8,5% della popolazione residente». Quindi, se proprio volessimo comunque generalizzare, ma senza estremizzare, potremmo pensare che il problema riguarda i maschi stranieri; e smetterla di accusare i maschi italiani.

Questo sguardo potrebbe spingere a qualche riflessione sugli sbarchi di clandestini che, ad ora, hanno già raggiunto la cifra record di cinquantamila soggetti; pur essendoci un governo che aveva promesso nientemeno che i blocchi navali. Cosa ne è di queste persone (quasi esclusivamente giovani maschi) una volta giunti in Italia? Trovano lavoro e una casa, inserendosi pacificamente nella nostra società? Cioè trovano lavoro in un paese che ha una disoccupazione (ufficiale) dell’8%? Trovano casa anche se gli affitti (così dicono i media) sono impossibili per uno studente? E poi: come mai non si è scatenato tutto questo can can quando Pamela Mastropietro fu struprata, uccisa, fatta a pezzi e (probabilmente) mangiata? Ah, già! Perché in quel caso l’emergenza era il razzismo, non il femminicidio...

Tra l’altro, diverse statistiche indicano che l’Italia (nonostante il contributo degli stranieri) ha un tasso di «femminicidio» tra i più bassi in Europa; notevolmente inferiore rispetto ai paesi «avanzati» e civili del nord Europa come i paesi baltici, Svizzera, Germania, Finlandia, Francia, Olanda…

Non solo: se guardiamo al nostro paese scopriamo che, ogni anno, gli uomini vittima di omicidio sono più o meno il doppio delle donnequest’anno, addirittura, due terzi. Eppure, non ho mai sentito parlare di «emergenza maschicidio». La vita degli uomini, giornalisticamente parlando, vale meno di quella delle donne? Scopriamo anche che circa 1/3 degli omicidi compiuti in ambito familiare o affettivo hanno come vittima un uomo… tutti omicidi commessi in coppie gay maschili (il che aprirebbe a ulteriori domande), oppure anche le donne uccidono all’interno di una relazione di coppia?

Ultima domanda e poi taccio. Le donne non hanno nessuna voce in capitolo quando inizia una relazione? Voglio dire: è l’uomo che sceglie la donna o è reciproca, la cosa? Perché in questo caso mi chiedo: queste donne non sono in grado di scegliersi un uomo che non sia potenzialmente «pericoloso» (narcisista, traditore, inaffidabile...)? In questo caso, forse, sarebbe meglio per loro tornare al patriarcato e lasciare la scelta del fidanzato al padre. Oppure (e mi pare proprio questo il caso) alcune donne sono attratte da uomini «pericolosi»?

Diciamolo: il bravo ragazzo, con un umile lavoro fisso, magari credente o addirittura cattolico, che ritiene un valore la castità, che si tiene lontano dai guai… è la seconda scelta di molte donne. Il top di gamma è il ribelle tipo James Dean, il selvaggio tipo Marlon Brando, il vampiro, il bello e dannato, il bohémien romantico e disperato. Questo è il risultato di due secoli di romanzi e film romantici, questo è quello che propone come modello maschile di successo la società moderna. Non mi riferisco solo ai vari «tronisti» televisivi: penso anche al tipo di uomo premiato dalla nostra legislazione. Esatto, mi riferisco alla solita legge 194/1978 nella quale l’uomo responsabile, che vuole prendersi cura del proprio figlio è punito mentre ad essere premiato è il «mascalzone», che si è divertito e lascia nelle peste la donna. Con il plauso delle cosiddette «femministe».

Ora mi fermo, perché ripeterei cose già scritte su queste pagine.