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INCERTEZZE VERSO SETTEMBRE

Scuola, il caos danneggia soprattutto i ragazzi

Cosa accadrà a settembre? L’impressione è che nessuno lo sappia davvero e che si navigherà a vista un’altra volta in un mare di polemiche. Tra la caccia ai docenti "criminalizzati" come no vax e le pressioni del Cts che vuole continuare con mascherine e distanziamento, a farne le spese saranno ancora una volta i giovani. 

Educazione 08_07_2021

Una enorme confusione. Ecco cosa si trova (e si prova) leggendo in questi giorni le notizie, le anticipazioni, i dibattiti che riguardano la ripresa delle attività didattiche di settembre prossimo. Si legge di tutto e il contrario di tutto, ma pochi che si preoccupino davvero della ricaduta educativa e della salute mentale dei nostri giovani, già messe duramente alla prova da questo lungo periodo di interruzioni delle lezioni, didattica a distanza e, in ultimo, da una campagna vaccinale tanto assurda (data la bassissima incidenza del virus sulle fasce di età interessate, la pericolosità dei sieri sperimentali iniettati e la loro dubbia efficacia) quanto immorale nel messaggio: “Se ti vaccini avrai una bella Green Card, sarai libero, potrai divertirti e goderti l’estate senza problemi….”. Decessi, miocarditi e altre reazioni avverse permettendo…

Il ministro Bianchi, con tono da buon nonno di famiglia, assicura ripetutamente che la scuola si aprirà regolarmente, tutta in presenza e con tutti gli insegnanti in cattedra fin dal primo giorno: «Io insisto nel dire che dobbiamo tornare in presenza e stiamo tutti lavorando per tornare in presenza», ha affermato il 6 luglio all’European Summer Camp a Roma; e il Governo in effetti, proprio per assicurare la ripartenza in presenza della scuola a settembre, è in procinto di approvare lo stanziamento altri 400 milioni al decreto Sostegni bis per rinnovare, anche nel 2021-2022, l’organico aggiuntivo Covid. Si tratta probabilmente di 60-70mila tra insegnanti e Ata, in più, da assumere a tempo determinato dall’avvio delle lezioni e fino al 31 dicembre. I prof aggiuntivi (40mila circa) dovranno essere utilizzati per attività di recupero degli apprendimenti persi in questo anno e mezzo di Dad, ed essere a disposizione dei dirigenti per garantire il rispetto delle regole sanitarie, che, con ogni probabilità, saranno mantenute a settembre (innanzitutto distanziamento e mascherine), come pure per smistare le classi e, quindi, ridurre al minimo l’impatto della Dad.

Il personale Ata dovrà invece servire soprattutto per le ormai rituali attività di sanificazione. Altre novità significative (perché dicono in qualche modo che cosa ci si aspetta…) del Dl Sostegni-bis alla voce scuola, riguardano le voci per cui si potranno spendere i 350milioni già previsti dal testo originario per acquisto di beni e servizi anti-Covid (non solo mascherine e impianti di sanificazione ma anche pareti mobili, piccoli interventi edilizi di adattamento delle strutture e infrastruttura impiantistica e tecnologica per consentire anche soluzioni di didattica a distanza), mentre uno degli emendamenti riformulati e al vaglio della commissione rinnova il tavolo con i prefetti per far quadrare corse dei mezzi e orari di ingresso e uscita nelle classi, già previsto quest’anno e in scadenza al luglio con potere sostitutivo delle Regioni in caso di inadempienza. È noto infatti che insieme ai vaccini e agli spazi, i trasporti sono considerati ancora un altro elemento cruciale per la riapertura di settembre.

Il Governo, insomma, sta cercando di correre ai ripari per riprendere in modo “normale” le attività scolastiche, ma senza illudersi troppo a quanto pare… Il fantomatico Comitato tecnico-scientifico, infatti, da parte sua, oltre a ribadire la necessità di mantenere tutte le misure di prevenzione già adottate lo scorso anno (mascherine, distanziamento, aerazione, disinfezione sistematica, ecc., a maggior ragione per la diffusione della cosiddetta “variante Delta”, che sta causando una impennata di contagi in paesi come l’Inghilterra e Israele, in cui la maggioranza della popolazione risulta già “vaccinata”), non esclude la possibilità di un ritorno dell’incubo Dad per il terzo anno consecutivo.

C’è poi un variegato e pullulante mondo di virologi, immunologi, epidemiologi, politici, operatori del settore, amministratori e militari, che esprimono le più diverse opinioni, alcune con toni da regime totalitario, e che alimentano in misura esponenziale e incontrollata la già penosa incertezza.  Agostino Miozzo, ad esempio, ex consigliere Miur e Cts, bisognerebbe «auspicare un obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico per poter garantire il ritorno in sicurezza tra i banchi». Questa, fra le altre, una sua inquietante dichiarazione: «Se tu genitore non vuoi vaccinare tuo figlio pur potendolo fare, poi non puoi lamentarti se te lo lasciano in Dad. che è una iattura e va evitata con qualsiasi mezzo, ma purtroppo è logico aspettarsi nuove sospensioni dell’attività in presenza. Comunque, se fai il no vax, accetti le conseguenze».

Il Generale Figliuolo, da parte sua, ha reso noto che partirà nelle prossime ore una lettera alla Regioni “Cercate i docenti e Ata da vaccinare, corsie preferenziali negli hub vaccinali”, per «incentivare con ogni mezzo» le somministrazioni e riuscire a raggiungere almeno 180-190 mila docenti. Sulla stessa linea persino Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Lombardia: «Andremo casa per casa con unità mobili di personale sanitario e cercheremo di convincere tutti».

La pressione sul mondo scolastico, insomma, è davvero generalizzata, perché in effetti mancano all’appello delle “vaccinazioni”, considerate (pur senza reale fondamento scientifico e clinico) un elemento risolutivo per il ritorno alla normalità, oltre 215mila insegnanti, sommariamente bollati dai mass-media “di regime” come no-vax che si sono bevuti le fandonie di qualche fonte clandestina di contro-informazione. Eppure i dubbi, le perplessità e i timori sono più che legittimi e fondati, non solo per i numerosi casi di reazioni avverse anche gravi e l’insorgere delle varianti, ma anche per quanto affermato e garantito dalla nostra stessa Costituzione. “Non siamo sulla buona strada per l’uscita dalla pandemia, anzi continuando così stiamo creando il terreno per una nuova variante del tutto resistente ai vaccini”, ha affermato Andrea Crisanti, professore ordinario di Microbiologia a Padova, parlando dell’evoluzione dell’epidemia da Covid in un’intervista sul quotidiano La Stampa….

Cosa accadrà, dunque, a settembre? L’impressione è che nessuno lo sappia davvero e che si navigherà a vista un’altra volta in un mare di polemiche. Come ha dichiarato il Presidente dell’Anp Lazio (associazione nazionale presidi), Mario Rusconi: «…Finora abbiamo visto molte contraddizioni e incertezze. Siamo a poche settimane dal nuovo anno scolastico, i punti fermi mancano tutti. Il disorientamento è grande e diffuso». Ne faranno le spese ancora una volta i nostri giovani, ma insieme a loro tutto il Paese, perché la scuola ne rappresenta un punto nevralgico imprescindibile.